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Via Almirante, «violati i diritti dei consiglieri di opposizione»

Vivarelli Colonna e Turbanti convocati in Commissione garanzia e controllo per aver impedito la discussione della mozione delle opposizioni che chiedeva il ritiro della delibera
Un render grafico di come verrà l'area del Borgo Nuovo
La zona di Borgo Nuovo dove ci saranno le vie intitolate e Berlinguer e Almirante

GROSSETO. Il caso “via Almirante” finisce in commissione consiliare di controllo e garanzia. Anzi, ci finiscono il sindaco Vivarelli Colonna e il presidente del Consiglio comunale, Fausto Turbanti, invitati a comparire davanti al presidente Stefano Rosini, per fare chiarezza sulla decisione di non discutere la mozione delle opposizioni, che chiedeva la revoca di via Almirante. La seduta, aperta al pubblico, è in programma il 23 maggio, alle 10.15.

«La vicenda è, infatti, di assoluta gravità e va ben oltre il tema della mozione, tanto che ne è stata interessata anche la prefetta, che l’8 maggio ha inviato al sindaco una richiesta di chiarimenti », scrivono i capigruppo del Pd, di Grosseto Città Aperta e del Movimento 5 Stelle, Davide Bartolini, Carlo De Martis, Giacomo Gori. « A quanto è dato sapere, ad oggi non sarebbe stata ancora evasa, a ulteriore conferma dell’imbarazzo in cui si trova il primo cittadino, chiamato a giustificare l’ingiustificabile».

Su cosa devono rispondere sindaco e presidente del Consiglio

«La maggioranza di governo ha deciso di intitolare alcune nuove vie della città per rendere omaggio a Giorgio Almirante, distintosi per il suo essere fascista e la sua opera di propaganda razziale, pretendendo così di parificare antifascisti e fascisti, vittime e carnefici», riprendono le opposizioni.

«Una scelta grave e profondamente divisiva che ha lacerato la nostra comunità. Per questa ragione Pd, Grosseto Città Aperta e Movimento 5 Stelle avevano presentato una mozione per chiederne la revoca. Ma il presidente del Consiglio, con un provvedimento senza precedenti, ha deciso di impedirne la discussione. Una scelta che manifesta un profondo disagio in seno alla maggioranza, assunta in aperto contrasto con la legge e la cui matrice è tutta politica. Come del resto ha rivendicato il sindaco, affermando che la nostra mozione sarebbe inammissibile perché va “a scontrarsi con una decisione chiara e inequivocabile dell’Amministrazione”.

La minoranza: «un gravissimo precedente»

In altri termini, il Consiglio comunale non potrebbe esprimere il proprio dissenso rispetto ad una decisione assunta dalla giunta comunale.
«Dichiarazioni sulle quali ci sarebbe solo da ridere se la questione non fosse terribilmente seria. Questa azione, per quanto politicamente, istituzionalmente e giuridicamente sgangherata, se fosse tollerata diverrebbe un pericolosissimo precedente, aprendo alla possibilità per la maggioranza di turno di bloccare sul nascere potenzialmente ogni proposta dei consiglieri comunali solo perché non allineata con l’azione politica della stessa maggioranza», riprendono De Martis, Gori e Bartolini.

«Praticamente un potere di veto che, ovviamente, non ha legittimazione in alcuna fonte normativa ma solo nella fantasia di chi amministra la nostra città. La questione assume una rilevanza assai più ampia, incidendo sulla funzione di indirizzo e controllo attribuita ai consiglieri comunali e mettendo in discussione il ruolo di garanzia del presidente del consiglio, che non è stato collocato su quella poltrona per assecondare i desiderata del sindaco, ma per tutelare le prerogative dei consiglieri, anche di minoranza, operando secondo criteri di imparzialità.

La “contro-mozione” della maggioranza

«Martedì 23 la Commissione di garanzia sarà l’occasione per accertare le eventuali responsabilità. Perché se da un lato si è deciso di bloccare la mozione delle opposizioni, dall’altro il sindaco ha indotto i suoi capigruppo a presentare una singolarissima “contro-mozione”, calendarizzata per il consiglio comunale del 25 maggio.

Il documento riafferma la “triplice intitolazione” a via Almirante, via Berlinguer e via della Pacificazione nazionale, nonostante sia stata deliberata solo poche settimane fa dal sindaco e dalla sua giunta. Un vero e proprio tributo al “capo” che mortifica il ruolo del consiglio comunale e, soprattutto, segna la debolezza e l’inadeguatezza di questo sindaco e della maggioranza che lo contorna», concludono Bartolini, Carlo De Martis, Giacomo Gori.

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