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Una raccolta di firme per dire no a via Almirante

Promossa dall’Anpi provinciale, accompagnerà la lettera da inviare al prefetto. Si firma nei gazebo allestiti in tutta la provincia e in tutte le sedi dell’associazione
Una gazebo dell'Anpi
Un gazebo dell’Anpi

GROSSETO. L‘Anpi provinciale ha avviato una raccolta di firme per dire no a una via intitolata a Giorgio Almirante. Da ieri, 17 marzo, i gazebo dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia sono allestiti in tutta la provincia, a partire da Grosseto, dove anche oggi, fino alle 19, in piazza Dante Alighieri, è possibile firmare.

Nei prossimi giorni al raccolta continua con le stese modalità. Dopodiché le firme raccolte saranno allegate  una lettera aperta indirizzata alla prefetta di Grosseto, Paola Berardino, per invitarla a non autorizzare l’intitolazione di uno spazio pubblico del capoluogo maremmano a Giorgio Almirante.

«La data del 17 marzo pr avviare la sottoscrizione non è casuale – spiega Luciano Calì, presidente del comitato provinciale Anpi, intitolato a Norma Parenti – perché in questa data ricorre la giornata dedicata all’Unità nazionale e alla Costituzione repubblicana. Le ragioni della nostra ferma opposizione alla decisione della giunta sono al contempo giuridiche, storiche e politiche», aggiunge.

A partire cominciare dall’evidente «assenza di lustro nella vita, le scelte, i valori e le azioni di Almirante», scrive l’Anpi: segretario di redazione della rivista “La difesa della razza”, convinto esponente repubblichino di uno stato fantoccio al servizio della Germania nazista di Adolf Hitler, impegnato in posizioni apicali nella lotta antipartigiana, mai pentito né dissociato una volta terminata la guerra.

L’Anpi: «Confidiamo nelle valutazioni del prefetto»

Sul piano prettamente politico il Comitato provinciale “Norma Parenti” e tutte le sezioni territoriali e cittadine dell’Anpi, ritengono che la «proposta di intitolare una via ad Almirante, in nome di una presunta pacificazione, esponga l’intera città al ridicolo e alla legittima indignazione» e che si configuri cone una «grottesca, anacronistica e strumentale compensazione ideologica, attraverso la celebrazione di uno dei responsabili di un regime che ha portato lutti e dolore in tutta la provincia di Grosseto. La comunità maremmana – riprende l’Anpi – rappresenta una società evoluta, operosa, dotata di forti radici democratiche, che non ha bisogno di imbarazzanti sguardi rivolti nostalgicamente a un passato di violenza e sopraffazione.

«Confidiamo nelle attente valutazioni del Prefetto con il concreto, con l’ auspicio che non autorizzi l’applicazione di una delibera in palese contrasto con il buon senso e con la storia di coraggioso riscatto, democratico e antifascista, della provincia di Grosseto», conclude l’Anpi.

La sezione Pd di Braccagni scrive al sindaco

Al coro unanime di “no” si unisce oggi anche la sezione del Pd di Braccagni Montepescali, che ha scritto una lettera aperta direttamente al sindaco. «Ci sentiamo in dovere di dissentire fermamente dalla sua proposta. Noi siamo le testimonianze viventi degli orrori che Almirante, nella sua lunga carriera di gerarca fascista, ha fatto subire ai nostri padri, renitenti all’arruolamento forzato dei giovani nell’esercito della Rsi, classificati come “sbandati”», scrivono.

«I nostri padri, diciannovenni e ventenni, avevano capito la verità e non gli hanno ubbidito. Non si sono fatti intimorire e si sono opposti, a rischio della propria vita. E in alcuni casi ce l’hanno anche rimessa in modo crudele, come è successo ai martiri di Istia il 22 marzo 1944, sorpresi e fucilati a Maiano Lavacchio. O come i minatori di Niccioleta fucilati a Castel Nuovo Val di Cecina li 14 giugno 1944, le vittime della strage della Fiumara di San Leopoldo a Marina di Grosseto. Stragi compiute con la collaborazione attiva, convinta, degli italiani fascisti capeggiati da Almirante, poi segretario dell’Msi, nel quale alcuni appartenenti hanno vantato coinvolgimenti nelle trame neofasciste.

A questi eroi che hanno sacrificato la loro vita lasciando orfani e vedove, noi rendiamo omaggio, riconoscenti. Non Li vogliamo tradire tacendo sulla proposta di intitolare una strada al loro aguzzino. Oggi noi antifascisti siamo per la pace, non odiamo ma non dimentichiamo. E stiamo all’erta perché non si ripeta mai più li male, che pure ha radici profonde. Questa triste vicenda dimostra quanto siano difficili da estirpare».


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