ISOLA DEL GIGLIO. Archiviazione per il reato di ricettazione e un fascicolo aperto per autocalunnia. Finisce così l’indagine dei carabinieri sul tesoro di Montecristo, che ha tenuto banco dallo scorso settembre, quando l’imprenditore Davide Pecorelli, 46 anni, fu trovato al largo dell’isola su un gommone in avaria.
Non c’è stata ricettazione
La richiesta è stata formulata dalla sostituta procuratrice Anna Pensabene e ora dovrà essere valutata dal giudice per le indagini preliminari Marco Mezzaluna. Restano invece in piedi gli altri reati che erano stati contestati all’imprenditore: quello di autocalunnia e quello di sostituzione di persona.
Il fascicolo, quindi, si è diviso: per il reato più grave, quello appunto di ricettazione delle monete d’oro del tesori di San Mamiliano, la sostituta procuratrice ha chiesto l’archiviazione. Era stato Pecorelli a auto accusarsi di aver ricettato le monete del tesoro, raccontando ai carabinieri, che stava andando a recuperarle sull’isola di Montecristo. Ma questa auto accusa sarebbe priva di fondamento. I carabinieri infatti, non hanno trovato alcuna traccia delle preziose monete nonostante il selfie trovato dentro al cellulare dell’uomo che era stato sequestrato e analizzato. Selfie che lo ritraeva davanti a quello che a suo dire era un sacco pieno di monete d’oro.
Monete che avevano un valore di circa 400.000 e che erano scomparse da Sovana nel 2019. Il tesoro, Pecorelli lo voleva cercare proprio sull’isola: tre erano i punti disegnati sulla mappa di Montecristo, dove sarebbe stato sepolto il tesoro. Ma di quelle monete, sull’isola, non ci sarebbe mai stata traccia.
Difficile, al momento, fare ipotesi sul perché l’imprenditore che era scomparso 8 mesi prima in Albania, abbia poi raccontato quella storia ai magistrati della procura di Perugia. Una storia che le indagini dei carabinieri non hanno confermato.
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Redattrice di MaremmaOggi.
Per gli amici, è quella che scrive per mestiere di cronaca nera ma che ti chiede consigli su scarpe, borse e creme. Per i lettori di MaremmaOggi, è Francesca Gori, la redattrice che si tuffa a capofitto nelle storie più buie, senza mai perdere l'umorismo (nero, ovviamente).
Cresciuta a pane e romanzi noir, con una predilezione per i misteri irrisolti e le atmosfere alla Tim Burton, non ha mai superato la sua cotta adolescenziale per Mercoledì Addams.
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