Scomparsi da 10 anni, ancora nessun corpo ritrovato – IL VIDEO

FOLLONICA. Un decennale che si tinge di giallo, quello raccontato giovedì 16 novembre su Tv9, durante la trasmissione #221, condotta dal direttore Enrico Pizzi. Due vicende vicinissime nel tempo, simili per moltissimi aspetti, diverse per gli esiti che nel corso del tempo hanno avuto. Il 3 novembre di dieci anni fa, nel bosco del Martellino a Valli, a due passi da Follonica, Antonio Proia, 83 anni, è scomparso senza lasciare alcuna traccia

Il giorno dopo, sempre da Follonica, arrivò la notizia della scomparsa di Francesca Benetti, professoressa di educazione fisica di Valdagno, 55 anni, bellissima. I cadaveri di Antonino e di Francesca non sono mai stati ritrovati.

Gli esiti delle due vicende, però, sono stati differenti: per la scomparsa di Francesca, il custode di Villa Adua, di proprietà della donna, che si trova a Potassa di Gavorrano, è stato condannato all’ergastolo

Dieci anni e ancora nessun cadavere

A esumare i due casi sono stati, in trasmissione, l’avvocata Francesca Carnicelli, che ha difeso, durante il processo di primo grado al tribunale di Grosseto, Antonio Bilella, il custode di Villa Adua, condannato per aver ucciso e fatto sparire il corpo della 55enne.

Con lei c’erano i giornalisti Alfredo Faetti e Simone Paradisi. 

Simone Paradisi, Alfredo Faetti. Francesca Carnicelli ed Enrico Pizzi nello studio di Tv9

La scomparsa di Francesca Benetti, tra il 4 e il 5 novembre 2013, si accavallò a quella di Antonio Proia, che il giorno prima, una domenica di sole autunnale, era uscito con i suoi familiari per andare a cercare funghi nel bosco. 

Le ricerche cominciarono subito: l’83enne si perse in un fazzoletto di bosco e ancora oggi, a distanza di 10 anni, è impossibile darsi una risposta sulla sua scomparsa. Una scomparsa che è sempre stata trattata come tale, quella dell’anziano. A differenza di quello che era successo per la Benetti, per la quale cominciarono subito le indagini. Alla villa arrivarono i carabinieri del Ris, Bilella fu indagato per la scomparsa della donna. La pista dell’omicidio prese subito campo. 

Il custode condannato all’ergastolo per la morte di Francesca

«Bilella, al tempo del processo di primo grado – ricostruisce l’avvocata Carnicelli  – si è sempre professato innocente». E lo ha fatto anche nei gradi successivi. A Grosseto si è celebrato un processo indiziario: non c’era il corpo, non c’era l’arma del delitto. Eppure, il custode è stato condannato all’ergastolo. 

Il rilievi del Ris dei carabinieri a Villa Adua

«Tutte le ipotesi di incidente o di allontanamento volontario furono scartate immediatamente – ricorda ancora l’avvocata Carnicelli – Bilella era l’ultima persona ad averla vista. La sera del 4 novembre si era recata a Villa Adua, dopodiché nessuno ha più avuto notizie della signora Benetti. Lui, fin da subito, ha semplicemente detto che lei se n’era andata, non si è mai preoccupato di costituirsi un alibi».

Bilella è stato subito attenzionato in modo serrato: il suo telefono è stato intercettato, nella sua auto è stato inserito un gps e gli investigatori hanno utilizzato anche le intercettazioni ambientali nel veicolo che aveva in uso. Durante le indagini, i carabinieri hanno scoperto che aveva tentato di demolire la Punto e di disfarsi del pianale dove i militari del Ris hanno trovato l’unica traccia di sangue della vittima. 

Le ricerche di Francesca Benetti

Non è stato trovato Dna di Francesca in nessun luogo della casa dove viveva Antonio Bilella, non è stato mai trovato il corpo della donna né l’arma del delitto. «Non si sa nemmeno come sia stata uccisa», dice ancora l’avvocata.

Il caso Proia, l’ex carabiniere scomparso in un fazzoletto di bosco sotto gli occhi dei parenti

Era il 3 novembre 2013 quando Antonio Proia scomparve nel bosco del Martellino a Valli. Era insieme ai suoi familiari. «Quel giorno ero a poche centinaia di metri da dov’è scomparso – ricorda Paradisi – vidi passare Pegaso e pensai che ci fosse stato un incidente». 

Invece, c’era un 83enne scomparso nel nulla, mentre cercava funghi in un bosco a due passi dalla città, dalla quattro corsie, dall’ippodromo. Un luogo dove, ancora oggi, sembra impossibile sparire, a meno di credere che ci si possa volatilizzare. 

Di Proia non è stato trovato il corpo, nemmeno con l’utilizzo dei cani molecolari. «Deambulava male – ricorda il giornalista – camminava in maniera molto lenta. Ogni sera ci dicevamo che il giorno successivo qualcosa sarebbe uscito fuori. Invece, di Proia, non abbiamo più saputo nulla». 

 

 

 

Peschereccio s’incaglia davanti al porto

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Pomeriggio di apprensione per il comandante del peschereccio Ben Hur: mentre stava tentando di rientrare nel porto canale di Castiglione della Pescaia, anche a causa del mare mosso, l’imbarcazione si è ritrovata su un banco di sabbia, incagliandosi. Con lo scarroccio che stava portando la barca a poche decine di metri dalla riva, davanti al Faro Rosso.

Il Ben Hur è una delle paranze più grandi della flotta castiglionese e in questo periodo come altri, stazionava nel porto di Punta Ala, dopo il mese di ottobre nel quale le barche avevano osservato il fermo biologico.

La causa dell’incagliamento sono state anche le mareggiate e appunto i banchi di sabbia a ridosso dell’imboccatura del porto che si sono formati, e che non permettono manovre sicure.

Per rientrare all’interno del porto di Castiglione i capitani deve fare i calcoli e aspettare dunque l’alta marea. La barca dell’armatore Roberto Manai, lunga circa 18 metri e con un pescaggio di circa 2,7 metri, aveva però deciso di tornare a Castiglione per fare il pieno ed ha finito per incagliarsi, rischiando anche molto.

Il Ben Hur tirato alla banchina di levante del porto di Castiglione della Pescaia

L’armatore Manai: «Trainato in porto, per fortuna nessuno si è fatto male»

«Ero in viaggio quando il comandante mi ha chiamato per raccontarmi quello che stava succedendo al Ben Hur – ha spiegato l’imprenditore castiglionese – e purtroppo tutte le manovre che stava mettendo in atto non cambiavano la situazione. Alcuni colleghi sono andati in aiuto, e in qualche modo dopo quasi due ore, il Ben Hur è riuscito ad avvicinarsi verso l’imboccatura (tra i fari e la barriera costruita qualche anno fa), tirato alla banchina, dove invece il fondale è decisamente più profondo».

Il Ben Hur è stato poi scortato da un altro pescareccio, anche perché nei vari tentativi di disincagliarsi aveva subito un danno al manicotto idraulico del timone.

«Il peschereccio è stato poi “trainato” dalla barca di Alessandro Taiti, il Jolly – ha spiegato ancora Manai – fino alla banchina del distributore, contando sul timone manuale. Il danno nelle manovre non è particolarmente grave, si è rotto un manicotto che sarà sostituito. La cosa più importante è che nessuno si sia fatto male».

Già altri pescatori delle paranze nelle scorse settimane avevano segnalato le condizioni di fronte al porto di castiglionese, accentuate dalle forti mareggiate con i banchi di sabbia che sono diventati un problema, e che costringeranno al momento i pescherecci a usare il porto di Punta Ala.

Ciclocross, battesimo del fango a Follonica – IL VIDEO

FOLLONICA.  Si è svolta domenica 12 novembre la quarta tappa del XV° Giro d’Italia di ciclocross. Per la terza volta consecutiva, la città del Golfo ospita il Trofeo Galileo Centro Medico Città di Follonica dedicato alle “due ruote su fango”, un percorso tracciato e allestito al Parco Centrale dove varie categorie si disputeranno i migliori tempi che riusciranno ad ottenere per completarlo tutto.

Tempo perfetto anche quest’anno, con la pioggia della mattina che ha permesso al terreno di rendersi adeguatamente fruibile e poi un tiepido sole che ha accompagnato gli atleti per il tempo della gara.

Una tappa da incorniciare

Sono complessivamente 450 gli atleti, dalle giovanili agli èlite passando per i cicloamatori, ad essere scesi in campo in quello che un tempo era l’ippodromo cittadino di Follonica e oggi è un’apprezzata arena spettacoli, a dirla tutta un vero e proprio stadio del ciclocross grazie ai caratteristici terrapieni che sono diventati col tempo il simbolo del percorso maremmano.

Non possono che esserne compiaciuti quindi gli organizzatori, ovvero il tandem Free Bike Pedale Follonichese 1966 & ASD Impero, che con il coordinamento dell’ASD Romano Scoti hanno tribolato non poco negli scorsi giorni e nelle scorse notti, quando il forte vento, per fortuna oggi assente, ha più volte rovinato l’allestimento del percorso, costringendo tutti ali straordinari.

Ciclocross a Follonica

La tappa, valida anche come appuntamento del T-Cross, circuito regionale ciclocross, contribuito a mettere meglio in chiaro la situazione in classifica generale, in vista dello sprint finale caratterizzato dalle gare di Cantoira (sabato 18 novembre) e San Colombano Certenoli (internazionale del 26 novembre).

La tappa, organizzata e curata dal FB Pedale Follonichese 1956, da ASD Impero e da ASD Romano Scotti sta guardando anche oltre, sta cioè già lavorando per la rassegna tricolore dei campionati italiani giovanili in programma nel 2025.

«Questa è l’occasione perfetta per fare i dovuti ringraziamenti a chi ha voluto che la manifestazione ci fosse, in particolare il sindaco Benini». Con queste parole Aldo Pacini, coordinatore dei comitati locali, si esprime su questo importante appuntamento. E prosegue col ringraziare «anche a Fausto Scotti, uno dei primi che ho conosciuto in ambito fuoristrada e con il quale ho condiviso tante amicizie, come quelle con i picchettatori ufficiali della Valdinievole, con cui abbiamo condiviso questo percorso. Un grazie anche agli sponsor che hanno voluto supportare questa manifestazione e un augurio a tutti perché se andrà in porto il nostro grande programma, per il futuro avremo tanto da fare e sarà qualcosa che porterà Follonica in un Olimpo che non tocca a tutti».

Nel frattempo, con inizio alle 9 e chiusura nel pomeriggio con l’ultima gara di categoria, si sono svolte sette gare agonistiche e due promozionali per un totale di tredici maglie rosa da assegnare.

Uomini open

 Gara decisamente divisa in due tempi, quella dedicata alla categoria regina. La prima parte, sotto la pioggia battente, ha visto assoluto protagonista la maglia rosa Antonio Folcarelli (Folcarelli Racing Team), con tutti gli altri all’inseguimento.

Nella seconda parte, quando gli affari per Folcarelli sembravano conclusi, si è gradualmente rifatto sotto il diesel Cristian Cominelli (Cycling Cafè), che ha prima raggiunto il corridore romano e poi se lo è tolto di ruota alla prima occasione, involandosi verso una vittoria che segna il ritorno al successo al GIC.

Onorevolissima la seconda piazza di Folcarelli, che fa bottino quasi pieno di preziosi punti per la maglia rosa.

Terzo, dopo aver disputato una gara quasi interamente da solo, il friulano Tommaso Cafueri (DP 66), una prestazione che non solo gli vale il podio, ma anche la maglia bianca. Ai piedi del podio il portacolori del Bibione Cycling Team e maglia rosa delle prime due tappe, Federico Ceolin, lontano dalla forma di inizio stagione.

Donne open

Gara ricca di colpi di scena, a partire dal meteo, che dopo un abbozzo di sole ha cominciato a riversare acqua sulle atlete già mentre erano ferme sulla griglia di partenza in attesa del semaforo verde.

Un momento della gara femminile

Pronti via, è subito la principale contendente alla maglia rosa, Carlotta Borello, a prendere la testa della corsa, ma non si arriva alla conclusione del primo passaggio (in totale saranno 6) che la piemontese assaggia più volte il fango, uscendo rapidamente di scena dalle posizioni che contano.

Rebecca Gariboldi (Team Cingolani), che già era sulla sua ruota, ha avuto quindi strada spalancata sotto la pioggia inclemente, trascinandosi l’elbana Alessia Bulleri (Cycling Cafè) e la maglia rosa Lucia Bramati (Alè Cycling Team).

Verso la metà della gara Gariboldi ha preso sempre più confidenza con il tracciato scivoloso, ampliando il margine sino a 20”, poi ricucito entro i 9” da Bulleri, che a sua volta ha distanziato dello stesso gap la maglia rosa nelle fasi finali.

Tutti gli altri risultati delle gare li trovate cliccando su questo link.

Pininfarina, Gramellini e “le bande rosse” vicine alla gente

GROSSETO.È una storia scritta dagli uomini per le comunità nelle quali vivono, quella dell’Arma dei carabinieri che, puntuale come ogni anno, presenta la 91esima edizione del calendario storico

Questa volta, le 12 tavole disegnate dallo studio Pininfarina, sono accompagnate da 12 racconti brevi scritti da Massimo Gramellini. Che in poche frasi, con la sua penna intinta nelle emozioni, è riuscito a raccontare uno spaccato della nostra Italia dove la fortuna è quella di avere al proprio fianco un’istituzione come quella dell’Arma.

12 racconti, 12 storie che servono per scoprire un legame con quegli uomini con le bande rosse, quelle che corrono lungo i gambali dei pantaloni della divisa, che rappresentano la sicurezza che tutti i cittadini cercano. 

Poche parole e tanta emozione

Mentre a Roma, alla presentazione del calendario dell’Arma c’erano il ministro della Difesa Guido Crosetto insieme al comandante generale dell’Arma Teo Luzi, presentati da Amadeus, a Grosseto, al comando provinciale, il compito è toccato al colonnello Sebastiano Arena

« Il calendario dell’Arma – dice – da qualche anno vuole rappresentare un modo di essere. Quello dei carabinieri che da sempre sono al fianco dei cittadini».

Per raccontare la loro vicinanza, per comunicare la loro presenza alla comunità, l’Arma quest’anno ha scelto Gramellini, giornalista e scrittore che, in poche righe, riesce a condensare mondi interi.

Mondi che racchiudono una presenza costante accanto alla cittadinanza, da momenti storici per il nostro Paese – come il referendum tra Monarchia e Repubblica nel 1946 – a quelli della vita quotidiana – come la recente alluvione in Romagna.

La vicinanza, la capacità di contatto e di ascolto, le tante attenzioni, piccole e grandi, ai bisogni delle persone, dalle città metropolitane fino ai borghi più remoti di provincia, con le quali i xarabinieri corrispondono alle istanze di rassicurazione sociale proprie di ogni comunità, sono il fil rouge che caratterizza da sempre l’operato dell’Arma e che ci accompagna attraverso i 12 racconti del Calendario 2024.

La bellezza della linea rossa

È una linea rossa quella che unisce il calendario, che graficamente riporta subito alla memoria la banda rossa dei pantaloni della divisa, quella della livrea, quella che rappresenta, da sempre, nell’immaginario collettivo, i carabinieri. 

Uomini e donne che sono un punto di riferimento per tutti e che vengono raccontati da Gramellini che si è concentrato su 11 episodi realmente accaduti. Soltanto uno, intitolato “Pane, amore e fantasia”, sulla coraggiosa scelta di un militare, stretto tra l’amore per la sua bella e quello per la divisa. 

Stampato in un milione e 200.000 copie, il calendario storico è il must have del 2024. 16.000 copie sono state tradotte in otto altre lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, giapponese, cinese e arabo, nonché in sardo e friulano).  

L’Arma, oltre al calendario, ha anche realizzato quest’anno i planning da tavolo. Il calendario da tavolo, dedicato anche quest’anno al tema “i Carabinieri nei Borghi più Belli d’Italia”, riguarda piccole gemme arroccate fra gli scorci più suggestivi del Belpaese, il Paese dell’Arte, della Letteratura, dell’Ingegno italico.

Sono state selezionate 12 immagini, una per mese, con Carabinieri ritratti in uno dei tanti borghi che impreziosiscono l’Italia, i quali restituiscono un quadro d’autore fatto di geografia, architetture e uniforme. Il ricavato della vendita sarà devoluto all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri.  

 

 

Insieme in rosa fa il pieno: in 300 alla cena, raccolta record – IL VIDEO

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Una serata speciale per l’associazione di volontariato Insieme in Rosa: al palasport Casa Mora oltre 300 invitati hanno partecipato alla “Cena delle Fate” per celebrare anche la donazione di un macchinario, una sonda per la rilevazione del linfonodo sentinella al reparto di chirurgia dell’ospedale Misericordia di Grosseto, dalla dottoressa Maria Grazia Pieraccini.

Dall’inizio dell’anno sono stati già donati da Insieme in Rosa un densitometro al reparto di medicina nucleare, le borsette portadrenaggi al reparto di senologia, un colposcopio per lo screening ginecologico al Misericordia di Grosseto e un insufflatore CO2 che ha portato la colonscopia virtuale all’ospedale di Orbetello.

Le prossime donazioni in programma sono un ecografo portatile per lo screening del carcinoma tiroideo e una telecamera particolare per il reparto di anatomia patologica che permetterà anche il collegamento con altri centri di eccellenza per le diagnosi complesse per l’ospedale Grosseto.

Musica, teatro, cibo e solidarietà

La cena da tutto esaurito, a spiccare è stato l’allestimento con l’addobbo e l’illuminazione rosa del Casa Mora, è stata anche allietata da tanti eventi collaterali: la presenza dell’orchestra di Giorgio Franceschi, le danzatrici del ventre che hanno spaziato dallo stile tradizionale con Licia Marwa che ha ballato su una musica turca con la voce registrata di Giacomo Moscato che ha recitato un pezzo scritto da Margherita Hack contro la guerra, a quello più moderno delle danzatrici orientali della scuola di ballo Asd Sinfonika, che hanno fatto da contorno al conviviale che è stata organizzato con la collaborazione con la società sportiva Hockey Club Castiglione.

Donatella Guidi, presidente di Insieme in Rosa, quasi emozionata, ha accolto i tanti ospiti: Elena Nappi, sindaca di Castiglione accompagnata da alcuni assessori, Susanna Lorenzini, Sandra Mucciarini e Walter Massetti, e ancora Stefania Ulivieri sindaca di Gavorrano con gli assessori Daniele Tonini, Francesca Mondei e Saimon Brunetti, e Alessandro Ricciuti in rappresentanza del comune di Follonica.

La giornalista Francesca Ciardiello ha condotto la serata, con le fatine che hanno poi esposto un lungo cartello con su scritta la cifra raccolta durante l’anno da Insieme in Rosa, 119 mila 376,85 euro.

Tutti insieme per la prevenzione contro i tumori

La presidente Guidi: «Vedere tutta questa partecipazione è davvero una cosa incredibile – ha detto Guidi – In tutti questi anni abbiamo sempre cercato di coinvolgere più persone possibili, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il mio grazie va soprattutto a chi collabora dietro le quinte e da una mano sempre».

La vicepresidente di IiR, la dottoressa Alessandra Buonavia, ha sottolineato come la forza dell’associazione stia anche nel saper fare squadra e nel sapersi distinguere. Nel farsi conoscere, anche grazie all’idea di illuminare di rosa i monumenti di molte località della provincia di Grosseto e nell’abbellimento dei paesi maremmani.
È stata espressa soddisfazione anche da parte dei medici presenti, in rappresentanza dell’ospedale Misericordia, che hanno ringraziato per l’importante opera di volontariato svolta sul territorio e a beneficio dell’intera comunità.

Hanno partecipato alla serata Michele Dentamaro, direttore del Misericordia, Andrea Coratti, direttore UO chirurgia generale e d’urgenza, Maria Grazia Pieraccini, responsabile UO chirurgia senologica, Maria Cristina Pacchiarotti, dirigente medico chirurgia generale, Giulia Baldoni, dirigente medico in chirurgia generale e d’urgenza, Sandro Giannotti, medico in gastroenterologia chirurgica ed endoscopia digestiva (reparto in cui da due anni lavora a pieno regime per testimoniare l’eco endoscopio donato dalla onlus), Alessandra Buonavia, responsabile radiologia senologica. Infine è stata presente anche la psiconcologa Simona Carloni del centro di senologia di Roma, protagonista dell’iniziativa Artfulness che dal 12 al 15 ottobre si è tenuta al chiostro di San Francesco e in cui si è parlato di arte e mindfulness.

L’ultimo singolo di Paolo e Florentina: Mai

Florentina Steri e Paolo Tenerini, gli autori di Mai

GROSSETO. Due cantanti maremmani, Florentina Steri e Paolo Tenerini, hanno pubblicato il singolo Mai: la loro prima collaborazione. La canzone è uscita oggi, 25 ottobre. Raccontadi una persona, che riesce a riscattarsi attraverso la sua più grande passione, nonostante sia nata in una situazione difficile.

I due autori, Steri e Tenerini, sono legati da una forte amicizia e dall’amore per la musica, che li accompagna da tutta la vita.

L’incontro fra gli autori

Si sono incontrati anni fa ma solo da poco hanno deciso di lavorare insieme. «Paolo mi mandò un messaggio con il video del suo primo singolo – dice Florentina – e da lì ho deciso di creare qualcosa con lui, con quella canzone mi ha parlato al cuore».

Paolo ha sempre ammirato la cantante maremmana. «Ha un timbro di voce e uno stile unici – dice – non prova a imitare nessuno, quando canta è solo Florentina e questo è meraviglioso. Per questo ho sempre voluto lavorare con lei e credo sia l’interprete perfetto per “Mai“».

La storia di Paolo

Tenerini ama l’arte in generale e la musica ha avuto un ruolo centrale nella sua vita: da bambino giocava dentro una cassa da 45 kg. «Non lo ricordo neanche da quanto tempo la musica ha iniziato a fare parte di me – dice – so solo che c’è sempre stata in tutti questi anni».

Paolo è sempre l’autore delle canzoni che ha prodotto, ha iniziato a pubblicarle nel 2022. «Sono sempre stato un autore, ma i testi li scrivevo per me – dice – non avevo mai sentito l’esigenza di condividerli, diciamo che era un mio sfogo personale. Poi un amico mi ha spronato a pubblicarli e così ho iniziato a cantare i miei pezzi».

«La musica per me è rapimento, non “qui ed ora”. È oltre il tempo e lo spazio – continua Paolo – come diceva il maestro Angelo Branduardi. Quando scrivo o canto mi sembra di entrare in un’altra dimensione fatta di emozione e passione».

Florentina e la sua passione

Steri, cantante e autrice anche lei, ha sempre avuto una vena artistica. «Mi ricordo che da bambina riuscivo a studiare per la scuola solo se scrivevo una canzone e la cantavo – dice – Sempre da piccola ho iniziato a cantare con “Con te partirò” di Andrea Bocelli, i miei genitori rimasero stupefatti dalla mia voce e così a 16 anni avviai gli studi di canto».

Florentina non cerca la fama, le basta raggiungere i cuori delle persone. «La musica mi ha sempre accompagnata in ogni dove – continua – ed è qualcosa di necessario per rielaborare il dolore, perché la sofferenza deve essere affrontata per migliorarsi. La musica è un mezzo per aiutare gli altri ad ascoltare le proprie emozioni. Ed è questo il senso di “Mai”».

«A Follonica un evento meteo difficilmente prevedibile»

Il climatologo Marco Biagioli

FOLLONICA. Sono passati tre giorni dal nubifragio che ha colpito Follonica, mercoledì 18 ottobre, e ancora la situazione non è tornata alla normalità. Prosegue la pulizia delle strade, dei garage e degli appartamenti a piano terra.

L’evento, che per una serie di concause ha colpito duramente la città, non è ancora stato tradotto in una cifra approssimativa dei danni, anche perché continuano ad arrivare le segnalazioni dai cittadini alla casella di posta elettronica messa a disposizione dal Comune.

La domanda che da giorni rimbalza sulla bocca di tutti è come sia stato possibile che un fenomeno di tale violenza e intensità non sia stato previsto, tanto che la Regione aveva emesso un codice giallo, che nel “linguaggio” della protezione civile significa “vigilanza” (l’allerta vera e propria si segnala con il codice arancione).

E per contro come si sia creata una cellula temporalesca così potente e fulminea che ha colpito solo la città del golfo, mentre sono rimaste escluse tutte le zone limitrofe.

Fenomeni estremi da cui bisogna imparare a difendersi, ma che lasciano aperto più di un interrogativo

La parola all’esperto

Tutte riflessioni e domande che sono state condivise con chi della meteorologia ha fatto un mestiere: il dottor Marco Biagioli, tecnico meteorologo Ampro (Associazione Meteo Professionisti) di Meteo Siena24 e collaboratore di Radarmeteo di Padova.

Biagioli è uno dei tecnici meteorologici certificati d’Italia ed è anche il responsabile per la raccolta di informazioni meteorologiche, della loro organizzazione, del funzionamento e della manutenzione di strumentazione meteo e di reti osservative.

Il codice giallo non esclude fenomeni estremi

Intanto Biagioli sgombra il campo dal primo dei dubbi: l’allerta gialla, la più bassa allerta nella scala dei valori che segnalano pericoli derivati dal meteo, non è quella come si crede che esclude eventi importanti. Segnala, infatti, una un’elevata incertezza previsionale e una probabilità non elevata di fenomeni intensi ma non li esclude a priori.

“Specie nella prima parte dell’autunno l’evoluzione meteorologica è particolarmente rapida  – spiega Biagioli – e quindi spesso non è facile prevedere al dettaglio cosa accadrà anche poche ore prima di un evento simile”.

“L’allerta arancione e quella rossa seguono una percentuale di probabilità più alta di fenomeni intensi e una diffusione più ampia degli stessi”.

Rispettare il territorio e costruire meglio

Secondo Biagioli “sarebbe importante informare correttamente i cittadini, far capire che non tutto è catalogabile e identificabile con una sigla, gli attori che determinano un fenomeno sono moltissimi – spiega – e pochi sono rilevabili con precisione”.

Certamente, il consumo di suolo o la deviazione di torrenti, le costruzioni che non tengono conto della vicinanza ai punti sensibili di un territorio fanno sì che questi eventi peggiorino gli effetti della loro azione. Quindi, per il futuro, dovremo pensare a una diversa qualità dell’antropizzazione.

Dunque, l’uomo ha solo un mezzo sicuro per rendere meno gravi i danni che arrivano dalle situazioni meteorologiche: la prevenzione.

Nel frattempo un’altra perturbazione sta per arrivare da nord, riportando l’autunno alle proprie caratteristiche stagionali.


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Una rete fantasma recuperata a Giannutri – IL VIDEO E LE FOTO

PORTO ERCOLE. «Ciao, c’è una rete abbandonata a Punta Secca, va verso la zona del Parco. È a 20 metri di profondità, sui massoni». È l’ultima segnalazione arrivata all’Argentario divers, centro immersioni di Porto Ercole, alla quale ha risposto Simone Nicolini

Quello delle reti fantasma, abbandonate in mare, è uno dei problemi che i centri immersione della Maremma si trovano ad affrontare quasi quotidianamente, da nord a sud. L’ultima segnalata è stata quella a Giannutri, una rete derivante della quale è vietato l’utilizzo per pescare. 

Le reti disperse uccidono in modo indiscriminato milioni di pesci, mammiferi, tartarughe, grandi cetacei e uccelli, per non parlare dei danni ai coralli e agli organismi bentonici. Inoltre rappresentano una delle fonti principali di rifiuti marini e inquinamento da plastica, senza contare che sono tra le cause degli incidenti marittimi.

Rete recuperata a Giannutri

A Giannutri, nella zona in cui la pesca è autorizzata, capita ogni tanto di doversi immergere per recuperare qualche rete. Così come sulla secca di mezzo canale e lungo la costa dell’Argentario. «Ci chiamano i pescatori – spiega Nicolini – quando si incagliano loro le reti e noi andiamo a recuperarle. Negli anni, fortunatamente, si è creato un circolo virtuoso, grazie al quale ci viene segnalata la presenza di reti che andiamo a tirare su. Ma quella che era rimasta incagliata a Giannutri, era una rete derivante, quindi illegale». 

La rete si trovava a una profondità di 20 metri, appoggiata sui massi, tutta aggrovigliata. Nicolini ha indossato l’attrezzatura, si è messo l’erogatore in bocca e ha cominciato a scendere. Riuscendo così a liberare anche i pesci che erano rimasti intrappolati

«I pescatori professionisti – spiega Nicolini – quando perdono le reti ci avvisano e ci chiedono di andare a recuperarle. La salvaguardia dell’ambiente è un tema che per fortuna sta diventando sempre più centrale anche per chi pratica la pesca. E noi che lavoriamo nei diving ovviamente siamo ben contenti di partecipare a queste attività». 

Il problema dello smaltimento delle reti

Nella zona sud della provincia, le aree dove si concentrano le reti fantasma sono soprattutto quelle della Secca di mezzo canale, quella di Giannutri nella parte in cui la pesca è consentita e lungo la costa dell’Argentario. Ma anche nella zona più a nord della provincia, come alle Formiche, il fenomeno è purtroppo presente con la presenza di nasse, spesso illegali, perché di dimensioni non consentite. 

A segnalarne la presenza, quasi sempre, sono i subacquei che si godono i fondali della Maremma. 

«La rete che abbiamo recuperato a Giannutri – racconta il sub dell’Argentario Divers – stava andando alla deriva, portando via tutto il pesce che si trovava davanti. Era ai confini con la zona 1 del Parco di Giannutri, dove la pesca è vietata: ci siamo fati autorizzare dal parco e siamo andati a recuperarla». 

Il problema, ad oggi, non è più quindi la segnalazione della presenza delle reti e il suo recupero, che viene fatto dai diving della zona. «Di quello ce ne facciamo carico noi – spiega Simone Nicolini – il problema semmai è lo smaltimento».

Due anni fa è entrata in vigore la “legge Salvamare”, che regola il recupero e la gestione dei rifiuti accidentalmente recuperati in mare.  Rifiuti che devono essere correttamente smaltiti in apposite strutture disposte dai Comuni e allestite in prossimità degli ormeggi. Il conferimento dei rifiuti accidentalmente pescati all’impianto portuale di raccolta, previa pesatura degli stessi all’atto del conferimento, è gratuito per il conferente e si configura quale deposito temporaneo.

«Purtroppo però – dice ancora Nicolini – anche se la legge prevede questo, ancora da noi non è così: le ditte di smaltimento rifiuti di solito protestano per via dei residui che restano nelle reti. Fino a poco tempo fa i pescatori ributtavano in mare i rifiuti che trovavano, oggi invece la mentalità per fortuna è cambiata». Ma il cambiamento, andrebbe accompagnato con strumenti che semplificano il lavoro di chi, quando la trova o quando gliela segnalano, va a recuperare una rete e poi deve smaltirla.

 

1° ottobre: domenica al museo a ingresso gratuito

Musei gratis, una pavimentazione del parco archeologico di Roselle

GROSSETO. Torna l’iniziativa domenica al museo. Il 1° ottobre, domenica appunto, si rinnova l’iniziativa promossa dal Ministero della cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali.

Le visite si svolgeranno nei consueti orari di apertura, con accesso su prenotazione dove previsto.

Per informazioni e per consultare l’elenco completo delle strutture e dei siti visitabili gratuitamente, si può andare sul sito https://cultura.gov.it/domenicalmuseo

Cosa si può vedere gratis nella provincia di Grosseto

Sono tre gli appuntamenti con la storia che si possono frequentare gratis il 1°ottobre.

La domenica al museo in provincia di Grosseto interessa:

  • l’area archeologica di Cosa, orario 9.45 -18.45;
  • l’area archeologica di Roselle, orario 8.15 – 19.45;
  • l’area archeologica di Vetulonia, orario 9.45 – 18.30;
Domenica al museo
I siti visitabili gratuitamente nella provincia di Grosseto (dal sito del Ministero della cultura)
 
 

Cinquant’anni a caccia del punto G

Una foto di Maurizio Candidi

FOLLONICA. Spoiler alert: in questo articolo, uscito su MaremmaOggi l’8 marzo scorso, si parla di sesso. Perché il giorno in cui in tutto il mondo si celebra la donna, la sua forza, la sua importanza, abbiamo pensato anche ad un altro aspetto fondamentale, che tante volte sembra passare in secondo piano: la bellezza del piacere, quello sessuale in testa.

E non c’è miglior paladino, in Maremma, di Maurizio Candidi, il “playboy” che da cinquant’anni regala orgasmi alle donne. «Ne ho avute un migliaio, e a tutte ho regalato la massima intensità del piacere», garantisce.

La vita del playboy Candidi di Follonica su Sky e su Cielo

L’8 marzo scorso non c’era ancora la data,  ma il docufilm sulla vita di Maurizio Candidi, debutterà a breve anche su Sky.

Intanto è in programmazione su Cielo (cabale 26 digitale terrestre) oggi, sabato 30 settembre alle 22.55.

Settant’anni, il fascino dell’hipster elevato all’ennesima potenza, Candidi è l’autore del libro “Il punto G”, dove spiega come ha fatto a trasformare il rapporto sessuale in una vera scienza: in questo libro ne presenta leggi, regole ed esperimenti.

La locandina del film The last playboy

Dopo l’uscita del libro, la fama del playboy della città del golfo è cresciuta tantissimo. «Durante una trasmissione con Barbara D’Urso – racconta – sono stato messo in contatto con il regista. E così è nato il docufilm, che uscirà presto su Sky».

Ottantaquattro minuti, per la regia di Mauro Russo Rouge, “The last playboy” racconta la vita di Candidi, la sua smisurata passione per le donne, per il loro piacere. «Sono sempre stato in mezzo a loro – spiega – e mi sono sempre dato da fare per farle stare bene».

Obiettivo raggiunto, almeno a leggere i post e i commenti alle sue foto su Instagram.

Per la festa della donna il regalo di Candidi, playboy di Follonica

Per la festa della donna, Candidi non ha dubbi: il regalo più bello per una donna è regalarle piacere. «L’orgasmo si raggiunge in modi diversi – spiega – ma io sono specialista nella ricerca e nella stimolazione del punto G e dello squirting. Quando una donna lo raggiunge insieme, prova un’estasi che non è paragonabile a null’altro».

Eppure, nonostante che di argomenti come quelli di cui è specialista il playboy della città del golfo sono piene le riviste femminili e i siti Internet, nel 2023 si fa ancora fatica a parlare liberamente di sesso.

«Devono essere le donne a insegnare agli uomini come fare a dar loro piacere – dice – Io ho imparato in questo modo, ascoltando i loro bisogni. Bastano due dita per far volare una donna, non c’è bisogno di altro. Provare il tipo di orgasmo che riesco a regalare io fa bene a tutto: la cellulite va via, la pelle diventa più luminosa, l’ansia sparisce. È un toccasana».

Non sarà vero, magari, che la combo punto G e squirt cancella la cellulite. Ma tentare non nuoce: e non soltanto oggi, ma tutti i giorni. Ah: e non c’è bisogno di un uomo per farlo.