Cadaveri nel terreno, il faccia a faccia | MaremmaOggi Skip to content

Cadaveri nel terreno, il faccia a faccia

Dal confronto tra Ape e uno straniero non sarebbero emersi elementi utili per le indagini: il campo era stato coltivato di recente
La zona dove sarebbero stati sepolti i due cadaveri

GROSSETO. Un faccia a faccia, un confronto tra due uomini. Da una parte Michele Rossi, da tutti conosciuto come Ape, ad oggi l’unico indagato per distruzione e occultamento di cadavere, dall’altra un uomo di origini straniere.

I due però, non avrebbero detto nulla di utile per le indagini. 

Sul giallo dei due cadaveri sepolti nel terreno in via Giordania, i dubbi sono ancora tanti. Le certezze pochissime: qualcuno avrebbe detto ai carabinieri che in quella zona che si estende tra via Giordania e la ferrovia ci sarebbero stati i corpi di due persone vittime di omicidio. Morti, forse, in seguito a un’aggressione per un regolamento di conti avvenuto dieci giorni fa.

Ma di quei corpi, dopo il blitz dei carabinieri di venerdì 18 maggio, non è stata trovata alcuna traccia. 

Un unico indagato

Resta indagato soltanto Ape, difeso dall’avvocato Giovanni Livio Sammatrice, al quale Rossi ha confermato di essere completamente estraneo rispetto alle contestazioni della Procura. 

«Lo vogliono incastrare – dice il legale – lui non ha fatto niente di male».

L’indagine dei carabinieri, coordinata dalla sostituta procuratrice Valeria Lazzarini, intanto va avanti. Nel terreno dove sarebbero stati nascosti i due corpi, i cani molecolari non hanno trovato nulla.

Soltanto spazzatura e qualche osso di pollo. 

Il terreno era stato recentemente lavorato con una motozappa, che Rossi aveva chiesto in prestito, per poi «poter seminare i carciofi», ha spiegato. 

Le indagini intanto vanno avanti: di punti da chiarire ce ne sono ancora molti e probabilmente, per far combaciare tutti i pezzi del puzzle, ci vorrà ancora un po’ di tempo. 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati