Asterisco, il Cda Grosseto Cultura: «Abbiamo un'offerta migliore» Skip to content

Asterisco, il Cda Grosseto Cultura: «Abbiamo un’offerta migliore»

Il Cda della Fondazione spiega: «L’asterisco non c’entra. Semplicemente abbiamo un’offerta più vantaggiosa per servizi migliori»
Caso asterisco: una mostra al Polo delle Clarisse
Caso asterisco: una mostra al Polo delle Clarisse

GROSSETO. Il Cda di Fondazione Grosseto Cultura alla fine spiega. E nessun licenziamento, dicono, è da collegarsi alla vicenda dell’asterisco che pure, a caldo, portò a una decisa richiesta di chiarimenti.

«Nessun licenziamento – scrivono i membri del Cda di Fondazione Grosseto Cultura, Giovanni Tombari (presidente), Cecilia Bambagini, Alessandro Corina, Angelo Mecacci e Alessandra Paolini – è imputabile alla vicenda dell’asterisco, che ci stupisce essere stata così erroneamente interpretata».

«Interrotta la collaborazione per avere un miglioramento funzionale e tecnologico nei servizi»

Quindi il lungo colloquio con la dipendente di Clan e la richiesta di diffondere una nota precompilata non c’entrano niente.

«L’interruzione della collaborazione con le cooperative Clan, Le Orme e Silva – dicono ancora – non deve considerarsi un licenziamento: la parola è stata impropriamente usata dai mezzi di informazione. Semplicemente il Cda di Fondazione Grosseto Cultura ha deciso di non rinnovare le convenzioni giunte a scadenza naturale il 31 dicembre 2022, come già successo in passato con altri fornitori, con l’unica ed esclusiva motivazione di assicurare un miglioramento funzionale e tecnologico dei servizi nelle strutture museali gestite da Fondazione e garantire nel contempo un risparmio economico. Una motivazione già esposta nelle sedi opportune all’amministrazione comunale e ai direttori dei musei».

«Prese in considerazione offerte di altri soggetti»

«Per quanto riguarda in particolare la cooperativa Clan, cui fino al 31 dicembre erano affidati i servizi museali al Polo culturale Le Clarisse, smentiamo con decisione che il mancato rinnovo della convenzione sia dovuto all’asterisco inserito in una parola, come invece gli esponenti di Clan hanno riferito alle testate giornalistiche. E lo testimonia il fatto che il rinnovo della convenzione per l’anno 2023 è stato proposto e sottoposto a Clan anche dopo che il “caso dell’asterisco” è diventato di pubblico dominio».

«Più semplicemente, e legittimamente, nella fase di trattative conseguente alla rimodulazione della convenzione con Clan, il Cda di Fondazione Grosseto Cultura ha ritenuto opportuno prendere in considerazione anche le offerte di altri soggetti, sempre con l’intenzione di ottenere il miglior risultato possibile, compatibilmente con le risorse disponibili in un bilancio che vogliamo resti soddisfacente. Tutte le proposte presentate da altri potenziali gestori, infatti, assicurano a Fondazione Grosseto Cultura l’intero incasso dei biglietti e non solamente una parte com’era previsto finora».

«Si tratta di una riorganizzazione generale»

«Il fatto che il “caso asterisco” non abbia alcuna rilevanza nella decisione di non rinnovare le convenzioni in scadenza si comprende anche da un ulteriore aspetto: si tratta di una riorganizzazione generale. La stessa considerazione, infatti, vale per le cooperative Le Orme e Silva, che fino al 31 dicembre 2022 hanno prestato servizio al Museo di storia naturale della Maremma».

«Premettendo che l’incarico aveva ormai raggiunto la durata di 12 anni, nonostante il principio di rotazione raccomandato alle pubbliche amministrazioni, anche in questo caso il Cda di Fondazione Grosseto Cultura ha deciso un cambio di gestione per motivazioni esclusivamente legate al miglioramento dei servizi museali».

«In particolare, in questo caso, sul fronte tecnologico: la proposta presentata da un nuovo soggetto è stata ritenuta particolarmente valida e innovativa per assicurare un salto di qualità nella fruizione dei servizi e dei contenuti. Inoltre, anche per il Museo di storia naturale l’intero incasso dei biglietti andrà a Fondazione Grosseto Cultura».

«Le decisioni del Cda, dunque, sono state e saranno sempre dettate dall’unico proposito di garantire un miglioramento nella gestione del grande patrimonio culturale affidato a Fondazione Grosseto Cultura, a tutto vantaggio della comunità. E crediamo che questo cambiamento generale, in un’ottica di digitalizzazione, possa rappresentare una crescita».

«Con i direttori delle strutture come punto fermo e riferimento in questa transizione. Altre visioni sono solo offensive dell’interpretazione del mandato da parte di questo consiglio d’amministrazione. E spiace molto che qualcuno abbia voluto strumentalizzare in chiave politica una scelta esclusivamente tecnica e organizzativa».

 

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