GROSSETO. Il caso asterisco continua a tenere alto lo scontro politico. Il botta e risposta, adesso, è fra tre esponenti del Pd, l’assessore Leonardo Marras, l’onorevole Marco Simiani e il capogruppo in consiglio comunale, Davide Bartolini, e il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
Se la causa è l’asterisco il fatto è gravissimo, dicono i tre esponenti del Pd. La sinistra trovi argomenti migliori, replica il sindaco.
Simiani, Marras e Bartolini: va allontanato ogni dubbio su questo episodio
«Se l’utilizzo di un asterisco per definire la differenziazione di genere fosse la causa di licenziamenti si tratterebbe di un fatto gravissimo: verrebbero denigrate la dignità e la professionalità di una associazione che da anni garantisce la promozione di numerose attività culturali nel nostro territorio. Per chiarire la vicenda promuoveremo la presentazione di interrogazioni in tutti i livelli istituzionali: comunale, regionale e parlamentare».
«Sempre secondo la stampa questa decisione sarebbe maturata dopo una richiesta della Fondazione di diffondere una nota in cui Clan prendeva posizione contro l’asterisco».
«Va allontanato ogni dubbio su questo episodio: il Comune di Grosseto è partner istituzionale della Fondazione e sarebbe complice di una discriminazione folle e reazionaria. Sarebbe comunque altrettanto grave se l’obiettivo fosse quello, come sostiene qualcuno, di affidare tutti i servizi comunali relativi al settore cultura a strutture che non hanno né l’esperienza, né le competenze per rivestire questi ruoli».
Vivarelli Colonna: la sinistra crea la propria verità
«La sinistra dovrebbe smetterla, una volta per tutte, di creare artificialmente la propria verità. Un modo di fare fazioso e strumentale al quale siamo abituati, che è ampiamente smascherato ma a cui continuano a ricorrere non avendo altri argomenti»; queste le parole di Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, in risposta alle dichiarazioni di Marco Simiani, Leonardo Marras e Davide Bartolini.
«Il PD – prosegue – fa finta di non aver letto l’esaustiva replica di Fondazione Grosseto Cultura, che nega qualsiasi collegamento tra il tema dell’asterisco e quello del non rinnovo contrattuale (anche in questo caso Simiani, Marras e Bartolini usano, impropriamente e intenzionalmente, il termine distorto e fuorviante di “licenziamento”) di cui sono state oggetto le cooperative Clan, Le Orme e Silva. Ciò è dimostrato proprio dal fatto che la decisione del Cda di Fondazione Grosseto Cultura non riguarda solo la prima cooperativa. Una trappola piuttosto pietosa, quella del Pd, in cui non cado certamente. La sinistra grossetana, del resto, è questa: pronta a gettare fumo negli occhi, gridando le proprie falsità, con l’obiettivo di coprire quanto di buono si sta facendo in questi anni».
«Il Cda ha piena autonomia, non doveva avvertirci»
«E allora, andiamo oltre questo bieco e vergognoso tentativo di strumentalizzazione e torniamo sul tema del mancato rinnovo di cui, lo ribadisco, non sono stato messo al corrente, né io né il mio assessore Luca Agresti. A questo proposito, ricordo che non esiste un regolamento che obbliga la Fondazione a informare preventivamente il Comune sulle questioni gestionali. Il Cda, che ha la mia fiducia, ha dunque piena autonomia ed è in grado di assumersi la completa responsabilità delle proprie decisioni per il bene del territorio».
«Ecco perché è grave che i nostri avversari usino questo argomento solo con lo scopo di far sorgere un caso politico laddove invece non esiste. E non lo dico solo io: anche nel corso degli incontri che ho avuto con il Cda, con i direttori e con le stesse cooperative, infatti, si è ragionato esclusivamente di temi organizzativi riguardanti le attività della Fondazione e delle motivazioni che hanno portato alla scelta di cambiare. In nessun caso si è parlato della questione asterisco e, in particolare, i diretti interessati della cooperativa Clan non vi hanno fatto il minimo riferimento».
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