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Caso asterisco: caos in commissione

La Fondazione Grosseto cultura si difende, l’amministrazione non discute ma lamenta mancata comunicazione, l’opposizione attacca, Cerboni (Lega) compreso
V commissione in comune a Grosseto
Ospiti della seduta il presidente di Fondazione Grosseto cultura, il sindaco e l’assessore Agresti

GROSSETO. Se fosse stata una partita di calcio l’arbitro avrebbe avuto difficoltà a distinguere le squadre. L’unica monocolore: quella dell’opposizione. Non era però un match quello di oggi 19 gennaio, ma la seduta della V commissione del consiglio comunale. Quella che ha tra i tanti compiti quello di vigilare sul rispetto e sull’attuazione dello statuto e sugli istituti di partecipazione.

Presieduta da Stefano Rosini (Pd), aveva come obiettivo un chiarimento tra amministrazione, opposizione e Fondazione Grosseto cultura, sul caso musei. Una questione che fa discutere da settimane. Ha visto il mancato rinnovo della convenzione con alcune cooperative del territorio per la gestione del Polo culturale Le Clarisse e del Museo di storia naturale della Maremma.

A osservare il dibattito, un nutrito pubblico. Difficile da vedere in altre commissioni. Molti erano i diretti interessati dalla scelta della Fondazione, amareggiati da una decisione che li ha tagliati fuori ed è subito apparsa incontrovertibile.

Una parte dei cittadini che hanno assistito ai lavori della V commissione
Una parte dei cittadini che hanno assistito ai lavori della V commissione

«Dalla stampa soprattutto – dice nell’apertura Rosini – sta emergendo una sostanziale assenza di comunicazione e condivisione di scelte e strategie tra Fondazione Cultura Grosseto e Amministrazione comunale. Una mancanza che si riverbera anche sui margini di azione dei consiglieri comunali. In questa sede si chiedono spiegazioni alle azioni fatte dalla Fondazione e dall’amministrazione. Comprese le loro motivazioni».

V commissione, primo tempo

Il presidente della Fondazione Grosseto cultura è il primo a rispondere all’introduzione di Rosini, e passa (con compostezza) subito all’attacco. «Non abbiamo fatto niente di diverso dalle modalità portate avanti sin dalla nascita della Fondazione. L’amministrazione ha dato libertà di azione – rimarca Giovanni Tombari – Questo gran polverone sulla questione mi sembra più strumentale che altro».

«Ci tengo a dire – ha sottolineato – che non si tratta di licenziamento ma di mancato rinnovo. Allo stesso modo come si cambiano, in altri lavori, i fornitori. Stiamo operando in continuità col passato cercando di fare il bene della Fondazione e di Grosseto. Abbiamo valutato i curricula delle aziende nuove affidatarie – ricorda – Sarà riconosciuto loro un importo fisso leggermente superiore, senza però altri importi in percentuale sulle entrate».

Giovanni Tombari, presidente Fondazione Grosseto Cultura

«Perché far spendere di più i cittadini se a costo minore crediamo con questa scelta di avere un servizio uguale o migliore? Dove sta il problema?» domanda a tutti Tombari.

«Mi meraviglia che la direttrice di Confesercenti, che mi risulta essere moglie dell’ex presidente della fondazione Loriano Valentini, mi parli di bandi pubblici mai fatti per questi affidamenti. Mi risulta sia sempre stato fatto così, non ci sono differenze su questo dal passato».

Agresti: «Non sapevamo nulla»

Per l’assessore alla cultura Luca Agresti (Forza Italia) che partecipava alla seduta, la discussione non è facile da affrontare. «Solo a pochi giorni dal Natale ho saputo del nuovo percorso della Fondazione – dice l’assessore – dobbiamo parlarci chiaro. Questa mancanza mi infastidisce e ci sono di mezzo delle persone, ammettere che non sapevo per me non è facile».

Luca Agresti
Luca Agresti

«In questi anni abbiamo lavorato tanto e bene sulla cultura, con risultati frutto di un lavoro di squadra, cooperative comprese – precisa – Non trovo illegittimità di atti o azioni da parte della Fondazione. Quello che rammarica è il non essere stato coinvolto in un ragionamento. L’asterisco non c’entra nulla con la scelta – conclude – È stata una occasione di discussione ma non una motivazione, che rimane soprattutto economica».

Vivarelli Colonna: «I direttori dovrebbero fare i direttori»

Alla seduta è intervenuto brevemente anche il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna. «Ritengo esaustivo quanto detto da Tombari e Agresti – dice brevemente il sindaco – Anche io ho saputo tutto una volta che la scelta era già stata fatta. Vorrei essere pragmatico e chiaro».

«Cosa penso sulla modalità di assegnazione dei servizi alle nuove aziende? Posso dire che non sia stata violata alcuna regola. La Fondazione ha operato in sintonia con le modalità adottate dei precedenti anni e non voglio entrare nel merito delle decisioni. Per via dei rapporti che avevamo con le cooperative che avevano in gestione i musei però avrei agito in maniera diversa. Magari in maniera preventiva – precisa – parlando e chiarendo prima, comunicando dell’imminente mancato rinnovo. Questi contratti sono comunque annuali. Dopo un anno di prova avremo modo di valutare se proseguire con i nuovi incarichi o tornare indietro e fare nuovi affidamenti».

In accordo con Agresti, si esprime anche sul ruolo dei direttori. «I bei risultati raggiunti sono merito di una squadra- dice – grazie anche ai direttori dei musei abbiamo raggiunto grandi obiettivi. Nulla ho da dire sulle loro capacità. A volte però è successo che si sia fatta politica. È stata utilizzata la questione asterisco, piu volte smentita come motivazione del mancato rinnovo. Come l’assessore Agresti – conclude- chiedo ai direttori di fare i direttori. Li invito a non schierarsi politicamente. E se posso dare un consiglio anche all’opposizione direi meno strumentalizzazione e più pragmatismo»

La replica dell’opposizione

«Mi pare che siamo tutti d’accordo, la cosa è andata come non doveva andare – dice Carlo De Martis di Grosseto città aperta – Non si può dire, come dice il sindaco, che non si può entrare nel merito. L’amministrazione è parte della Fondazione. E la questione interessa il Comune, la riprova è che ne stiamo parlando in questa commissione»

Carlo De Martis in consiglio comunale
Carlo De Martis in consiglio comunale

«Dovrebbe essere il Comune che stabilisce le linee generali con diritto di controllo – precisa – Poi l’attività è in mano anche ai direttori dei musei che comunicano al consiglio di amministrazione. Qui è saltata tutta una catena di rapporti. Come ha detto anche l’assessore Agresti i direttori devono dare i direttori. Forse non gli è stato consentito di farlo, non gli è stato consentito di esprimersi nel merito di una decisione già presa».

«Nel giro di 7 giorni è cambiato tutto – ricorda – dopo una proposta di rinnovo affidamento, è stata data comunicazione del cambiamento radicale degli affidamenti. Le cooperative lasciate a piedi sono state tenute tenuto appese a un filo, fino a prima di Natale, con la proposta. Poi è arrivata la decisione e non c’è stato margine di discussione».

Giacomo Gori, Movimento 5 Stelle
Giacomo Gori, Movimento 5 Stelle

Del medesimo avviso anche Giacomo Gori (movimento 5 stelle). «De Martis è stato molto chiaro – dichiara Gori – Traspare una mancanza di attenzione alla cultura. Personalmente sono molto contrario alla fondazione. Ente espressione dell’interesse pubblico che però è soggetto ad alcune imprese del territorio. Credo che ci siano delle responsabilità gestionali, che ci sia o no un regolamento. Altrimenti anche le cooperative avrebbero accettato di buon grado il mancato rinnovo e non saremmo qui oggi».

«Un’altra cosa mi convince poco – conclude – abbiamo approvato da poco tempo il bilancio preventivo. Ora mi ritrovo come consigliere a leggere tramite stampa che Rama gestirà un museo quando dentro alle delibere approvate in Comune non c’è nulla. La commissione si dovrà riunire un’altra volta e forse un’altra ancora, per sondare il regolamento, vedere quello che non ha funzionato per non farlo risuccedere più».

Tombari: «Non c’è stato abbastanza tempo per fare tutto»

La risposta del presidente della Fondazione non si fa attendere. A dare un’accelerata repentina alle decisioni del consiglio di amministrazione sugli affidamenti, sarebbe stato principalmente il poco tempo a disposizione. «La decisione della Fondazione è risultata legittima e di qualità anche al direttore delle Clarisse Mauro Papa – ricorda Tombari – lo affermò davanti agli assessori e ai membri del consiglio di amministrazione. Purtroppo, abbiamo dovuto decidere tutto in fretta».

I banchi della maggioranza durante i lavori
I banchi della maggioranza durante i lavori

«Coi bilanci tra le mani, arrivati tra ottobre e novembre abbiamo visto che le macro-voci sulle quali poter effettuare tagli erano quelle dei musei – conclude – Ci siamo messi in moto per trovare altre soluzioni e le contestazioni alle nuove condizioni proposte per il rinnovo con Clan le abbiamo interpretate come la volontà di non accettare. Non abbiamo avuto tempo per ulteriori chiarimenti, ci è arrivata un’offerta migliore e abbiamo deciso di affidare ad altri soggetti la gestione».

«Solidarietà al cda della fondazione. Non sapere è mancanza di leadership»

La conclusione della prima parte della seduta spetta all’intervento di Giacomo Cerboni (Lega Salvini premier). «Nei confronti del cda della Fondazione esprimo piu che fiducia, solidarietà – dice Cerboni – Un gruppo di persone che non ricevono compenso sono state lasciate sole da una amministrazione che ha detto “io non sapevo”».

Giacomo Cerboni
Giacomo Cerboni

«Credo che quando si guida una città o un gruppo, una delle prime regole sia che i leader debbano farsi carico di quello che accade – chiosa – Non può esserci mancata comunicazione. Forse affronteremo tutto in una prossima seduta, mi chiedo però se il Comune abbia dato o meno delle direttive. Il sindaco ha detto che avrebbe fatto diversamente, e alcune dichiarazioni come questa potevano essere evitate se il desiderio è quello di fare squadra».

«C’è per caso stato un parere dell’amministrazione sulle nomine? – conclude – L’amministrazione sembra abbia lasciato da parte anche la questione asterisco, poteva approfittare per dire la sua».

Agresti risponde amareggiato dagli appunti fatti dal compagno di banco della propria maggioranza. Forse sorpreso dalla sua reazione. «Vedo difficile dare solidarietà al cda della fondazione e a chi ha perso l’affidamento allo stesso tempo – risponde Agresti – Non credo che non sapere sia una cosa un problema di leadership. Credo si possa non sapere, e per me non è sicuramente facile ammetterlo, specialmente in situazioni come questa».

V commissione, secondo tempo

Nella seconda parte della seduta della commissione, dopo il molto tempo speso in dibattito e considerazioni, Rosini chiede velocità e chiarezza alla commissione. Apre così una breve e serrata fase fatta di domande e risposte.

Inizia De Martis

«Le proposte che poi si sono tradotti in nuovi affidamenti, quando sono arrivate?» chiede. «Non ricordo precisamente a dirla tutta. Non farei comunque appunti sulla tempistica, non li trovo determinanti» risponde seccato Tombari, seguito da qualche mugugno degli ospiti della sala del consiglio.

Prosegue Gori

«Tornando alle valutazioni fatte – chiede Gori – la scelta dei nuovi soggetti è stata fatta anche perché hanno scelto soluzioni di digitalizzazione all’avanguardia e innovative. C’era qualche capitolato dettato dal confronto con i direttori che dava preferenza a queste soluzioni per l’affidamento, o sono stati spunti delle aziende?».

«Non c’era nessun capitolato e non c’è stato tempo per il confronto coi direttori. I tempi erano strettissimi. Abbiamo valutato nel merito le offerte, le varie proposte e abbiamo accettato quelle che ci sembravano più interessanti dal punto di vista economico e tecnico».

«Avete pensato ai lavoratori?» conclude Rosini

Stefano Rosini
Stefano Rosini

«Nelle vostre scelte – chiede il presidente Rosini – avete pensato ai lavoratori?».

«Anche io sarei dispiaciuto se non mi fosse stato rinnovato un affidamento – risponde Tombari – da professionista quale sono mi è capitato che non mi fossero affidati i lavori, dobbiamo renderci conto che c’è anche un mercato. Anche in passato gi affidamenti sono stati rinnovati all’ultimo momento».

Rosini rivolge un’ultima domanda all’assessore Agresti. «Sapevate che Rama sarebbe entrata nella gestione?» chiede.

«Non so dire a che data lo abbiamo saputo – risponde – abbiamo avuto le prime informazioni su questi nuovi affidamenti a partire dal 20 dicembre».

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