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Chi ha ucciso Norma Parenti? La verità nel fascicolo del tribunale

Sala gremita, nel palazzo dell’Abbondanza a Massa Marittima, per la presentazione del libro di Sandra Zanelli e Oriano Negrini. L’emozione del figlio della partigiana uccisa il 22 giugno 1944

MASSA MARITTIMA. «L’intenzione di chi ha ucciso Norma Parenti era quella di cancellarne il ricordo». Ricordo che resta invece ancora ben presente, a distanza di 79 anni dal suo omicidio.

Lo hanno dimostrato le persone che sabato 22 aprile hanno affollato la sala del palazzo dell’Abbondanza a Massa Marittima. Nessun posto libero, nella sala. «Sono contento di questo risultato – ha detto il sindaco di Massa Marittima Marcello Giuntini – perché si aggiunge una pagina importante alla storia dell’uccisione di Norma e anche perché, in una giornata in cui nella nostra città c’erano altre iniziative, l’interesse per questa pubblicazione è alto». 

Tra i presenti, il direttore Gerardo Livrieri, che ha portato i saluti della presidente del tribunale Laura Di Girolamo, Elena Vellati, vice presidente dell’Isgrec, c’era anche il figlio della partigiana uccisa, Alberto Mario Pratelli, unico erede di una storia ancora tutta da scrivere. 

Un libro da leggere tutto d’un fiato

Lo hanno dichiarato subito, i due autori del libro “L’ultimo giorno insieme a Norma Parenti”: il ritrovamento del fascicolo sulla morte della partigiana, uccisa da un commando del quale facevano parte anche alcuni italiani, serve a dare una cornice più chiara ai fatti che si sono svolti il 22 giugno 1944, quando Norma e la madre Roma sono state trascinate in un podere non lontano dalla loro abitazione e dove la ragazza, poco più che ventenne e già madre di Alberto Mario, è stata uccisa. 

«Quello che emerge dagli atti che abbiamo analizzato – dice Zanelli – ci hanno così coinvolti, che a un certo punto abbiamo avuto l’impressione di aver vissuto con lei le ultime ore della sua vita». 

Da sinistra, Alberto Mario Pratelli, Sandra Zanelli, Oriano Negrini e i rappresentanti dell’Anps

Norma Parenti ha rappresentato tantissimo per la storia della Resistenza in Maremma. Ed è proprio questo, quello che è emerso nella sala del palazzo dell’Abbondanza: la vicinanza a quella figura di donna straordinaria che non è stata soltanto una semplice staffetta, ma che era colei che cercava di convincere, spesso riuscendoci, soldati russi e austriaci a disertare e unirsi ai partigiani

Mentre Zanelli ha ricostruito la figura di Norma e il contesto nel quale era maturato l’omicidio, Negrini è entrato nel dettaglio delle tecniche investigative degli anni Quaranta. 

Per Norma, per la Libertà, per la Resistenza

Non è solo il frutto della ricerca di due appassionati di storia. Il libro edito da Betti è la testimonianza viva e diretta di come la memoria sia fondamentale per far vivere in eterno chi ha davvero fatto la storia del nostro Paese. 

A Norma Parenti sono stati dedicati i saluti dei due autori, che hanno avuto il merito di portare la medaglia d’oro al valor militare, scomparsa 79 anni fa per un colpo di rivoltella sparato durante un agguato, in quella sala. Raccontandola con tutta l’umanità che le si deve.

«Per Norma, per la libertà, per la Resistenza»: ha concluso così Zanelli, la sua presentazione. Non senza suscitare commozione nella sala, che si è stretta in un abbraccio al figlio Alberto Mario, che per la prima volta nella sua vita ha potuto vedere da vicino, quel fascicolo, il 576, rimasto sepolto per quasi 80 anni, nell’archivio del tribunale. 

 

 

 

 

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