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Via Almirante. Marras: «Via della rissa»

L’assessore regionale interviene nel dibattito dalla sua pagina Facebook appellandosi anche al primo cittadino di Grosseto. I capigruppo Bartolini, De Martis e Gori: «Il sindaco è riuscito a lacerare la città e spaccare la maggioranza»
Un render grafico di come verrà l'area del Borgo Nuovo
Un render grafico di come verrà l’area del Borgo Nuovo

GROSSETO. Via Almirante sta continuando a generare malcontenti. La recente approvazione da parte del consiglio comunale poi, non ha tranquillizzato gli animi. Anche l’assessore regionale Leonardo Marras si esprime sulla decisione presa dalla maggioranza in consiglio comunale e fa un appello al primo cittadino.

«Hai visto? La via della rissa!»

«Stamani, mi sono fermato a prendere il giornale e l’edicolante, persona attenta e simpatica, mi fa: “Hai visto? La via della rissa!”» scrive Marras sulla sua pagina Facebook.

«È così che si traduce questa iniziativa bislacca, ignorante e prepotente, della maggioranza che governa il Comune di Grosseto, di intitolare ad Almirante una via traversa della futura via della Pacificazione» prosegue l’assessore.

Poi, motiva le sue parole. «Bislacca perché c’è un indirizzo del consiglio comunale del precedente mandato che poteva essere ignorato e la coerenza, in questi casi, è segno solo di intontimento – precisa Marras – Ignorante perché, mischiando e stravolgendo i fatti, non si riferisce né alla storia, né al contributo reale che personalità hanno offerto all’affermazione della democrazia e alla crescita del capitale sociale della comunità nazionale – rimarca – Prepotente perché impone una pacificazione, mercanteggia i valori un tanto al chilo, primeggia a petto villoso con la forza dei numeri, ignora il moto di opposizione e spacca la città: si cura solo della visibilità nazionale che, seppur in negativo, gli è regalata e si nutre dei cori dei propri tifosi tutti nascosti come in una bisca clandestina di una zuffa di galli».

Leonardo Marras

L’assessore ci tiene a precisare che nessuna responsabilità da uomo delle istituzioni è stata usata in questo frangente. «Nessun gesto da padre di una comunità che, nonostante tutto, sa ascoltarla. Niente di niente, addirittura la denuncia a chi dissente» dice Marras.

L’appello al sindaco

«È come un minestrone dal sapore molto amaro e che è scaduto (per fortuna!) da 78 anni – ricorda L’assessore – Ma se tutto questo oggi accade, significa che ancora sono troppi coloro che in frigorifero, questo minestrone, lo stanno conservando. Mi permetto allora, di dare due consigli. Il primo, a quest’ultimi: buttate quelle buste! La roba scaduta fa più male del male che ha fatto quando era fresca».

Il secondo consiglio è rivolto al sindaco. «Vuoi realmente agire nel senso della pacificazione? Sei davvero mosso dalla volontà di riunire la comunità e non di dividerla? – chiede ad Antonfrancesco Vivarelli Colonna – Allora, stai fermo, non alimentare la rissa, ascolta la città intera, hai la responsabilità verso tutti, non solo verso chi ti ha votato. E lascia perdere questa storia delle vie. Ti ringrazieranno in tanti, primi tra tutti quelli che hanno comprato casa da quelle parti».

Bartolini, De Martis e Gori: «Il sindaco è riuscito a lacerare la città e spaccare la maggioranza»

I capigruppo del Partito democratico, di Grosseto città aperta e del Movimento 5 stelle firmano un documento comune.

Davide Bartolini, Carlo De Martis e Giacomo Gori si scagliano contro il primo cittadino. «Con l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante, il sindaco di Grosseto voleva addirittura pacificare l’intera Nazione – dicono i capigruppo – invece è riuscito a lacerare la città e spaccare la maggioranza. È finita così la votazione di ieri, voluta da Vivarelli Colonna per confermare, caso unico nella storia ed evidente sintomo di debolezza, una decisione già presa dalla giunta appena due mesi prima».

Carlo De Martis in consiglio comunale
Carlo De Martis in consiglio comunale

Il rischio del numero legale

Il capogruppo di Forza Italia si è chiamato fuori, neppure firmando la mozione sottoscritta da tutti gli altri gruppi di maggioranza. In aperto contrasto con il suo assessore di riferimento, Luca Agresti, oltre che con la scelta fatta dal suo partito nel 2018 sullo stesso tema.

«Dal gruppo Nuovo Millennio, composto dai transfughi dalla lista del Sindaco, si è sfilata la consigliera Gaviano e addirittura la Lega ha fatto mancare due voti – ricordano i capigruppo nella nota – con il consigliere in quota CasaPound che ha rivendicato che con gli antifascisti nessuna pacificazione è possibile. Il consigliere Cerboni ha votato contro non convivendo una scelta divisiva che tributa un riconoscimento a figure politiche distanti dalla sua matrice liberale».

Davide Bartolini

Bartolini, De Martis e Gori sostengono che nella maggioranza ci fossero malumori da giorni. «La si respirava da giorni – precisano – tanto che in apertura di seduta è stato necessario un blitz del presidente del consiglio a quattro mani con Fratelli d’Italia per anticipare la discussione su via Almirante. Dall’ultimo al primo punto all’ordine del giorno, per evitare il rischio di ulteriori defezioni che avrebbero fatto saltare il numero legale».

«L’assessore Rossi il vero artefice dalla manovra»

I capigruppo poi c tengono a ricordare altri amministratori che hanno dovuto affrontare scelte simili. «Alessandro Antichi ben due volte rispedì al mittente la pretesa dei suoi assessori di intitolare una via ad Almirante – ricordano – E così fece anche Alemanno, sindaco di Roma con un passato nel partito di Almirante, affermando che “il compito di un sindaco deve essere quello di rappresentare tutti e fare scelte che uniscano e non lacerino la città sui valori fondamentali”, e per farlo dovette resistere a fortissime pressioni e tenere a bada la destra romana e nazionale».

Antonfrancesco Vivarelli Colonna non sembra del solito avviso. «Non è riuscito a tenere a bada il suo assessore Fabrizio Rossi – rimarcano – vero artefice di tutta questa operazione per avere un trofeo da offrire alla presidente Meloni e, ancora una volta, vincitore dell’ennesima prova di forza con il sindaco»

Giacomo Gori, Movimento 5 Stelle
Giacomo Gori

La prima mozione della maggioranza su via Almirante risale al 2018. «Questi nostri amministratori sono riusciti ad impantanare la città fin da quell’anno – dicono i capigruppo – in un dibattito senza fine e sempre più incattivito. Per cosa poi? Per rendere omaggio ad una figura che, specie in Maremma, ricordiamo per aver firmato il ‘manifesto della morte’. Un documento che legittimava quella guerra ai civili che già aveva portato a spargere il sangue di undici giovani di Istia d’Ombrone e, di lì a breve, si sarebbe distinta per la fucilazione degli ottantatré minatori della Niccioleta. In Maremma ricordiamo Almirante anche per il ruolo avuto nell’organizzazione della propaganda razziale al servizio di un regime che a Roccatederighi realizzò un campo di concentramento dal quale decine di ebrei della nostra provincia partirono alla volta di Auschwitz, senza fare ritorno».

Alla fine della nota, Bartolini, De Martis e Gori fanno una precisa domanda al primo cittadino: «Caro sindaco, ne è valsa la pena?».

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