Tavarelli: «Decisiva la crescita sostenibile del territorio»

Una veduta di Castiglione e Fabio Tavarelli

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Dopo 10 anni da capogruppo con il sindaco Farnetani, nei quali, fra le altre cose, ha portato all’approvazione il regolamento urbanistico e il piano regolatore del porto di Punta Ala, l’avvocato Fabio Tavarelli, 55 anni, si ripresenta come candidato al consiglio comunale. È in lista con il Pd, in sostegno della candidata sindaca Elena Nappi.

Titolare di uno dei più grandi studi legali della Toscana e di aziende che, sul territorio, danno lavoro a decine di persone, Tavarelli è un castiglionese doc e, da sempre, si prende cura del suo paese. Concreto, pragmatico, innovativo, fra le altre cose ha scritto le regole per la crescita di Castiglione.

La crescita sostenibile del territorio

«Ho lavorato – ci dice – per conseguire due risultati: una crescita sostenibile al contempo conservare il valore del nostro territorio. Per farlo, sono riuscito a approvare il primo regolamento urbanistico del comune di Castiglione; l’ultimo risaliva a 37 anni prima; ho anche portato in approvazione il piano regolatore del porto di Punta Ala, grazie al quale la marina verrà ammodernata e aumenterà la capienza di oltre 200 posti barca, ed anche 12 piani attuativi di iniziativa privata».

«Gli strumenti urbanistici vanno però rinnovati; pertanto ho avviato i procedimenti per approvare il nuovo piano strutturale e il piano regolatore portuale del porto di Castiglione».

Saper pianificare e scrivere regole sostenibili

«Nella pubblica amministrazione i tempi di formazione degli atti sono lunghi e richiedono l’intesa tra più enti. Saper pianificare e scrivere regole sostenibili è quello che trasforma le parole in fatti. Ho quindi accettato di candidarmi perché Castiglione continui a mantenere il suo valore e allo stesso tempo risponda alle esigenze delle persone».

Elena Nappi: «Pronta a guidare Castiglione»

Castiglione della Pescaia ed Elena Nappi

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. 43 anni, gli ultimi dei quali impegnati, da vicesindaco, a occuparsi di quella perla della Maremma che è Castiglione della Pescaia. Ora Elena Nappi è pronta a vestire la fascia tricolore da sindaco, per dare un’ulteriore spinta all’economia e alla vita del territorio.

In suo sostegno una squadra di 12 castiglionesi, cinque donne e sette uomini.

Sette i punti chiave del suo programma

La crescita economica è al primo punto. In testa il consolidamento di un turismo sostenibile, con grande attenzione ai servizi per gli ospiti, alla comunicazione e al marketing. Ma anche attenzione al lavoro e alla formazione degli imprenditori. Il tutto tenendo l’ambiente al primo posto.

La crescita sociale passa invece attraverso attività di sostegno alle famiglie a basso reddito, alle attività di associazionismo, anche al recupero delle strutture che offrono possibilità di coesione sociale e il potenziamento delle attività dei centri culturali.

Decisiva, nel programma di Elena Nappi, la promozione di Castiglione come luogo dove vivere, non solo da visitare. E quindi sostegno alle giovani coppie e soluzioni che tengano insieme smart working e smart living.

Questo si lega a un piano di miglioramento dell’infrastruttura digitale, a partire da una rete a banda larga che copra il territorio.

Ma lo sviluppo di Castiglione passa prima di tutto per il suo porto. E qui potranno essere utilizzati i fondi in arrivo dal Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) per sistemare, una volta per tutte, l’approdo turistico, punto di partenza anche per numerosi pescherecci. Nel campo delle infrastrutture è decisivo, poi, il completamento della ciclovia tirrenica.

La crescita amministrativa, infine, si lega alla formazione del personale, lo sviluppo delle professionalità, la crescita dell’ufficio relazioni con il pubblico.

L’attenzione alle frazioni

Buriano, Punta Ala, Tirli, Vetulonia: frazioni al centro del programma. Decine i progetti in agenda, da realizzare attraverso un colloquio costante con i residenti.

 

Scomparso: a Montecristo per cercare il tesoro del Conte

Davide Pecorelli davanti alla Procura

GROSSETO. Sull’isola di Montecristo, oggi, ci si va per ammirarlo il tesoro, non per cercarlo. Ma Davide Pecorelli, l’imprenditore di 45 anni scomparso 8 mesi fa in Albania e rispuntato – da naufrago – al largo delle coste della perla dell’Arcipelago toscano, probabilmente credeva di trovare qualcosa sepolto sull’isola. Nel celebre romanzo di Alexandre Dumas infatti, il conte aveva nascosto il tesoro, prima di tornare in Francia, sotto l’altare del monastero di San Mamiliano. 

Il grande tesoro citato nel romanzo, appartenuto alla famiglia Spada e nascosto sull’isola, riprende un’antica leggenda legata a un ipotetico tesoro che i monaci di San Colombano avrebbero nascosto prima della distruzione del potente Monastero di San Mamiliano (edificato proprio sull’isola di Montecristo) da parte dei saraceni. Nel romanzo il tesoro si trova in una grotta e, in effetti, sull’isola esiste, sotto i resti di un eremo, la grotta di San Mamiliano. Pecorelli, appassionato di numismatica, probabilmente cercava proprio quello.

Il ritrovamento della mappa

I carabinieri della stazione dell’isola del Giglio infatti, quando sono andati a controllare la camera dell’albergo al porto che era stata presa dall’uomo il giorno prima del “naufragio” al largo di Montecristo, hanno trovato una mappa sulla quale erano state segnate tre calette. Una mappa turistica, di quelle che possono essere trovate in qualunque punto di informazioni. E come immagine su whatsapp, in quei giorni, l’imprenditore ed ex arbitro di calcio originario della Valtiberina, avrebbe utilizzato il volto di Gerard Depardieu, proprio nel ruolo del Conte di Montecristo.

L'isola di Montecristo
L’isola di Montecristo

Era quindi partito dall’isola del Giglio a bordo di un gommone noleggiato sotto falso nome per cercare il tesoro? Pecorelli oggi, lunedì 20 settembre, è entrato in Procura a Perugia puntuale, alle 15. È arrivato da solo, senza avvocato, per raccontare al magistrato il perché della sua scomparsa. Al pm, probabilmente, chiarirà anche il motivo per cui abbia scelto di arrivare all’isola del Giglio e dare un falso nome, Giuseppe Mundo, e una falsa professione, geologo, al proprietario dell’albergo dove aveva preso una camera e al noleggiatore di gommoni.

L’incontro in Procura

Vestito con una maglietta, un cappellino da baseball sulla testa, i capelli tinti e lunghi. Un’altra persona, rispetto a quella che era uscita da casa otto mesi fa per andare in Albania a vendere un macchinario per l’estetica e che due giorni prima di arrivare al Giglio si trovava a Roma dove aveva effettuato due prelevamenti di contanti con la sua carta bancomat: proprio gli sms automatici inviati al numero di cellulare in quel momento in possesso della sua compagna, hanno fatto sì che lei sapesse che l’imprenditore era ancora vivo.

Si è presentato così in Procura a Perugia, dove è stato sentito dal procuratore capo Raffaele Cantone e dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini. «Sono stato a Medjugorie – ha spiegato l’imprenditore ai magistrati – Non farò più impresa in Italia. Ora però abbiate un po’ di comprensione, soprattutto per i miei figli».

Il quarantacinquenne, che è stato trovato dai carabinieri per la biodiversità in mezzo al mare, non aveva fatto bene i conti. Con il gommone noleggiato infatti, non avrebbe potuto raggiungere l’isola di Montecristo e tornare indietro. Recuperato con la motovedetta dei militari in mezzo al mare, una volta arrivati alla caserma di  Piombino, dove l’uomo è rimasto tutta la notte, è stato denunciato per aver fornito false generalità all’albergatore e al noleggiatore di gommoni. Ai militari invece, Pecorelli ha dato la sua vera patente.

Se anche l’imprenditore fosse riuscito ad arrivare sull’isola, dove l’avvicinamento con le barche è vietato, trattandosi di una Riserva naturale, sarebbe stato impossibile tentare di trovare quel tesoro. Le calette che l’uomo aveva segnato sulla mappa erano molto distanti tra loro e in zone difficili da raggiungere senza la giusta attrezzatura. Pecorelli, quando è stato trovato dai carabinieri indossava ai piedi un paio di sneakers che non gli avrebbero consentito di muoversi agevolmente.

Ha parlato per ore con i magistrati, Pecorelli. Poi, all’uscita dalla procura, un breve incontro con i giornalisti. «Ora però, lasciatemi stare», ha chiesto.

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Premiati i vigili urbani e la Protezione civile, tutti i nomi

La consegna del premio da parte del sindaco a vigili urbani e protezione civile

GROSSETO. Tanti i vigili urbani premiati in Comune in occasione della festa del corpo. E sono stati premiati anche gli operatori della Protezione civile. Tanti agenti e volontari che hanno avuto attestati e encomi nell’anno in cui il corpo è stato premiato anche dall’Anvu, l’associazione nazionale delle polizie municipali.

«Abbiamo voluto questo momento ufficiale – ha detto il sindaco Vivarelli Colonna – per riconoscere il grande lavoro svolto dai vigili urbani e dalla protezione civile, premiando queste donne e questi uomini per il grande impegno che hanno messo su più fronti, compresa l’emergenza coronavirus».

Tutti i premiati

Al corpo dei vigili urbani: «Alle donne ed agli uomini della polizia municipale, per esprimere la gratitudine da parte della Città che rappresento per lo straordinario lavoro svolto nel corso della pandemia da Covid 19. Durante quello che è stato uno degli anni più cupi della storia recente, in cui il mondo ha attraversato una delle epoche più difficili che abbiamo mai vissuto, l’impegno e la dedizione degli uomini del corpo non sono mai venuti meno».

Encomio del sindaco all’ispettore Roberto Galloni ed all’assistente scelto Luca Ovi: «Confermando elevata professionalità e non comune determinazione operativa, assicuravano fattivo e valido apporto personale nella organizzazione e svolgimento di attività operativa, durante il periodo a maggior rischio dovuto all’emergenza da coronavirus “Covid-19”».

Encomio del sindaco al commissario Francesco Bettazzi, all’assistente scelto Aroldo Svetoni, all’assistente scelto Massimo Martellini, all’assistente Riccardo Chiti, all’agente scelto Francesco Colombini, all’agente scelto Alessio Sorgi, all’agente scelto Giampaolo Rainaldi, all’agente scelto Marco Passetti, all’agente scelto Marco Opizzio, all’agente Manuela Coletti: «Assicuravano fattivo e valido apporto personale nella direzione ed esecuzione di un’articolata operazione di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. A seguito di articolata attività di indagine, il suddetto personale traeva in arresto tre uomini dediti allo spaccio di stupefacenti nell’area del parco sul fiume Ombrone».

Encomio del sindaco all’assistente scelto Marco Rubegni, all’assistente scelto Antonio Ambrosini, all’assistente Chiara Ginanneschi, all’assistente Patrizia Pieri: «Assicuravano fattivo e valido apporto personale nella direzione ed esecuzione di una articolata e capillare attività di indagine, a cui hanno partecipato, in perfetta sinergia, i rispettivi nuclei di P.G. della polizia municipale, della polizia stradale, e dei carabinieri forestali, al termine della quale sono state deferite all’autorità giudiziaria 11 persone, alcune delle quali si erano associate per commettere una serie di “reati scopo” come la truffa alle assicurazioni, il traffico illegale di animali da compagnia, le frodi in commercio».

Elogio del comandante all’ispettore Francesco Fanfani, all’assistente scelto Alfredo Tognoni, all’assistente Simona Spacciante, all’agente scelto Roberto Gallai, all’agente Fabio Morra: «Assicuravano valido apporto personale nella individuazione di documento falso durante le operazioni di rilievo di sinistro stradale. Questo permetteva di trarre in arresto il responsabile dell’illecito».

Elogio del comandante all’assistente scelto Aroldo Svetoni, all’assistente Enrico Guazzini, all’assistente Riccardo Chiti, all’agente scelto Alessio Sorgi, all’agente Fabio Morra: «Durante le operazioni di rilievo di sinistro stradale, uno dei soggetti coinvolti, in stato di ebbrezza alcolica, si scagliava in maniera violenta contro gli operanti, che riuscivano a contenerlo ed a trarlo in arresto».

 

L’incanto della natura negli scatti di Marco Brandi

Marco Brandi

GROSSETO. Fotografie mozzafiato di un territorio ricco di affascinanti creature, qual è la Maremma, scattate da un giovane fotografo naturalista, Marco Brandi, hanno accompagnato la mostra che si è svolta a Marina di Grosseto dedicata al progetto “Estate Clean”, un progetto per la sensibilizzazione del litorale grossetano, organizzata dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Grosseto, in collaborazione con l’associazione Balneari di Grosseto. Un evento dedicato alla cura del territorio e alla scoperta delle creature che lo abitano e che sempre di più necessitano di una certa attenzione. Quale miglior modo per scoprire questi esemplari, dunque, se non attraverso delle fotografie che con una strabiliante delicatezza e semplicità mostrano lo spirito indomito della Maremma e la varietà di habitat e delle specie animali che caratterizzano la nostra terra?

Un artista dal cuore verde

L’artista che ha immortalato questi momenti è un autodidatta che scopre la fotografia da ragazzo, quasi per caso, e i suoi primi scatti non possono che riprendere quella che è da sempre stata la sua vera passione, la natura: «Fin da quando ero bambino mi sono avventurato tra i boschi alla scoperta di paesaggi nascosti e creature meravigliose, mi sono sempre sentito parte integrante della natura, l’ho amata e rispettata in tutte le sue forme».

Marco Brandi, nasce nel cuore della Maremma, circondato dalla purezza di una natura incontaminata dove le sole creature che la abitano fanno da padrone, in uno scenario che sembra incantarlo fin dai primi momenti, e che sarà sempre fonte di ispirazione per lui. La prima foto che ha scattato è stata a un airone nella riserva naturale Diaccia Botrona, e sorridendo confessa che era davvero bruttissima. Ma nonostante ciò, da quel momento, la fotografia naturalistica ha fatto parte della sua vita. Con impegno, dedizione e talvolta perfino testardaggine Marco cresce, impara e migliora, conoscendo sempre meglio la macchina fotografica e apprezzando che quel fotogramma, con tutti i suoi pregi e magari anche qualche difetto, poteva trasmettere emozioni straordinarie.

Il National Geographic conquistato dal falco pescatore

Oggi è un professionista e le sue foto fanno il giro d’Italia, il National Geografic nell’ottobre del 2015 ha scelto una sua foto, scattata ad un falco pescatore bagnato dalla pioggia, come l’immagine più bella e caratteristica, tanto da rimanere, per tutto il mese di novembre come copertina dei loro magazine online. Rispetto a quello che le persone possono pensare, per Marco la fotografia non è soltanto tecnica, strumenti e conoscenza, ma è calore colore e sensibilità. È convinto, infatti, che essa possa essere uno strumento incredibilmente potente in tema di comunicazione e di informazione, talvolta addirittura più efficace di una notizia scritta su un giornale o trasmessa in audio dai media.

Marco Brandi con la foto del falco pescatore
Marco Brandi con la foto del falco pescatore

Le immagini possono arrivare al cuore di chi le guarda in maniera più intensa e sensibilizzare il fruitore della fotografia ad una natura che è tanto spettacolare quanto sconosciuta. «Mostrando le immagini di un paesaggio o di un animale – racconta il giovane fotografo – cerco di mostrare al mondo la ricchezza che ci circonda e che troppo spesso non viene considerata, a chi resta incantato guardando le mie foto rispondo che queste creature ci sono, sono bellissime e sono proprio intorno a noi, ma perché continuino ad esistere hanno bisogno di essere amate e protette».

Fotogrammi fissati nella memoria

La fotografia ha anche un valore sociale, permette infatti di porre una maggiore attenzione ai dettagli del mondo che ci circonda, che altrimenti sfuggirebbero alla nostra percezione, la frenesia della vita di oggi, con persone che corrono alla ricerca di ciò che ancora deve avvenire, rischia di far perdere di vista l’attimo presente, non ci permette di fermarci a riflettere su ciò che accade in quel preciso momento, e l’istante che stiamo vivendo rischia di scivolarci addosso, come una pioggia che quando cade violenta non penetra in profondità il terreno. È per questo motivo che scattare una foto non significa soltanto fermare un’immagine… ma fissare il fotogramma di un momento della nostra vita che scorre veloce e che si lascia indietro attimi che altrimenti verrebbero persi per sempre, è un’opportunità per analizzare un secondo all’infinito, apprezzandone l’incanto.

Un lupo fotografato da Marco Brandi
Un lupo fotografato da Marco Brandi

Il mondo guardato attraverso un obiettivo,  racconta Marco, ha tutto un altro aspetto. «L’occhio umano capta una vastità che comprende tutto ciò che ci circonda – dice –  ma che non permette di assaporarne i dettagli, scrutare la natura attraverso una macchina fotografica fa sì che pochi tratti di vita si concentrino lì di fronte, che la realtà vada più lentamente e che tutto in quel riquadro diventi più tranquillo, silenzioso, privo del caos del mondo circostante».

Scattare una foto della natura crea un momento di intimità e di connessione con essa tale da permettere di percepire un silenzio dell’anima e catturare un istante che diventa tuo, personale, e che consente di divenire parte integrante di un universo al cospetto del quale, spesso, ci sentiamo lontani, inadatti e poco integrati. La fotografia dunque è l’opportunità di scoprire ed ammirare i meravigliosi doni che madre natura ci ha regalato.

Bagno di folla per Giuseppe Conte, il disperato appello dell’infermiera

Conte con Culicchi sotto alla statua di Canapone

GROSSETO. Un bagno di folla, di strette di mano, anche di appelli disperati, come quello dell’infermiera di rianimazione che chiede più attenzione alla categoria e della bancaria del Monte dei Paschi preoccupata per il futuro.

In centinaia hanno atteso Giuseppe Conte in piazza della Palma, poi in via Garibaldi, quindi in corso Carducci e infine in piazza Dante, proprio sotto a Canapone. C’erano tanti, tantissimi militanti dei 5 Stelle, c’era il candidato a sindaco di Grosseto Leonardo Culicchi e la candidata di Castiglione, Elena Nappi. Ma soprattutto c’era tanta gente comune, trasversale, che ha apprezzato il Conte presidente del consiglio che, durante la guida del paese, aveva un gradimento personale che andava ben oltre il Movimento.

E lui ha stretto la mano a tutti, si è soffermato ad ascoltare, si è anche concesso una visita veloce al Duomo: «Non ci sono mai entrato, permettetemi di vederlo un attimo, poi torno da voi».

L’appello dell’infermiera

Carla Esposito, 45 anni, infermiera in rianimazione da 20. Spingendo una bicicletta ha avvicinato il presidente. Il suo è stato un appello disperato, a nome della categoria.

Giuseppe Conte parla con l'infermiera Carla Esposito
Giuseppe Conte parla con l’infermiera Carla Esposito

«Stanno discutendo in questi giorni il nostro nuovo contratto, si parla di 42 euro di aumento. Nulla per quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo. Da oltre un anno il nostro impegno è in trincea, forse in pochi si rendono conto di quello che stiamo passando».

Sei ore nel reparto di rianimazione, con il Covid, sono un inferno: «Dovreste provare a stare sei ore in una tuta di plastica, con la mascherina, senza neppure poter andare in bagno. Ci sono colleghi che hanno problemi ai reni dopo mesi di questa vita. In queste ore assistiamo pazienti, li spostiamo di peso per farli respirare meglio, facciamo di tutto per avere il sorriso perché sono persone che soffrono. Vengano a farlo per qualche giorno e poi ci dicano se meritiamo 42 euro di aumento».

Conte l’ha ascoltata, poi ha preso un impegno: «Ne parlerò con il ministro Speranza, siete stati fondamentali per la ripartenza dell’Italia».

Poco dopo in piazza Dante ecco la bancaria del Monte dei Paschi: «Stanno chiudendo le filiali, ci stanno licenziando, abbiamo paura. Ci aiuti presidente». E anche in questo caso è arrivata la promessa di interessarsi del caso.

Sotto a Canapone

Poi, dopo la veloce visita al Duomo, Conte e Culicchi hanno parlato sotto alla statua di Canapone, simbolo di Grosseto.

Giuseppe Conte in Duomo
Giuseppe Conte in Duomo

«Questo bagno di folla fa capire – ha detto l’ex presidente del consiglio – che non tutto a Grosseto va così bene. È evidente che c’è voglia di cambiamento». E Culicchi ha aggiunto: «Grosseto ora non è bellissima, ma la faremo diventare noi bellissima».

Sfida allo Zecchini per sostenere il Meyer

La locandina dell'evento

GROSSETO. Una partita di beneficenza a favore della ricerca neuro oncologica. L’appuntamento è fissato per venerdì 17 settembre alle 21 allo stadio “Carlo Zecchini” . Tutto il ricavato della manifestazione sarà devoluto all’ospedale pediatrico Meyer.

In campo scenderanno la squadra degli artisti maremmani capitanata dal Conte Max che sfiderà la Nazionale Italiana Artisti. La madrina della manifestazione è Giulia Ragazzini, miss Europa 2019, mentre la serata sarà presentata dalla giornalista volto noto di Tv9 Francesca Ciardiello. “L’amore vince su tutto” è il titolo dell’evento. Il biglietto costa 7 euro e può essere acquistato in vari punti della città: al Lux lounge drink in via Orcagna, che ha organizzato la serata, al panificio Galletti, da Cinzia e Diego parrucchieri, da Alessandro Corina e in centro anche al caffè Trombetta.

Rinaldo Carlicchi e Emilia Tammaro: «Il nostro impegno per Grosseto»

Rinaldo Carlicchi e Emilia Tammaro, candidati con la lista che sostiene Valerio Pizzuti

GROSSETO. La loro è una scommessa per il futuro di Grosseto. Rinaldo Carlicchi, 45 anni, e Emilia Tammaro, 40 anni, alle Amministrative in città si presentano con la lista che sostiene Valerio Pizzuti, “Liberali, Riformisti e Socialisti“. Una scommessa sul futuro perché, nel loro programma, il ruolo della città è quella di guidare e favorire lo sviluppo di un’economia sostenibile attraverso soluzioni innovative che possano contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Nel programma di Pizzuti, e nelle idee di Carlicchi e Tammaro, c’è grande attenzione all’economia, allo sviluppo della città, alla riqualificazione del centro storico cittadino.

Ma sono molti i punti programmatici della lista.

Una città senza periferie

Le villette a schiera, i borghi urbani, gli agglomerati con piazze disabitate spesso con funzioni di rotatorie, hanno portato insieme l’allontanamento dal centro storico, lo sviluppo di sempre più aree verdi trasandate e spoglie, le difficoltà crescenti nello smaltimento dei rifiuti distribuiti su zone sempre più vaste.

«Bisogna invertire questo processo e farlo subito per tornare ad avere una Grosseto senza periferie. Ricucire con la cura e riflettere sulle modalità di vita che tutti noi vogliamo per noi stessi e i nostri figli».

Marina, collegamento fra zona artigianale e porto

Se Grosseto è città di mare  il porto di Marina dovrebbe essere uno degli snodi da cui partire se vogliamo parlare di futuro della frazione. Poche realtà portuali della categoria di quello di Marina di Grosseto, infatti, possono vantare una collocazione altrettanto favorevole della
locale zona artigianale.

«Sarà, quindi, indispensabile procedere a tutti quei lavori atti a rendere sicura la navigazione del canale S.Rocco, dal Porto fino al perimetro della zona artigianale e realizzare, in entrambi i comparti, tutte le infrastrutture necessarie per la movimentazione e l’assistenza ai natanti».

Il centro e le Mura, ripartiamo da qui

«Vorremmo che nel centro avvenisse  quel recupero urbanistico improntato alla riqualificazione e all’efficientamento energetico che
sfruttando i contributi a disposizione dei cittadini possa realmente ripartire per produrre quell’effetto volano sull’economia della città. Un centro a cui gli infiniti negozi e negozietti di un tempo sappiano restituire quel rapporto umano oggi perduto».

«Le Mura Medicee per vivere vogliono la vita e non cancelli: si attuino possibili concessioni degli spazi affinché l’iniziativa degli imprenditori grossetani diano nascita al “divertimento controllato”, all’aggregazione di questi giovani che non hanno troppi spazi a loro dedicati».

Grande attenzione alle frazioni e al turismo

Alberese, Rispescia, Istia d’Ombrone, Roselle, Batignano, Braccagni, Montepescali, Marina e Principina: tra le tante contraddizioni vissute da Grosseto c’è la quasi completa noncuranza verso quelle che classifichiamo “amministrativamente” come frazioni, ma sono borghi di pregio,
testimonianza di tempi passati. Noncuranza confermata dalle scelte urbanistiche e di servizi.

«Grosseto, invece, è al centro di un importante comprensorio storico archeologico dell’Etruria meridionale, ed è circondata da insediamenti, con Roselle straordinario luogo di sviluppo per gli Etruschi e i Romani. La vera valvola di espansione turistica della nostra area dovrebbe essere il turismo culturale, con particolare attenzione a quello archeologico».

Traffico e mobilità sostenibile

La lista di Valerio Pizzuti ha alcune proposte per il traffico e la mobilità sostenibile.

  1. La città è tagliata in due dall’Aurelia. Per questo motivo vedremmo opportuno valutare la fattibilità di un sovrappasso o cavalcavia che possa finalmente collegare le due parti di città divise (via Aurelia nord con via Giusti).
  2. Riattualizzare con modifiche necessarie, correzioni di tracciato e valutazioni sugli espropri, la variante Grosseto Nord per diminuire il traffico pesante e non solo da via Uranio.
  3. Cercare una soluzione di ingresso in città che non passi dalla via della Serenissima per alleggerire il traffico nell’area dell’ospedale. In alternativa va valutato il raddoppio o l’ampliamento di via della Serenissima.
  4. Creare una bretella stradale   che dal Motel Agip permetta un ingresso diretto alla Cittadella dello studente.
  5. Creare una bretella stradale che dall’uscita Grosseto est e quindi dalla  Scansanese, raggiunga la Cittadella dello Studente per poi
    riutilizzare le uscite esistenti

«Occorre puntare su una mobilità urbana più sostenibile attraverso la decarbonizzazione dei trasporti e la riduzione dell’utilizzo delle auto circolanti in città».

  1. Realizzare un quadro analitico della mobilità in città che porti allo sviluppo di un piano per la mobilità sostenibile.
  2. Rafforzare le diverse modalità di trasporto sia pubblico urbano che di sharing mobility.
  3. Estendere la rete di piste ciclabili e percorsi pedonabili.
  4. Promuovere l’elettrificazione comprese le infrastrutture necessarie come quelle di ricarica.

Grande attenzione, poi, anche alla cultura (nel 2022 ricorre il 50° anniversario della morte di Luciano Bianciardi), l’economia agricola, che è alla base di quella maremmana e alla formazione delle giovani generazioni. Ed è interessante il progetto del “bosco circolare”, che vuole restituire armonia al patrimonio verde cittadino, creando un anello attorno alla città.

 

 

 

 

La viceministra Todde a Grosseto a sostegno dei 5 Stelle e di Culicchi

Alessandra Todde, Gianluigi Perruzza e Leonardo Culicchi

GROSSETO. 5 Stelle a fianco di Leonardo Culicchi nella competizione elettorale. La viceministra alle attività produttive, Alessandra Todde, è venuta a Grosseto a ribadirlo con forza. «Credo sia giusto – ha detto la viceministra – testimoniare sul territorio questa presenza, io la faccio ce la metto e voi la faccia ce la state mettendo tutti, questo è un nuovo modo di fare politica».

«Noi siamo prima di tutto pagati dai cittadini e non siamo persone che quando entrano nella stanza di un Comune, di un’amministrazione, poi si immergono nella loro operatività e si dimenticano del mondo fuori. Noi restiamo in contatto, li ascoltiamo, per costruire un rapporto di medio e lungo termine».

Alla presenza del capogruppo Gianluigi Perruzza e di alcuni candidati della lista, anche il candidato a sindaco Leonardo Culicchi ha ribadito l’importanza della coalizione.

«Questa coalizione è nata in consiglio comunale. Il merito va a tutti i consiglieri comunali di opposizione che insieme hanno lavorato. Questo ci ha fatto sentire ogni giorno più vicini e ci ha fatto capire qual’era la strada da percorrere per cambiare questa città. Sappiamo come fare per dare a questa città un passo diverso».