Al lavoro nei campi senza nemmeno poter andare in bagno – IL VIDEO

GROSSETO. Dei 10 uomini, tutti di origini pachistane, portati in carcere lunedì mattina su ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Livorno, con l’accusa di caporalato, 9 sono residenti nella provincia di Grosseto. Tutti uomini di origini pachistane: tre di loro abitano in città e hanno 28, 40 anni e 57 anni, quattro vivono a Massa Marittima, e hanno 36, 47, 29 e 31 anni, un uomo di 46 anni è residente a Cinigiano e uno di 44 anni ad Arcidosso. 

Nove persone, tutte residenti in Maremma e regolari sul territorio che sono finite in carcere per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ovvero per caporalato. Reati commessi con violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro.

La denuncia dei lavoratori

Un’indagine andata avanti quasi un anno, dal maggio del 2023 fino a febbraio 2024 a cura dei carabinieri della compagnia di Piombino con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro che si è sviluppata grazie alle attività tecniche e dinamiche che poi sono state confrontate con le dichiarazioni dei lavoratori, parti offese nel procedimento.

L’intera operazione si è articolata attraverso servizi di pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, acquisizione di documenti attestanti le prestazioni lavorative effettivamente svolte e risultate totalmente difformi da quanto desumibile invece dalla documentazione amministrativa di 6 ditte individuali fornitrici di lavori e servizi nel settore agricolo riconducibili ad altrettanti arrestati.

Gli arrestati, 10 in totale (uno solo è residente in provincia di Siena, a Poggibonsi) per tutto il periodo delle indagini hanno continuato a mettere in atto lo stesso sistema. Dimostrando, secondo la Procura di Livorno, particolare inclinazione a delinquere.

67 ospiti del Cas sfruttati nei campi

67 gli stranieri, ospiti del Cas La Caravella di Riotorto, in provincia di Livorno, impiegati in maniera irregolare. Che ogni giorno venivano prelevati da 3 distinti gruppi dediti al reclutamento dal centro d’accoglienza. Gli ospiti del Cas sono tutti richiedenti status di protezione internazionale di rifugiati e quindi beneficiari di protezione umanitaria, di nazionalità pakistana e bengalese, che venivano sfruttati.

I tre gruppi individuavano i migranti da utilizzare in agricoltura, andavano a prenderli e poi li accompagnavano nelle aziende agricole delle province di Grosseto e Livorno.

Ovviamente, i lavoratori non venivano “assunti” sulla base delle loro eventuali capacità o competenze personali, bensì esclusivamente in termini quantitativi ovvero sul numero di lavoratori richiesti per le diverse attività agricole.

Dieci ore di lavoro al giorno pagate una miseria

Sono state riscontrate, inoltre, violazioni della normativa sull’orario di lavoro (i lavoratori svolgevano turni anche di oltre 10 ore giornaliere, che si protraevano dalle prime luci dell’alba fino al tardo pomeriggio, in violazione alla legge relativa all’orario di lavoro) per lo svolgimento di attività agricola (consistente nella raccolta di ortaggi ed olive nonché nella manutenzione di vigneti) con la sistematica corresponsione di retribuzioni inferiori rispetto a quanto previsto dai contratti collettivi territoriali, in modo sproporzionato rispetto al lavoro svolto e senza versamento di contributi previdenziali ed assistenziali, nonché in palese violazione delle normative in materia di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro, sui riposi e sulle ferie.

I carabinieri della compagnia di Piombino hanno accertato il mancato rispetto dell’orario giornaliero, stabilito in 6,30 ore giornaliere, il non rispetto delle pause dal lavoro, avendo i lavoratori il diritto a interrompere l’attività lavorativa per una pausa di 10 minuti retribuita nell’arco della giornata nel caso in cui l’orario di lavoro superi le 6 ore continuative ed essendo emerso che i lavoratori fruivano di una sola pausa pranzo pur lavorando più di sei ore. 

Non venivano nemmeno rispettati i parametri minimi di retribuzione oraria previsti dai Contratti provinciali del lavoro per gli operai agricoli della Provincia di Grosseto, accertando che la contribuzione oraria poteva variare tra i 3 e i 9 euro circa all’ora ed in un caso addirittura all’importo di 0.97 euro all’ora. 

Pagamenti in ritardo di mesi

Sicurezza e igiene sul lavoro inesistenti, nessuna formazione per i lavoratori ai quali non venivano consegnati i dispositivi di protezione individuale, tranne in un caso un paio di guanti e niente visita medica. I lavoratori, poi, non venivano pagati nemmeno puntualmente, ma a volte venivano accumulati anche ritardi di tre mesi, nonostante lo stato di bisogno delle famiglie dei lavoratori e in alcuni casi è emerso addirittura il mancato pagamento dei lavoratori per l’attività svolta. 

I carabinieri hanno anche accertato che i titolari delle ditte individuali non avevano versato gli oneri previdenziali ed assistenziali per un importo complessivo di oltre 45.000 euro. Per il recupero di tali somme illegittimamente non versate, è stato disposto il sequestro preventivo a carico dei 6 titolari delle ditte coinvolte. 

I lavoratori, dal canto loro, avevano accettato di lavorare a quelle condizioni per guadagnare qualcosa e per mandare i soldi ai familiari rimasti nei loro Paesi d’origine

Quando erano al lavoro, veniva impedito loro anche di espletare le proprie funzioni fisiologiche.

Condizioni di lavoro, quelle appena descritte, chiaramente possibili soltanto per la particolare situazione in cui versano i lavoratori stranieri, che si trovano in stato di temporanea accoglienza in un paese straniero e non hanno generalmente altro mezzo, né materiale né culturale, per guadagnare viveri da destinare ai propri bisogni e a quelli dei loro cari, spesso rimasti nelle terre di origine in attesa di ricevere i proventi di chi si è spinto a lasciare il proprio paese nella speranza di trovare una situazione lavorativa ed economica per uscire dalla propria condizione di povertà.

 

 

La Madonna delle Grazie torna a casa

GROSSETO. È rientrata a Grosseto, a tre anni di distanza dal suo trasferimento a Siena, la tavola di Matteo di Giovanni raffigurante la Vergine Assunta, venerata dai grossetani col titolo di Madonna delle Grazie.

Martedì 23 aprile don Franco Cencioni, direttore dell’ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Grosseto e don Gian Paolo Marchetti, in rappresentanza del Capitolo della Cattedrale, si sono recati presso la sede della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, a Siena, per ritirare la sacra immagine e riportarla a Grosseto, in vista della celebrazione delle solenni feste quinquennali il prossimo 5 maggio.

Un restauro durato tre anni

Il trasferimento a Siena era avvenuto il 16 giugno 2021 dopo che, nelle settimane precedenti, la tavola era stata rimossa dalla nicchia in cattedrale, avvolta in un panno protettivo e custodita nel palazzo vescovile, dove era stata anche rimossa la corona che orna la testa della Vergine Assunta, fin dagli anni ’80, dopo che la precedente corona venne trafugata da ignoti.

Il dipinto in diocesi

Nella sede della Soprintendenza l’immagine sacra è stata sottoposta a specifico trattamento, con l’applicazione di biocidi per eliminare la presenza di piccole muffe (microflora batterica lieve). Come per il trasferimento a Siena, così anche per il rientro dell’opera a Grosseto la Curia vescovile ha potuto avvalersi della preziosa collaborazione del personale del comando provinciale dei carabinieri di Grosseto, che ha assicurato i servizi di scorta, viabilità e sicurezza durante il viaggio.

Il ritorno a Grosseto scortata dai carabinieri

«Siamo profondamente riconoscenti all’Arma dei carabinieri, nella persona del comandante provinciale colonnello Sebastiano Arena, per il prezioso servizio che hanno assicurato e per il modo con cui lo hanno fatto – commenta don Cencioni – Si tratta, infatti, di un’immagine tanto cara alla devozione di tanti grossetani, oltre che un’opera d’arte sacra che è tra le più particolari e raffinate del ‘400 toscano. Ora la riconsegniamo alla gente di Maremma perché, fissandola, possa imparare da Maria l’arte del silenzio e della custodia nel cuore della grazia che è Cristo Gesù».

Il dipinto della Madonna delle Grazie

Temporaneamente la tavola è stata collocata in palazzo vescovile, dove si è provveduto a riposizionare la corona e a collocare la tavola nella teca protettiva.

Poi sabato 27 aprile sarà accolta solennemente in cattedrale con una cerimonia che avrà inizio alle 17.30 con l’accoglienza della sacra immagine sul sagrato della cattedrale da parte di una rappresentanza di canonici e dalla presidente della Congregazione Mariana, Valeria Maggi. Una volta riportata in cattedrale, sarà pregato il Rosario. Poi alle 18 la Messa prefestiva.

Diretta su Tv9 a partire dalle 17.30.

Le note di Erminio Sinni fanno splendere il Sole – IL VIDEO

Erminio Sinni con lo staff della Fondazione Il Sole sul palco degli Industri

di Giovanni Poggiaroni

GROSSETO. «Dovevamo realizzare la campagna per il 5×1000 alla Fondazione ed una sera ho avuto l’idea di fare un’iniziativa a tema musicale. Il pensiero è andato subito a Erminio Sinni. L’ho contattato, con un semplice messaggio su Facebook e lui mi ha subito risposto, accettando». È entusiasta, Tiziana Tenuzzo, responsabile comunicazione della Fondazione il Sole, mentre ripercorre le tappe che la stanno portando verso l’evento del 24 maggio prossimo. Quando il cantautore, salirà sul palco degli Industri. 

Un video e un concerto gratuito per il Sole

L’iniziativa si è concretizzata in un video ambientato al teatro degli Industri, dove Erminio suona al piano una delle sue canzoni più celebri “E tu davanti a me e sulle sue note,  nella platea composta da un gruppo di ragazzi della Fondazione, Andrea e Valentina (che sono realmente fidanzati) si innamorano. 

«La realizzazione del video è stata molto divertente . aggiunge Tenuzzo – perché per la prima volta sono state effettuate delle riprese con il drone all’interno di quella splendida cornice che è il teatro degli Industri».

«Ma la cosa più bella è stata quando Erminio ci ha proposto di fare ancora di più – dice ancora la responsabile comunicazione –  dando la sua disponibilità per fare gratuitamente un grande concerto per la fondazione».

Per partecipare alla campagna, potete cliccare su questo LINK.

L’emozione di Sinni: «L’amore vince sempre»

Così il 24 Maggio si terrà al teatro degli Industri il concerto di Sinni, il cui ricavato servirà a sostenere le attività della Fondazione Il Sole. 

«Colgo l’occasione per ringraziare ancora Erminio per la grande generosità e disponibilità – dice Tiziana Tenuzzo –  Ringrazio anche il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, l’assessore Luca Agresti, Alfredo Tetrao, Marco Marroni, Massimiliano Venturacci ed il Clan della Musica».

Emozionato, per questo incontro, il cantautore Erminio Sinni. «Sono io che ringrazio la Fondazione – dice Erminio Sinni – è stata una cosa molto emozionante per me, mi ha fatto riflettere su come nonostante tutto il male che accade nel nostro tempo, alla fine l’amore e i suoi semplici gesti quotidiani trionfano sempre».

«L’idea del concerto è stata naturale per me – aggiunge – io e la mia band ci siamo sempre stati quando potevamo mettere la nostra musica al servizio di una nobile causa. I ragazzi della fondazione sono meravigliosi, mi hanno fatto commuovere quando alla fine delle riprese mi hanno regalato un acquerello fatto da loro, che ho subito appeso nel mio studio».

Festa della polizia in chiaroscuro – IL VIDEO

GROSSETO. È stata una festa in chiaroscuro quella per il 172° anniversario della fondazione della polizia di Stato, che è cominciata in questura con la deposizione della corona d’alloro ai Caduti.

La cerimonia, per la prima volta, si è tenuta nella piazza d’Armi, di fronte alla targa dedicata a Giacomo Saporito, il primo caduto della polizia di Stato. 

Da una parte, l’importanza e la solennità dell’anniversario, dall’altra la protesta del Sindacato italiano appartenenti alla polizia che ha deciso di non partecipare

E per finire, la presenza del gruppo di apolidi che sta continuando, ormai da una settimana, il presidio di fronte alla questura. 

Chiamate di soccorso, 8 interventi al giorno

L’attività della questura è stata raccontata dal questore Antonio Mannoni nel suo discoro al Teatro degli Industri. Attività che ha visto gli agenti impegnati su strada, con 6.000 autopattuglie, per un totale di più di 12.000 operatori complessivamente impegnati.

Complessivamente in un anno sono state controllate circa 48.000 persone, 29.000 veicoli e quasi 36.000 documenti di identità; i posti di controllo sono stati quasi 4.000, a testimonianza di una presenza forte sul territorio.

Attraverso il 112, sono arrivate al centralino della questura oltre 9.000 chiamate di soccorso da cui sono scaturiti circa 3.000 interventi operativi delle autopattuglie della Polizia di Stato, con una media di 8 al giorno.

Fogli di via, ammonimenti e Daspo

Innanzi tutto le misure di prevenzione, con 69 fogli di via con divieto di ritorno emessi nell’ultimo anno, poi i 21 avvisi orali e i 26 Dacur (Divieto di accesso alle aree urbane), cioè il divieto di accedere per un periodo di tempo a locali commerciali e bar a persone che per i loro comportamenti si sono evidenziate come socialmente pericolose.

7 gli ammonimenti per stalking o maltrattamenti in famiglia che sono stati emessi in un anno per evitare che situazioni così gravi potessero degenerare ulteriormente. Sei sono stati invece i Daspo, adottati per coloro che hanno mostrato di non sapersi comportare nell’ambito di contesti sportivi e che quindi sono stati allontanati dalle manifestazioni sportive.

Due sono stati i locali chiusi, mentre per quanto riguarda le attività amministrative, sono stati 11.000 in un anno i passaporti rilasciati, un numero in aumento esponenziale rispetto agli anni precedenti, a causa della caduta delle limitazioni nel post pandemia ed a seguito della Brexit, che ha comportato la necessità del passaporto anche per l’ingresso in Inghilterra. A seguito delle innovazioni tecnologiche apportate e alla massima attenzione alle urgenze che è stata adottata, nessun disagio è stato creato ai cittadini che hanno necessità di espatriare all’estero.

Immigrazione irregolare, più di 100 le espulsioni

Grande impulso è stato impresso alle attività connesse all’immigrazione, 13.000 sono stati i permessi di soggiorno rilasciati in un anno, numero quasi doppio rispetto all’anno precedente e 123 le espulsioni emesse dal prefetto che sono state eseguite dal questore per gli stranieri clandestini.

Non meno impegnativo è stata la gestione dell’ordine pubblico, per il quale in un anno sono state emesse dal questore 2.600 ordinanze di cui 450 con servizi di ordine pubblico per gli eventi di maggiore rilevanza, per i quali si è reso necessario prevedere la presenza di operatori delle forze di polizia.

Tutti i servizi della stradale, della postale e della ferroviaria

Nel sistema di sicurezza della provincia di Grosseto, nell’ultimo anno ha giocato un ruolo importante anche la sezione di polizia stradale, che così come tutte le altre specialità della Polizia di Stato rappresenta un elemento di ricchezza in grado di fornire sempre un contributo determinante nelle sue competenze istituzionale, con 2.300 autopattuglie, 11.000 persone controllate, 9.000 veicoli controllati e 7.500 infrazioni rilevate al Codice della Strada.

Di rilievo anche il contributo della polizia postale e delle comunicazioni in un momento in cui le frodi informatiche stanno aumentando parallelamente ad un utilizzo sempre più intenso del web, con 613 indagini svolte che hanno riguardato la sicurezza nel web, che oggi è un altro ambiente sul quale dobbiamo vigilare con estrema attenzione, particolarmente a tutela dei più giovani.

La prefetta Paola Berardino e il questore Antonio Mannoni

Importante anche il contributo della polizia ferroviaria con 1.000 pattuglie nello scalo ferroviario e sui treni e 13.500 persone controllate.

Il sindacato: «Personale ridotto all’osso»

È un attacco diretto alle scelte del questore, quello sferrato dal Siap, che mercoledì 10 aprile ha disertato la cerimonia. Dissenso che nasce dalla mancanza di personale che rende la gestione del lavoro pressoché impossibile. «La politica conservativa per i poliziotti a disposizione in questa Provincia non può e non deve essere condivisa – scrivono dal sindacato – Chiediamo interventi e garanzie, che consentano ai colleghi, che da anni svolgono servizi di controllo del territorio con turnazione H24, di poter prevedere un lavoro diverso dentro la polizia».

La richiesta del sindacato è quella di ottenere più garanzie per i poliziotti. «Gli interventi per aggiungere del personale nella polizia non possono essere rimandati – scrivono dal sindacato – Anzi devono essere sollecitati, perché per via dei pensionamenti e la mancanza della rotazione del personale, si è ridotto al minimo il servizio di controllo del territorio in ogni suo aspetto».

«Chiediamo più personale a disposizione della questura, sia stradale che polfer e postale – continuano – più presidi sul territorio ed abbassamento dell’età media degli agenti. Da tempo il dipartimento della pubblica sicurezza ha trascurato questo territorio, non inviando poliziotti in una Provincia che aveva già pochi agenti».

Tutti i premiati alla 172esima festa della Polizia

La festa, sul palco del teatro degli Industri, ha visto protagonisti i poliziotti che nel corso dell’anno si sono distinti in operazioni e servizi e che sono stati premiati dalla prefetta Paola Berardino e dal questore Antonio Mannoni

Riconoscimenti e ricompense che sono state attribuite nel corso dell’anno al personale della Polizia di Stato operante nella provincia di Grosseto. 

A ricevere l’encomio solenne sono stati il commissario Paolo Bischeri, l’ispettore Giacomo Lattanzi, l’ispettore Giuseppe Tropenscovino, l’assistente capo coordinatore Francesco Dragoni, l’agente scelto Angelo Buonfiglio e l’agente scelto Desiré Sancarlo, l’encomio per il vice questore Armando Buccini, sostituto commissario Gennaro Guarente, l’ispettore Benigno De Gennaro e il vice soprintendente Andrea Poloniato e la lode al sovrintendente capo tecnico Ciro Coppola per l’arresto di Bernard Genao, l’uomo finito in carcere per l’omicidio di via della Pace del 23 dicembre 2019. Grazie a quell’indagine, è stato smantellato il traffico internazionale di cocaina proveniente dalla Colombia. 

Encomio per il sovrintendente della polizia Raffaele Bova e lode per l’assistente capo coordinatore Claudio De Simone e l’agente Francesco Buonocore per l’arresto nel settembre 2022, di un uomo sorpreso a rubare

Encomio all’assistente capo coordinatore Claudio De Simone, lode all’ispettore Benigno De Gennaro e al vice ispettore Mirko Pablo Litrico

per l’arresto di due persone che avevano tentato una rapina aggravata.

Lode all’ispettore superiore Luca Ciani della polizia stradale, per aver dato il la a un’operazione di polizia giudiziaria che si è conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per tre persone responsabili di reiterati delitti contro il patrimonio.  

L’ispettore superiore della polizia stradale Luca Ciani

Encomio anche per l’assistente capo coordinatore della Polizia di Stato Alberto Biancalana, perché, in servizio al distaccamento della polizia stradale di Arcidosso, dopo aver cercato a lungo un uomo vittima di un incidente lo ha trovato e lo ha estratto dall’abitacolo della sua auto che era finita fuori strada.

Numerosi altri sono i riconoscimenti che il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha attribuito al personale della Questura, per importanti operazioni di polizia e soccorso pubblico, che verranno consegnati personalmente dal questore nei prossimi giorni.

Il presidio degli apolidi

Il gruppo di apolidi, mercoledì mattina in piazza Palatucci, guidati dalla 44enne follonichese Valentina Fusco, hanno continuato la loro manifestazione. 

Gli apolidi davanti la questura

Con le magliette bianche indosso, sulle quali hanno scritto con dei pennarelli frasi che richiamano ai diritti personali e alla libertà. In occasione della festa della polizia hanno indossato le loro targhe con scritto “apolide” e hanno recintato le loro auto, rigorosamente senza targa, con la fettuccia, creando un confine netto nel parcheggio della questura. Insomma, una sorta di stato apolide davanti alla sede della polizia. 

Ormai da più di una settimana gli apolidi sono nel parcheggio, giorno e notte. Trasmettendo, sul canale youtube della Fusco, i loro video messaggi. 

In centinaia per l’addio al partigiano Lu Feroce – IL VIDEO

FOLLONICA. Una giornata battuta dalla pioggia fino al pomeriggio quella di martedì 26 marzo, che non è bastata a fermare le numerose persone che hanno voluto salutare Gennaro Barboni, morto nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 marzo all’età di 100 anni.

La salma, composta nella sala Allegri del teatro Fonderia Leopolda, è stata omaggiata dall’Anpi, rappresentata dalle molte sezioni provinciali e nazionali presenti, nonché dal Comune di Follonica e da quello di Matelica (Macerata) dove Barboni era nato. E poi dai numerosi concittadini che lo hanno conosciuto, ma non solo: Gennaro con le sue storie di partigiano e le ferme posizioni antifasciste era conosciuto da tutti.

L’omaggio sulle note di Bella Ciao

Sempre presente alle cerimonie rievocative e celebrative, ma anche alla vita politica della città che a suo tempo scelse come luogo dove vivere e verso la quale, comunque, non risparmiò mai la sua verità. A lui è stata dedicata una versione di Bella Ciao suonata da Stefano Cocco Cantini e Aldo Montalti.

Durante l’ultima e lunga intervista, in occasione del suo centesimo compleanno, raccontò che la prima cosa che lo colpì quando arrivò a Follonica in occasione delle vacanze estive, fu che non c’era un ufficio turistico. Lucido e diretto, era probabilmente “avanti” anni luce e sempre con caparbietà ha comunicato in qualsiasi modo i suoi punti di vista.

Molti anche i saluti sui social dove è stato ricordato soprattutto per il suo ruolo di diffusore dei valori democratici e antifascisti, con la raccomandazione di tramandarli ai giovani affinché questi possano studiare solo sui libri l’orrore dei regimi.

Cento anni non sono pochi, si sa, ma la perdita di una persona di grande spessore e cultura colpisce forse ancora più forte. Il professor Giuseppe Vella, preso tra i tanti commenti raccolti, ha definito la morte di Gennaro Barboni come una  «Grave ed amara perdita. Rimane e rimarrà comunque sempre l’eccellente e costante esempio di impegno straordinario e mai interrotto, neppure per un attimo».

 

La spiaggia alle Rocchette non c’è più. IL VIDEO

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Già da settimane la situazione alla punta delle Rocchette, uno dei luoghi iconici del litorale di Castiglione della Pescaia, è da allarme rosso. Le mareggiate di questo inverno hanno praticamente “mangiato” la spiaggia e negli ultimi giorni l’acqua è arrivata a scavare sotto una struttura di un bagno, mettendone a rischio l’integrità.

La famiglia Bianchi è disperata: «Chiediamo aiuto»

«Stiamo vivendo giorni d’angoscia – dice Alessandra Bianchi, che insieme alla famiglia è titolare dello storico stabilimento – non sappiamo più come fare. I nostri interventi con i sacchi di sabbia, che abbiamo messo davanti alle colonne che sorreggono la struttura, non riescono a fermare la mareggiata. E nel fine settimana è previsto il picco: abbiamo paura che il bagno alla fine non regga».

La mareggiata al bagno Rocchette di questi giorni

Qualche anno fa infatti, il bagno alle Rocchette è stato ammodernato, con molte migliorie e ristrutturazioni: purtroppo però ad ogni inverno cambia tutto. Negli ultimi anni sono stati proposti progetti per mettere le barriere soffolte e arginare appunto le mareggiate, per dare sollievo alla spiaggia. Alcune associazioni ambientaliste però hanno protestato, con i ricorsi che ci sono stati vinti dall’amministrazione, che hanno però rallentato l’iter. Ora il tempo stringe per intervenire.

«La nostra è una vera richiesta d’aiuto anche alle istituzioni – dice ancora la Bianchi – alla Regione e agli enti preposti. A rischio ci sono anche tanti posti di lavoro, da noi durante l’estate siamo una ventina di persone. Abbiamo addirittura fermato le richieste di prenotazione degli ombrelloni, non possiamo sapere come siamo messi. Anche perché, negli ultimi anni, è bastata una sola mareggiata durante l’estate e la spiaggia non c’era più. Non possiamo lavorare così, con la preoccupazione perenne. L’isola soffolta ci serve assolutamente».

Il Comune va alla firma per il progetto di ripascimento

Il primo stralcio del primo lotto del Progetto di riequilibrio e ripascimento della costa di Castiglione della Pescaia, che prevede l’installazione delle isole soffolte dalla foce del fiume Bruna a punta Capèzzolo e al correlato ripascimento del valore di 4.734.393,00 euro interamente finanziato con fondi regionali e ministeriali, è stato aggiudicato, dopo un lungo iter burocratico e dopo due ricorsi vinti dalla pubblica amministrazione, al raggruppamento di imprese del settore Sales Spa e Zeta Srl. La firma definitiva del contratto ed il contemporaneo affidamento dei lavori è prevista per giovedì 28 marzo.

La data di fine lavori è prevista entro la primavera 2025, durante il periodo a maggio-settembre non potranno essere effettuati lavori.

Il secondo stralcio del primo lotto, già approvato in via definitiva, prevede il ripristino del pennello alla Foce del Bruna, il completamento dell’attività di ripascimento e la realizzazione dei pennelli in geo-tubi a nord di punta capezzolo fino a Riva del Sole.

Per quanto riguarda questo secondo lotto del valore di 3.233.000,00 euro l’amministrazione comunale sta facendo domanda di partecipazione al bando regionale PR Fesr 2021-2027 azione 2.4.3 “Mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico”.

Per quanto riguarda il secondo lotto del progetto, il riequilibrio e il ripascimento del tratto di costa da Punta Rocchette a Riva del Sole, è stato approvato il progetto preliminare dalla Regione Toscana, ma ancora devono essere fatte le obbligatorie valutazioni degli uffici competenti.

Eurofighter, vent’anni in difesa dell’Italia

GROSSETO. C’erano tutti. I piloti di oggi e quelli di ieri, i comandanti, quelli che si sono congedati da decenni e quelli ancora in servizio. Perché l’appuntamento all’aeroporto militare di Grosseto, sede del 4° Stormo, di lunedì 18 marzo, era irrinunciabile: vent’anni fa, il primo Eurofighter è atterrato all’aeroporto militare di Grosseto. Il 4° Stormo è stato il primo Reparto operativo dell’Aeronautica Militare a riceverlo.

Un appuntamento che ha richiamato all’aeroporto militare i rappresentanti delle istituzioni, con la prefetta Paola Berardino in testa. Tutti con il naso all’insù, quando la formazione, cinque Efa rappresentanti cinque stormi dell’Aeronautica, ha sorvolato la base per rendere omaggio agli ospiti. 

Vent’anni dal primo rullaggio sulla pista

A ripercorrere le tappe di una storia straordinaria, quella del primo rullaggio sulla pista dell’aeroporto militare, è stato il generale Alberto Rosso, che vent’anni fa era al comando del 4° Stormo. Rosso, che è stato capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, a Grosseto ha lasciato il cuore. Era lui il comandante del 4° Stormo quando, nel 2004, l’Eurofighter ha fatto il suo debutto.

Il generale Alberto Rosso

«È una grande emozione essere qui – dice Rosso – è un flashback in una parte importante della vita e della carriera di un pilota. Pensare che sono passati vent’anni fa una certa impressione, ma i ricordi e lo spirito rimangono sempre gli stessi. Tornare qui e rivedere non soltanto gli Eurofighter, ma soprattutto le persone con le quali abbiamo condiviso quest’avventura, è un’emozione grandissima».

Un ricordo umano, prima ancora che professionale, quello del generale Rosso. L’Eurofighter è stato un gran bene per l’Aeronautica che ha segnato un momento di crescita importantissima.

Le macchine, oggi, sono tecnologicamente avanzatissime rispetto a quelle sulle quali i piloti volavano fino al debutto dell’Efa. Gli F-104, che lunedì facevano ancora bella mostra di loro davanti all’hangar che ha ospitato le celebrazioni del ventennale. 

In volo da 200.000 ore

Nato con capacità di difesa aerea, l’Eurofighter si è dimostrato ben presto un velivolo multiruolo. A sottolinearne l’importanza è il generale Luigi Del Bene, comandante delle forze da combattimento. 

Da sinistra il comandante Filippo Monti e il comandante Luigi Del Bene

«In volo da 200.000 ore – spiega Del Bene – come tutti i velivoli in evoluzione, gli aggiornamenti dei software e degli hardware sono costanti per migliorare e rendere sempre più aderente l’Efa ai vari scenari operativi». 

Il 16 marzo 2004, è atterrato a Grosseto il primo Eurofighter che ha segnato i successivi vent’anni e che è stato propedeutico a quelli che saranno i velivoli del futuro. «Abbiamo dovuto riconsiderare il nostro sistema d’arma – spiega il colonnello Filippo Monti, comandante del 4° Stormo – per riadattarlo a un nuovo modo di lavorare, che implicava anche un grandissimo impegno e tanto studio». È il padrone di casa, Monti, a ricordare l’emozione delle prime prove di volo dell’Eurofighter. 

Seduto ai comandi c’era Maurizio Cheli, diventato poi il primo astronauta nella storia dell’Aeronautica Militare che sfidò Michael Schumacher proprio sulla pista dell’aeroporto di Grosseto. 

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La denuncia dell’astrologo: «Aggredito dal mio vicino» – IL VIDEO

ORBETELLO. Dalla città che si affaccia sulla laguna, lui, se n’è andato da tempo e ora vive in un castello a Ponzano, poco distante da Roma. Ma sia Marino che tutti i suoi familiari, sono conosciutissimi a Orbetello. La sorella Elisa è avvocata, come lo è il babbo Aldo. Ed è stata lei a opporsi all’archiviazione disposta dal giudice, nei confronti del vicino di casa dell’uomo, accusato di averlo aggredito e ridotto quasi in fin di vita

Ma bisogna riavvolgere il nastro, per raccontare questa vicenda che giovedì 6 marzo, in tarda serata, è arrivata nella case di chi stava guardando “Chi l’ha visto?”. Perché Marino, ha chiesto aiuto ai giornalisti della trasmissione, per cercare di arrivare alla verità e capire cosa sia davvero successo la sera in cui è stato portato in condizioni disperate all’ospedale. 

Massacrato nel giardino del castello

Astrologo e cartomante conosciuto in tutta Italia con il nome di Luis Velasco, Soldani ha letto il passato e predetto il futuro a migliaia di persone. Che via via lo contattavano durante le trasmissioni televisive o andavano di persona nei suoi studi, sparsi in tutta Italia. 

Il sito Internet di Luis Velasco

Tolto il biondo dai capelli, Soldani si è presentato davanti alle telecamere di Chi l’ha visto come un uomo impaurito e preoccupato per quello che sta vivendo. «Io sono protagonista di un film dell’orrore», dice davanti alle telecamere. Film che è cominciato una sera d’estate, il 25 giugno 2021

Quella sera, Soldani viene trovato nel giardino del Castello delle tre corna dove abita a Ponzano, in condizioni disperate e viene portato in codice rosso all’ospedale. 

«Il cancello automatico era aperto quando sono arrivato con l’auto – ricorda – Io lo chiudo sempre. Ho un allevamento di husky, sono cani noti per essere dei fuggitivi. Sono paranoico, lo chiudo sempre».

Marino quella sera scende dall’auto a controllare perché il cancello fosse rimasto aperto. Poi il buio: ore dopo, è all’ospedale con multiple fratture del cranio e del volto e sette emorragie cerebrali

Accusa il vicino di averlo pestato

Ai carabinieri che lo raggiungono al pronto soccorso, spiega di aver avuto un malore. Solo un mese dopo, quando esce dall’ospedale torna a ricordare cosa fosse successo: lo avevano aggredito a calci e pugni in testa. «Sono riuscito per un attimo a risalire in auto – racconta – ma hanno divelto la portiera e hanno ripreso il massacro». 

L’avvocata Elisa Soldani, sorella di Marino

La sorella di Marino, l’avvocata Elisa Soldani, si è occupata del caso di suo fratello e ha chiesto che l’uomo fosse sottoposto a una perizia medico legale. Perizia che dice che le fratture riportate sarebbero state causate da otto, dieci colpi, sferrati con corpi contundenti. 

«Le condizioni dell’auto parlano di un’aggressione – dice l’avvocata Soldani durante l’intervista a Chi l’ha visto? – perché la cerniera della porta anteriore è stata divelta. All’inizio era stato ipotizzato che avesse avuto un malore o un incidente ma nulla di questo è accaduto». 

La mamma di Marino, quella sera, aveva chiamato il vicino di casa di suo figlio. Non riusciva a contattarlo e aveva paura che gli fosse successo qualcosa. «Il vicino mi disse che stava andando a Ostia ma che aveva appena incontrato Marino con la sua auto sulla strada di casa», ricorda la donna. 

Ma l’astrologo, poco dopo è per terra, nel suo giardino, senza vestiti e ricoperto di sangue. A trovarlo, era stata una persona mandata proprio dal vicino di casa, per controllare che fosse tutto a posto. 

La lite dopo l’incendio

Un mese dopo, Soldani riacquista la memoria e accusa il suo vicino. Che però nega di aver aggredito l’astrologo e allevatore di siberian husky. Che sia stato lui l’autore di quel massacro, non lo afferma nemmeno la Procura, che ha chiesto l’archiviazione, prosciogliendo l’uomo dall’accusa di lesioni personali

Elisa Soldani, sorella di Marino, ha presentato una lunga opposizione all’archiviazione

Quando Marino era ricoverato in fin di vita, era stato anche denunciato da un’associazione animalista per maltrattamento di animali. Ma l’inchiesta è stata archiviata: il suo non era un allevamento lager, l’uomo non poteva prendersi cura dei suoi cani perché era in fin di vita all’ospedale.

La scorsa estate, però, è scoppiato un incendio tra la sua proprietà e quella del vicino. E quel giorno, l’astrologo lo registra, mentre lo minaccia. Poco dopo, nella cassetta della posta, trova anche una lettera minatoria che si conclude con: «Fatti il segno della croce». 

«Chi sa parli, in paese tutti sanno», conclude l’uomo. È l’appello disperato di Soldani, che vorrebbe mettere la parola fine a un incubo che va avanti da anni. E che finirà, probabilmente, soltanto quando la verità di quello che è successo quella notte d’estate, verrà finalmente a galla. 

 

 

 

 

Maltempo, in arrivo la coda della perturbazione. Il video

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Situazione costantemente monitorata nel comune di Castiglione della Pescaia, anche se non si registrano danni a causa della pioggia incessante. Il picco della perturbazione è atteso in serata, con i tecnici della protezione civile con le squadre del comune e anche quelle della Vab pronte ad intervenire.

Costantemente monitorato il fiume Bruna, anche se non desta preoccupazione imminente.

A Punta Ala in mattinata un albero è caduto sulla strada.

Anche ad Albinia la situazione non è delle migliori: l’Albegna è salito molto

Chiusi i sottopassi a Gavorrano

A Gavorrano, nel pomeriggio di martedì 27 febbraio sono stati chiusi i sottopassi ferroviari. Le squadre della Vab continuano l’attività di monitoraggio viabilità e sui corsi d’acqua.

La Vab al sottopasso ferroviario di Gavorrano

 

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Allerta meteo, chiuso il guado sul torrente

Una via per i campioni d’Europa di Hockey – IL VIDEO

FOLLONICA. I campioni d’Europa di hockey Pista del Follonica del 2006 ora hanno una strada a loro intitolata. Non è da tutti avere una via in ricordo di un’impresa sportiva.

Prima del derby contro il Forte dei Marmi di campionato, c’è stata la cerimonia d’inaugurazione, alla presenza del sindaco Andrea Benini e dei tanti protagonisti di quell’epopea: il presidente Stefano Venturi, e i giocatori come i fratelli Bertolucci, Alessandro e Mirko, Sergio Silva, e Andrea Tosi.

E soprattutto tanti tifosi, con il nuovo gruppo i Randagi, gli ultras che hanno preso il posto degli storici Eagles, che accompagnarono a Torres Novas in Portogallo la squadra del golfo alla conquista del titolo, mai arrivato fin lì in Italia.

Il sindaco Benini ha voluto ringraziare per primi proprio i tifosi, da cui era partita la richiesta di intitolare la strada ai loro campioni, e poi tutti quegli attori che per la città di Follonica, tifosi ma anche semplici appassionati, rimarranno nel cuore in modo indelebile.