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Via Almirante, a che punto siamo

Dopo la delibera approvata dalla giunta sull’intitolazione della via, manca ancora la presa in carico dell’area da parte del Comune. Poi, la richiesta sarà trasmessa alla Prefettura
La zona delle vie Almirante e Berlinguer e il cantiere del Borgo Novo
La zona delle vie Almirante e Berlinguer e il cantiere del Borgo Novo

GROSSETO. Una mossa politica fatta anzitempo o il bisogno di accelerare in vista della presa in carico, da parte dell’amministrazione comunale, della lottizzazione del Borgo Novo dove dovrebbe nascere la strada della pacificazione, quelle vie Berlinguer e Almirante, che tante polemiche ha suscitato in città.

L’ultima parola, giovedì 23 marzo, se l’è presa il parlamentare del Pd Marco Simiani, che, in una nota, ha spiegato che il ministero dell’Interno (si legga la Prefettura) non ha ancora ricevuto la richiesta per l’intitolazione

«Sulla intitolazione a Grosseto di una via a Giorgio Almirante il Ministero dell’Interno non ha ancora ricevuto nessuna comunicazione – scrive – nonostante gli annunci del sindaco l’istruttoria ufficiale non è stata quindi avviata. È auspicabile che la giunta, dopo le numerose polemiche suscitate nella popolazione, faccia un passo indietro; continueremo comunque a monitorare la vicenda, per evitare che venga dedicata una strada ad un funzionario del Governo fascista, autore peraltro di manifesti di condanna a morte che hanno causato stragi tra la popolazione locale»: è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Simona Bonafè e Marco Simiani sulla discussione della loro interrogazione su tale argomento che si è svolta oggi, giovedì 23 marzo, a Montecitorio.

A rispondere è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha confermato che l’istanza, dal Comune, non è ancora arrivata alla prefettura. E che soltanto una volta ricevuta, verrà inviata alla Soprintendenza e all’istituto di Storia patria per il parere. 

L’iter da seguire e la raccolta di firme

L’Anpi ha avviato una raccolta di firme, che sarà trasmessa alla prefetta Paola Berardino, la maggioranza tira dritto e l’assessore all’Urbanistica, il parlamentare FdI Fabrizio Rossi, che ha la delega alla toponomastica e che, grazie all’approvazione della mozione, sta raccogliendo, a livello nazionale, i meriti della scelta fatta dalla giunta.

Ma la paternità della proposta è invece dell’assessore alla Cultura Luca Agresti che, cinque anni fa tirò fuori dal cassetto, modificandola e aggiungendo il nome di Enrico Berlinguer, la mozione presentata da Gino Tornusciolo, che chiedeva una via dedicata al solo Almirante. Tornusciolo, allora, era in consiglio comunale con Casapound

La palla (rovente, in questo caso) passa ora alla prefettura, che deve dare il via libera all’intitolazione dopo aver richiesto il parere dell’Istituto di storia patria e della Soprintendenza. L’iter, per dare il nome a una strada, è uguale da sempre, da quando, nel 1927, re Vittorio Emanuele III emanò un regio decreto che stabiliva che nessuna strada poteva essere intitolata senza il parere favorevole del prefetto e dell’allora Regia deputazione di storia patria. Dal ’27 a oggi, nulla è cambiato. 

Lottizzazione in dirittura d’arrivo

Da una parte c’è quindi il dibattito politico che continua a infuriare in città, dall’altra la necessità dell’impresa che sta realizzando la lottizzazione Borgo Novo, di veder dare un nome a quelle strade. Alcune delle abitazioni appena costruite sono già abitate: chi sperava che la questione delle strade intitolare ad Almirante e Berlinguer fosse stata solo una boutade del sindaco, per spegnere le polemiche sollevate dalle offese alla segretaria del Pd Schlein, deve quindi ricredersi. 

La questione è seria e la decisione da parte della Prefettura dovrà essere presa in tempi abbastanza brevi per permettere a chi ha acquistato un’abitazione nella nuova zona, di avere un indirizzo di residenza. Vendita delle case che potrebbe anche essere condizionata dalla scelta dei nomi delle strade

Promossi e bocciati

Di richieste di intitolazioni di vie, piazze e giardini pubblici, ne arrivano ogni anno diverse negli uffici del Palazzo del Governo. Grosseto non fa differenza. Per intitolare una strada a un defunto, dalla morte devono essere passati almeno 10 anni: per questo, a Roselle, non esiste via Lorenzo Groccia. Sono stati Mario e Simone Ceri a chiedere che la strada che portava agli impianti sportivi del paese fosse intitolata al bambino, travolto e ucciso da un’auto davanti a casa. Ma 10 anni, non erano passati.

Così come non sono passati dalla morte di Alfredo Baccetti, a cui è stato intitolato lo skate park nel parco di via Giotto o da quella di Luigi Ambrosio: anche per il poliedrico artista era stata avviata una raccolta di firme per intitolargli via Ricasoli. Lo stesso accadde quando fu chiesto di intitolare una via a Umberto Cavini, patron della Pugilistica grossetana. Anche in quel caso, la richiesta fu respinta.

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