Nuova perquisizione per Ape, con elicottero e cani

La perquisizione con i cani nel campo di Ape

GROSSETO. La procura della repubblica ha disposto una nuova perquisizione, in via Giordania nel campo in cui Michele Rossi, detto Ape tiene le sue macchine. Le operazioni si sono svolte questa mattina, 24 maggio, con grande spiegamento di mezzi: i cani dell’unità cinofila dei carabinieri e l’elicottero che ha sorvolato a lungo la zona.

Era presente anche l’avvocato dell’uomo, Livio Sammatrice.

Nessuna novità dal sopralluogo

«Dal questo nuovo sopralluogo non son emerse novità, né dalla perquisizione personale e domiciliare del mio assistito. Attendiamo il pomeriggio quando verrà pubblicato il verbale», ha dichiarato Sammatrice. «Per il mio assistito – ha ripreso il legale – la preoccupazione maggiore non è tanto essere indagato, ma che venga emesso un provvedimento di sgombero della zona».

Intanto il sostituto procuratore Valeria Lazzarini, ha affidato l’incarico a due periti per per esaminare il frammento osseo ritrovato il 19 maggio.


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GROSSETO. Il movimento di pattuglie dei carabinieri è cominciato intorno alle 9 di venerdì 19 maggio, nella zona di via Giordania. Una “soffiata” probabilmente, arrivata al comando, ha fatto scattare l’allarme: in quel fazzoletto di terra ricoperto dalla vegetazione, ci sarebbe il cadavere di un uomo

Da venerdì mattina però, questa circostanza non è stata confermata da nessuno dei militari che sta operando e nemmeno dal comando: in via Giordania, intorno alle 14, è arrivato anche un escavatore dell’Esercito. 

Il corpo infatti, abbandonato in quella zona, potrebbe essere rimasto sepolto dal terreno, vista la pioggia caduta in questi giorni. 

Oltre ai carabinieri della compagnia di Grosseto, ci sono anche le unità cinofile che stanno aiutando i colleghi nelle ricerche. 

Nel pomeriggio una persona, a quanto pare solo a titolo di testimone, è stata ascoltata in caserma.

Le bici d’epoca hanno invaso Castiglione

La partenza della ciclostorica 2023

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Un bel colpo d’occhio in piazza Garibaldi a Castiglione per l’ottava edizione de La Maremmana, la corsa ciclostorica organizzata dal Gc Castiglionese e il Team Saletti. Le condizioni metereologiche annunciate, con la probabilità di pioggia, hanno tenuto lontano qualche appassionato, ma alla fine in centinaia hanno partecipato alla “corsa” amatoriale che ha previsto, come sempre, numerose soste in vari agriturismi e cantine.

Il prologo con la gara riservata ai giovanissimi

Sabato il prologo con il 2° Memorial Mario Saletti “Il Falco”: circa 90 giovanissimi corridori, dai 5 ai 12 anni, si sono dati battaglia nel circuito cittadino, che ha fatto divertire tutti i bambini presenti. Ad organizzare la corsa il Team Bike Ballero.

I vincitori

La Classifica a squadre è stata vinta dalla Uc Donoratico, davanti al’Uc Coltano Grube Costruzioni e a Una Bici per tutti. Di seguito tutti i vincitori di ogni singola categoria:

  • Cat. G1M – 1° Amato Edoardo (Una bici x tutti), 2° Balestri Gabriele (Acd Costa Etrusca), 3° Bruno Giuseppe (Mobilieri Ponsacco)
  • Cat. G2M – 1° Parri Tiago (Ciclistica Cecina), 2° Bicchi Santiago (Uc Donoratico), 3° Pisano Vittorio (Mobilieri Ponsacco)
  • Cat. G3M – 1° Pistelli Jacopo (Gs Pedale Pietrasantino), 2° Brandi Enrico (Team Bike Ballero), 3° Gesa Nicola (Acd Costa Etrusca)
  • Cat. G4M – 1° Bolognesi Mattia (Uc Coltano Grube Costruzioni), 2° Antongiovanni Diego (San Miniato Ciclismo), 3° Ciucci Matteo (Uc Coltano Grube Costruzioni)
  • Cat. G5M – 1° Stefanini Edoardo (Uc Coltano Grube Costruzioni), 2° Lepore Leonardo (Uc Donoratico), 3° De Angeli Giulio (Uc Coltano Grube Costruzioni)
  • Cat. G6M – 1° Turini Alessandro (Acd Costa Etrusca), 2° Prestigiacomo Mirco (Uc Donoratico), 3° Zoppi Andrea (Uc Coltano Grube Costruzioni)
  • Cat. G2F – 1° Marzocchi Viola (Una bici x tutti), 2°Bottai Matilde (Uc Coltano Grube Costruzioni), 3° Raglianti Nicole (Uc Coltano Grube Costruzioni)
  • Cat. G3F – 1° Lorenzoni Adele (Gs Olimpia Valdarnese), 2° Quiriconi Giorgia (Uc Donoratico), 3° Lazzareschi Emma (Uc Coltano Grube Costruzioni)
  • Cat. G4F – 1° Fontani Alice (Gs Olimpia Valdarnese), 2° Guerriei Camilla (Una bici x tutti), 3° Mannucci Camilla (San Miniato Ciclismo)
  • Cat. G5F – 1° Gismant Livia (Uc Donoratico), 2° Raglianti Luna (Una bici x tutti), 3° Lepore Emma (Uc Donoratico)
  • at. G6F – 1° Micchi Sofia (Ciclistica Cecina), 2° Lisorini Nina (Ciclistica Cecina), Di Girolamo Alyssa (Acd Costa Etrusca).

 

Un successo la Coppa Italia di subbuteo a Castiglione – Il video

La squadra di Subbuteo di Grosseto

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. La Coppa Italia di subbuteo andata in onda al palasport Casa Mora è stata un vero successo.

Sono oltre 200 le persone, tra atleti, organizzatori ed accompagnatori provenienti da tutta Italia, che per due giorni hanno affollato la cittadina.

100 i partecipanti alla competizione individuale in ben 34 squadre (da Aosta a Catanzaro, passando da Genova, Perugia, Roma, Bari, e Grosseto), si sono alternate nei tanti tavoli allestiti sulla pista.  

L’evento, organizzato dalla Federazione Italiana Sportiva Calcio da Tavolo (Fisct), insieme ad Acot e al Settore nazionale Subbuteo dell’organizzazione per l’educazione allo sport (riconosciuta dal Coni), è stato inserito nel calendario delle Giornate Europee dello Sport, del Comune di Castiglione.

Filippo Filippella (Aosta Warriors) è il vincitore

Nel torneo individuale della coppa Italia 2023 a trionfare è stato Filippo Filippella (Aosta Warriors). Primo sul tabellone Master. In finale ha avuto la meglio, di misura, su Enrico Frisone (SC Ligures).

Sul podio, eliminati in semifinale, sono saliti Stefano Flamini (SC Ascoli) e Gabriele Silveri (Salernitana). Nel tabellone Cadetti la vittoria è andata a Luca Puzzella (Team Campania) che in finale ha battuto, con il risultato di 3 a 0, Rocco Antonio Iarlori (Old Lions Macerata). Piazzamento d’onore per Stefano Zappacosta (SC Pescara) e Pierpaolo Dore (SC Sombrero).

Casale trionfa nella competizione a squadre

Nel tabellone Master del torneo a squadre, successo in finale di Casale. La formazione piemontese, composta da Alessandro Amatelli, Andrea Dorato, Christian Fricano, Alex Incorvaia e Paolo Zambello, ha avuto la meglio contro il Subbuteo Club Labronico, con il risultato di 2 a 1.

In questo torneo, salgono inoltre sul podio anche le squadre dell’ACS Perugia e del Subbuteo Club Sombrero. Nel tabellone Cadetti vittoria della Viterbese Subbuteo, che in finale ha battuto il Real Sombrero con il risultato di 4 a 0. Sul gradino più basso del podio il Team Campania e le Talpe Junior.

Il team grossetano

La squadra maremmana ha disputato buone partite. Composta da Davide San Giorgio, Pietro Magro, Alesandro Ragazzini, Giampaolo de Santis, Luca Palazzoli, Luca Moretti, Giulio Giannelli, Leonardo Moretti e Marco de Santis, ha pagato un pizzico di inesperienza rispetto agli avversari, ma ha confermato però la crescita del movimento.

Le premiazioni dei vincitori si sono svolte alla presenza della sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi e del presidente dell’Acot Paolo Pieraccini, accompagnati dalla presidente del consiglio comunale Isabelle Mariani e dall’assessora al turismo Susanna Lorenzini.

Come una star, la tartaruga Rocco è tornata in mare – IL VIDEO

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Come un vera star, la tartaruga Rocco che ha preso il nome proprio dal pescatore Rocco Giuliani che se l’era ritrovata nella rete del suo peschereccio, ha ripreso il mare aperto nel giorno della Liberazione del 25 aprile.

Un vero e proprio evento quello andato in scena sulla spiaggia dell’ex bagno Marystella sul lungo mare di via Roma a Castiglione: la tartaruga, che era stata accudita dall’associazione TarTamare, ha potuto riprendere il largo in una giornata con un bel vento di scirocco e delle belle onde.

Tanta gente non ha voluto perdersi lo spettacolo, soprattutto i bambini: e presenti oltre alla sindaca Elena Nappi padrona di casa, gli assessori della Regione Toscana all’ambiente Monia Monni e al turismo Leonardo Marras, l’onorevole Marco Simiani, insieme al comandante della capitaneria di porto di Castiglione Agostino Piscopo e alle autorità cittadine.

La liberazione della tartaruga Rocco a Castiglione della Pescaia

Una giovane tartaruga di circa 40 centimetri

Rocco, una tartaruga ancora giovane,  al momento della cattura stava abbastanza bene, anche se le cure sono servite a rimettere in piena forma l’animale.

«Proprio in considerazione della giovane età di Rocco – ha detto la dottoressa Luana Papetti di TarTamare – è difficile stabilire il sesso, ma visto che il pescatore ha recuperato l’esemplare e si chiama Rocco, un animale di circa 40 centimetri, abbiamo deciso di chiamare la tartaruga come lui».

La liberazione della tartaruga Rocco a Castiglione della Pescaia

 

25 Aprile, centinaia alla manifestazione – I VIDEO E LE FOTO

GROSSETO. Non c’è stata soltanto la contestazione al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna in piazza Dante, martedì 25 aprile. Ma c’è stata soprattutto la grande festa per ricordare la Liberazione dall’oppressione nazifascista. 

Quest’anno, Grosseto ha risposto all’invito dell’Anpi presentandosi puntuale all’appuntamento in piazza Dante, presentandosi all’appuntamento in piazza de Maria per sfilare, accompagnati dalla Filarmonica Città di Grosseto, fino al parco della Rimembranza dove la prefetta Paola Berardino accompagnata dal comandante del 4° Stormo Filippo Monti ha commemorato i caduti e ha partecipato all’alzabandiera

Un lungo corteo di bandiere rosse

È un lungo corteo di bandiere rosse quello che ha seguito, con gli striscioni dell’Anpi e delle sezioni, il gonfalone e la banda che hanno sfilato per le vie della città. Un corteo pacifico, che per tutto il tragitto ha intonato i canti della Resistenza. “Bella ciao”, “Fischia il vento”, hanno risuonato per le strade del centro storico, fino all’ingresso del parco della Rimembranza, dove, ad aspettare l’arrivo del gonfalone e dei partecipanti c’era la prefetta Paola Berardino

Accompagnata dal comandante del 4° Stormo, il colonnello Filippo Monti, ha passato in rassegna lo schieramento dei reparti militari e ha reso omaggio ai caduti, dopo la deposizione della corona d’alloro. 

Poi, è stata la volta dell’alzabandiera, che verrà ammainata martedì 25 aprile alle 19. 

25 Aprile, si voltano mentre parla il sindaco – IL VIDEO

La protesta dell'Anpi Palazzoli, di spalle mentre parla il sindaco @maremmaoggi

GROSSETO. Si sono voltati di spalle e hanno cominciato a cantare Bella Ciao, mentre il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, stava cominciando a parlare. E hanno proseguito nella contestazione annunciata nei giorni scorsi, quella organizzata dalla sezione Anpi Palazzoli e il coordinamento Donne Anpi Licena Rosi Boschi, in prima fila con lo striscione che già in piazza de Maria, alla partenza del corteo che ha attraversato la città per festeggiare il 78° anniversario della Liberazione, aveva distribuito i volantini invitando i partecipanti a voltare le spalle al sindaco.

«Non abbiamo voluto contestare l’Istituzione – spiegano – ma l’operato di una carica che si ispira ai valori contrari allo spirito antifascista della nostra Costituzione».

Lo spettro di Almirante

È l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante lo spettro che per tutta la mattina ha accompagnato la manifestazione, partita da piazza de Maria con la banda cittadina, con le bandiere dei sindacati, con tanti giovani e meno giovani che per tutto il corteo hanno cantato le canzoni della Resistenza. In prima fila, dietro ai gonfaloni, il sindaco, questa volta con la fascia tricolore – memore forse di quello che era successo a Maiano Lavacchio – insieme al presidente della Provincia Francesco Limatola, al presidente del consiglio comunale Fausto Turbanti, ai sindaci della provincia, al parlamentare Marco Simiani e all’assessore regionale Leonardo Marras.

Tutto è filato liscio fino all’intervento del primo cittadino in piazza Dante. Vivarelli Colonna, quest’anno, è rimasto anche dopo i fischi, dopo l’interruzione, a più riprese, del suo discorso, invitato dai sindaci di centrosinistra che lo hanno esortato a parlare.

A tirare in ballo la decisione della giunta guidata da Antonfrancesco Vivarelli Colonna, di intitolare una via ad Almirante è stato proprio Francesco Limatola, presidente della Provincia, anche lui interrotto più volte sì, ma dagli applausi. «Io credo che sia profondamente sbagliato intitolare una via a Giorgio Almirante – ha detto il presidente Limatola – e lo dico da sindaco, da uomo delle istituzioni, non da uomo di parte». E aggiunge: «Tralascio il maldestro tentativo di accomunare Almirante a Berlinguer – dice – e non c’è alcuna vera pacificazione nazionale. Quella c’è già stata, ma nel 1946 con il governo De Gasperi e risiede nella nostra carta costituzionale, che da allora è la nostra casa».

Limatola ha fatto la lista dei morti della Resistenza in Maremma. «Credo che loro non meritino che sia intitolata una via ad Almirante», ha detto.

«Mi violate, mi private della libertà di parola: vergognatevi»

Vivarelli Colonna, di fronte alla folla che lo ha fischiato, che gli ha voltato le spalle, che lo ha interrotto, non ha arretrato di un passo: «Imparate la Costituzione – ha urlato nel microfono, mi violate, mi private della libertà di parola. La Liberazione è anche questo, permettere anche a chi ha un’opinione differente di poterla esprimere. Io ho ascoltato chi mi ha preceduto in religioso silenzio anche se certe opinioni non le ho condivise».

Dieci minuti di fischi, di cori, di note di Bella ciao cantate per contestare il primo cittadino. Dieci minuti che sono sembrati lunghissimi a chi martedì 25 aprile era in piazza Dante a Grosseto, dove l’aria di festa respirata fino ad allora ha lasciato il posto allo scontro – insanabile – tra due posizioni. Quella della piazza, che ha chiesto un passo indietro rispetto all’intitolazione di una via ad Almirante e quella del sindaco, che ha risposto che quella scelta «è stata la volontà del popolo presentata con un mozione».

Invitato dai sindaci di centrosinistra (in piazza Alessandra Biondi di Civitella, Bice Ginesi di Scansano e lo stesso Limatola, sindaco di Roccastrada) e dal parlamentare Pd Simiani insieme all’assessore Marras, Vivarelli Colonna ha ripreso poi la parola, leggendo finalmente il suo discorso, paonazzo in volto e ormai con la voce alterata.

«La Liberazione non è la festa della sinistra»

Gli applausi, alla fine del discorso del sindaco, sono arrivati dai suoi colleghi che erano in piazza e dagli assessori che hanno partecipato alle celebrazioni. Tirato il fiato, il primo cittadino ha ripreso: «La contestazione ci deve essere, per fortuna siamo in democrazia – ha detto Antonfrancesco Vivarelli Colonna – Io credo che oggi sia stato un momento molto importante, molto interessante durante il quale ho potuto esprimere la mia opinione, rispetto ai regimi totalitaristici. Ho votato giurando sulla Costituzione, chi mi accusa del contrario sarà penalmente perseguito».

E aggiunge: «Oggi è la festa di tutti, è anche la festa degli alleati che sono sbarcati in Sicilia – aggiunge Vivarelli Colonna – Sono soprattutto bandiere rosse a sventolare, ma io non ho mai capito il perché, questo è uno dei grandi misteri che in 53 anni non ho ancora disciolto, perché il 25 aprile è la festa di tutti».

L’Anpi spaccata in piazza

C’è stata la contestazione al sindaco, in piazza Dante, ma c’è stata anche la frattura, evidente, nata in seno all’Anpi. Con Luciano Calì, presidente provinciale, che ha voluto ricordare come quello di oggi, a Grosseto, sia stato il primo 25 Aprile senza il partigiano Nello Bracalari.

«Voglio ricordare Nello – ha detto Calì – che tra pochi giorni avrebbe compiuto 95 anni. E voglio anche ribadire che è nostro obbligo chiedere che lo stato attraverso le proprie istituzioni, ribadisca il proprio antifascismo».

Calì, presidente provinciale dell’Anpi, aveva già espresso la propria posizione rispetto a quella della sezione Palazzoli. In piazza Dante, le spalle voltate al sindaco, sono state la rappresentazione visiva, se mai ce ne fosse stato bisogno, della spaccatura tra le file degli ex partigiani.

«Ho perso una gamba ma ho trovato la vita»

GROSSETO. È tornata a casa con una medaglia d’oro al collo. Una medaglia conquistata con fatica e costanza. Ma soprattutto con una caparbietà e una forza che non sempre le donne riescono a trovare. Nemmeno quando di gambe, ne hanno due. Maddalena Milone, nel 2020 ha subito l’amputazione della sua gamba. Ma non si è fatta fermare e oggi, grazie alle insegnanti della Fight gym che l’hanno seguita allenamento dopo allenamento, è tornata a casa laureata campionessa. 

Maddalena con la medaglia d’oro al collo

Una laurea che vale doppio, conquistata grazie alla sua forza incrollabile. 

L’incidente con il paracadute

Maddalena, originaria dell’Abruzzo, è sempre stata uno spirito libero. A Grosseto era arrivata da ragazzina con i suoi genitori e – dopo la laurea e dopo anni passati all’estero – è stata costretta a tornare dopo il terribile incidente avvenuto nel 2016 in Spagna. «Lavoravo per un’azienda di paracadutismo – racconta – Ho fatto un lancio, ho sbagliato una manovra e mi sono schiantata al suolo. Mi sono rotta tutto, in Spagna mi hanno salvato la vita». 

Maddalena Milone in palestra

Le condizioni di Maddalena, dopo l’incidente, erano gravissime: la donna è stata stabilizzata e operata più volte. «Per più di un anno ho dovuto usare la carrozzina per muovermi – spiega – avevo una lesione spinale, barre e chiodi nella schiena. Avevo bisogno della mia famiglia e per questo sono tornata a Grosseto».

Per un anno, la vita di Maddalena è stata un calvario. «Poi sono riuscita a camminare di nuovo e ho cominciato a insegnare – racconta – Sembrava che il peggio fosse passato, ma purtroppo non è stato così». 

«Dopo i primi interventi ho avuto una infezione e da allora mi sono sottoposta a 24 operazioni totali per cercare di salvare la gamba – racconta –  ma non c’è stato verso. A luglio del 2022 non c’era più niente da fare, l’infezione era così estesa che mi mandava continuamente in setticemia. Abbiamo deciso di amputare la gamba».

Pole dance e ginnastica acrobatica nel menu della campionessa

Maddalena ha dovuto imparare a convivere senza la sua gamba sinistra. A indossare la protesi, ma anche ad affrontare la vergogna e la paura. «Dal 2022 ho cominciato a fare terapia al Sant’Orsola a Bologna – dice – è stata lunghissima e anche tanto faticosa. Ma ora riesco non solo a camminare, ma anche a correre. Sono riuscita a recuperare tutti i movimenti»

Maddalena in auto con le sue insegnanti di pole dance della Fight Gym: Marika Bellucci, Alessandra Rustici e Cecilia Mangiavacchi

Maddalena ha sempre praticato sport e questo certamente l’ha aiutata nel suo lungo percorso di recupero dopo l’incidente. «Poi ho pensato che la pole dance mi avrebbe in qualche modo aiutata – dice – così come la ginnastica acrobatica che ho cominciato a praticare insieme alla preparazione atletica. Questa scelta è stata vincente». 

Sabato 15 aprile è arrivato il momento di far vedere al pubblico di che pasta è fatta una campionessa. «È stata la prima gara che ho fatto – dice Maddalena  – Mi vergognavo tantissimo, avevo molta paura. Ma ho deciso di affidarmi alle insegnanti della Pole Fight, ad Alessandra Rustici, Cecilia Mangiavacchi e Marika Bellucci. Alla fine, anche questa scelta ha pagato». 

Maddalena è tornata a casa con una medaglia d’oro al collo che brilla di soddisfazione.  

Messa da parte la paura e la vergogna, Milone ha conquistato la giuria del campionato Interregionale 2023. «Se lo fai bene, questo sport ti aiuta tanto – dice – Serve molta prestanza fisica, lavorare sul palo aiuta a rinforzare tutto il corpo. E poi mi diverto molto, serve anche ad imparare ad esprimersi».

Maddalena si allena ogni giorno. «Faccio due o tre volte alla settimana pole, una ginnastica acrobatica – aggiunge – e gli altri giorni vado a correre». 

La nuova vita di Maddalena

Sono tante le cose che sono cambiate da quando Maddalena ha avuto l’incidente. Da quando ha dovuto scegliere l’amputazione della sua gamba per continuare a vivere. «Fino ad allora a volte mi lamentavo dicendo che avevo solo la salute e che mi mancava tutto il resto – spiega – ora la mia prospettiva si è ribaltata: la malattia mi ha insegnato molte cose che prima davo per scontato. Fare una passeggiata o tornare a fare la spesa in un grande supermercato e scegliere da sola cosa mangiare. Questo è un lusso che oggi finalmente posso concedermi di nuovo».

Maddalena durante un allenamento

La paura è stata una costante negli ultimi anni di vita di Maddalena. «Perdere la gamba, al netto delle altre disabilità mi aveva spaventato molto – dice – Avevo paura di essere lasciata dal fidanzato, che avevo conosciuto solo sei mesi prima. Ma ero io che avevo paura di guardarmi nello specchio. Le persone guardano la mia protesi ma cerco di abituare gli altri a questa mia differenza. Lo faccio a scuola, dove non ho mai avuto problemi con gli studenti, per esempio, ma dove sono stata aggredita da una bidella perché mi ero tolta la protesi che mi faceva male: mi disse che non avevo rispetto e sensibilità. D’estate, però, si muore dal caldo con la protesi, e capita di doverla togliere. 

Protesi per tutti: raccolte più di 70.000 firme 

Oggi Maddalena cammina, vince medaglie con la pole dance, corre e si allena come ginnasta acrobata. Grazie a una protesi, che le permette di svolgere una vita normale. «Una vita che però a molti disabili viene negata – dice – perché le protesi costano tantissimo e quelle sportive, che sono ausili tecnologici, non vengono passate agli invalidi civili».

Maddalena, sulla piattaforma Chenge.Org, ha lanciato la campagna “La disabilità non scade” per chiedere al Ministero della disabilità, delle pari opportunità e del lavoro che venga aggiornato il nomenclatore tariffario, che è rimasto fermo al 1999. «Questo comporta che noi invalidi civili – spiega –  non abbiamo diritti ad ausili tecnologici, come quelli che servono per avere una vita il più possibile vicina alla normalità.  È un diritto poter praticare sport ed è un diritto che tutti abbiano la possibilità di accedere agli ausili tecnologici. Oltre a questo, stiamo lottando anche per ottenere il congedo straordinario per la 104, che non ci viene riconosciuto: sostanzialmente, il disabile che lavora, non ha diritto al congedo e ovviamente non posso permettermi di non lavorare: la pensione di invalidità è di 285 euro al mese. Però sono costretta ad andare al lavoro anche quando sono costretta ad utilizzare le stampelle o quando non posso indossare la protesi per qualche problema. Mi sono vergognata tanto, quando mi è successo».  

Un cuoricino disegnato sulla protesi

La lotta di Maddalena non è ancora finita. «Io sono stata inserita in una sperimentazione – dice – e ho la protesi per questo. Quella di Ambra Sabatini costa 60.000 euro, diecimila in più quella di Martina Caironi. Ma loro sono atlete che hanno partecipato alle Olimpiadi, sono sponsorizzate. Il tecnico Matteo Sella di Somp Ortopedia mi ha fatta entrare nella sperimentazione. Pensate che solo il piede costa 3.500 euro, mentre la lama l’abbiamo trovata in offerta a 2.000 euro. la cuffia da sola costa 700 euro e non se ne può fare a meno».

Una bella immagine di Maddalena Milone

I problemi, per chi ha una disabilità come quella di Maddalena, sono tantissimi. Ma anche la soddisfazione di vedere che comunque, piano piano, la vita torna a scorrere anche in quella parte di te che non c’è più. «Ho insegnato al linguistico Rosmini – dice –  i ragazzi sono stati bravissimi, comprensivi e rispettosi, è stato più difficile con gli adulti. Un po’ siamo noi che ci nascondiamo, io indossavo pantaloni lunghi o cercavo protesi estetiche. Ora invece, comincio quasi a trovarla carina, tanto che ci ho fatto disegnare un cuore sopra».

Un cuore, come quello grande di Fabio, il compagno di Maddalena, o quello delle sue tre insegnanti di pole, Cecilia, Alessandra e Marika, di Riccardo Fuligni, il preparatore di ginnastica acrobatica della Beta Flag, di Davide Velluti, il fisioterapista e del tecnico ortopedico Matteo Sella di Somp Ortopedia. «Sono loro che devo ringraziare – dice – È soltanto grazie a loro che mi sono riuscita a cucire al petto questa medaglia d’oro». 

 

Chi ha ucciso Norma Parenti? La verità nel fascicolo del tribunale

MASSA MARITTIMA. «L’intenzione di chi ha ucciso Norma Parenti era quella di cancellarne il ricordo». Ricordo che resta invece ancora ben presente, a distanza di 79 anni dal suo omicidio.

Lo hanno dimostrato le persone che sabato 22 aprile hanno affollato la sala del palazzo dell’Abbondanza a Massa Marittima. Nessun posto libero, nella sala. «Sono contento di questo risultato – ha detto il sindaco di Massa Marittima Marcello Giuntini – perché si aggiunge una pagina importante alla storia dell’uccisione di Norma e anche perché, in una giornata in cui nella nostra città c’erano altre iniziative, l’interesse per questa pubblicazione è alto». 

Tra i presenti, il direttore Gerardo Livrieri, che ha portato i saluti della presidente del tribunale Laura Di Girolamo, Elena Vellati, vice presidente dell’Isgrec, c’era anche il figlio della partigiana uccisa, Alberto Mario Pratelli, unico erede di una storia ancora tutta da scrivere. 

Un libro da leggere tutto d’un fiato

Lo hanno dichiarato subito, i due autori del libro “L’ultimo giorno insieme a Norma Parenti”: il ritrovamento del fascicolo sulla morte della partigiana, uccisa da un commando del quale facevano parte anche alcuni italiani, serve a dare una cornice più chiara ai fatti che si sono svolti il 22 giugno 1944, quando Norma e la madre Roma sono state trascinate in un podere non lontano dalla loro abitazione e dove la ragazza, poco più che ventenne e già madre di Alberto Mario, è stata uccisa. 

«Quello che emerge dagli atti che abbiamo analizzato – dice Zanelli – ci hanno così coinvolti, che a un certo punto abbiamo avuto l’impressione di aver vissuto con lei le ultime ore della sua vita». 

Da sinistra, Alberto Mario Pratelli, Sandra Zanelli, Oriano Negrini e i rappresentanti dell’Anps

Norma Parenti ha rappresentato tantissimo per la storia della Resistenza in Maremma. Ed è proprio questo, quello che è emerso nella sala del palazzo dell’Abbondanza: la vicinanza a quella figura di donna straordinaria che non è stata soltanto una semplice staffetta, ma che era colei che cercava di convincere, spesso riuscendoci, soldati russi e austriaci a disertare e unirsi ai partigiani

Mentre Zanelli ha ricostruito la figura di Norma e il contesto nel quale era maturato l’omicidio, Negrini è entrato nel dettaglio delle tecniche investigative degli anni Quaranta. 

Per Norma, per la Libertà, per la Resistenza

Non è solo il frutto della ricerca di due appassionati di storia. Il libro edito da Betti è la testimonianza viva e diretta di come la memoria sia fondamentale per far vivere in eterno chi ha davvero fatto la storia del nostro Paese. 

A Norma Parenti sono stati dedicati i saluti dei due autori, che hanno avuto il merito di portare la medaglia d’oro al valor militare, scomparsa 79 anni fa per un colpo di rivoltella sparato durante un agguato, in quella sala. Raccontandola con tutta l’umanità che le si deve.

«Per Norma, per la libertà, per la Resistenza»: ha concluso così Zanelli, la sua presentazione. Non senza suscitare commozione nella sala, che si è stretta in un abbraccio al figlio Alberto Mario, che per la prima volta nella sua vita ha potuto vedere da vicino, quel fascicolo, il 576, rimasto sepolto per quasi 80 anni, nell’archivio del tribunale. 

 

 

 

 

A Civitavecchia trionfano gli equipaggi maremmani

CIVITAVECCHIA. Giornata trionfale per il remo maremmano. A Civitavecchia nel “Palio dei tre porti”, a primeggiare nei maschi e nelle donne sono gli equipaggi arrivati dalla Maremma. Nella sfida maschile uno-due: primo Orbetello secondo Castiglione della Pescaia.

Nel femminile, alla prima uscita in questa manifestazione, le ragazze di Castiglione della Pescaia vincono senza discussione.

Un palio ricco di storia e tradizioni vinto dalle donne di Castiglione

Il Palio dei tre porti è un evento sportivo promosso dall’associazione Mare Nostrum di Civitavecchia, ed è ispirato alla storia, alla cultura, alle tradizioni e alle leggende delle città marinare di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Negli anni si è aperto anche agli equipaggi degli approdi del litorale del Lazio, della Campania e della Toscana.

L’equipaggio femminile di Castiglione della Pescaia. Dall’alto Sara Roggiolani, Costanza Todini, Elisa Loffredo, Assunta Bovenzi, Alice Viti

Ad aprire la giornata la gara femminile, con tre equipaggi al via sui 300 metri del percorso. Castiglione e le due barche di Civitavecchia. In partenza Castiglione ha avuto qualche difficoltà ma poi la rimonta è stata veemente e già alla virata le ragazze in oro e azzurro hanno messo la testa avanti allungando nel finale e trionfando davanti a Civitavechhia 2 e Civitavecchia 1.

L’equipaggio femminile di Castiglione della Pescaia: timoniere Alice Viti, primo remo Assunta Bovenzi, secondo remo Elisa Loffredo, terzo remo Costanza Todini, quarto remo Sara Roggiolani. All. Simone Boldi.

Finale maschile tutta maremmana

Fra i maschi prima ci sono state le eliminatorie su una distanza di 300 metri e una sola virata con due batterie. Nella prima Castiglione ha regolato Amalfi e Civitavecchia 1; nella seconda Orbetello ha vinto su Malta e Civitavecchia 2. Poi le semifinali incrociate con le prime due qualificate. Nella prima Castiglione su Malta e Civitavecchia 2; nella seconda Orbetello su Civitavecchia 1 e Amalfi.

L’equipaggio di Orbetello

La finale si è disputata sui 600 metri e tre virate e Orbetello ha messo in mostra la sua tecnica e potenza, regolando Castiglione della Pescaia, e i due equipaggi di Civitavecchia, 1 e 2. 

L’equipaggio di Orbetello: timoniere Massimiliano Fortunato, primo remo Marco Casetta, secondo remo Gianluca Santi, terzo remo Davide Banti, quarto remo Bruno Busonero.

Gli equipaggi di Castiglione della Pescaia

L’equipaggio di Castiglione della Pescaia: timoniere Alessandro Speciale Damiani, primo remo Tommaso Veri, secondo remo, Sebastiano Biancalani, terzo remo Filippo Gargano,  quarto remo Francesco Cherubini. Allenatore Simone Boldi.