GROSSETO. Fotografie mozzafiato di un territorio ricco di affascinanti creature, qual è la Maremma, scattate da un giovane fotografo naturalista, Marco Brandi, hanno accompagnato la mostra che si è svolta a Marina di Grosseto dedicata al progetto “Estate Clean”, un progetto per la sensibilizzazione del litorale grossetano, organizzata dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Grosseto, in collaborazione con l’associazione Balneari di Grosseto. Un evento dedicato alla cura del territorio e alla scoperta delle creature che lo abitano e che sempre di più necessitano di una certa attenzione. Quale miglior modo per scoprire questi esemplari, dunque, se non attraverso delle fotografie che con una strabiliante delicatezza e semplicità mostrano lo spirito indomito della Maremma e la varietà di habitat e delle specie animali che caratterizzano la nostra terra?
Un artista dal cuore verde
L’artista che ha immortalato questi momenti è un autodidatta che scopre la fotografia da ragazzo, quasi per caso, e i suoi primi scatti non possono che riprendere quella che è da sempre stata la sua vera passione, la natura: «Fin da quando ero bambino mi sono avventurato tra i boschi alla scoperta di paesaggi nascosti e creature meravigliose, mi sono sempre sentito parte integrante della natura, l’ho amata e rispettata in tutte le sue forme».
Marco Brandi, nasce nel cuore della Maremma, circondato dalla purezza di una natura incontaminata dove le sole creature che la abitano fanno da padrone, in uno scenario che sembra incantarlo fin dai primi momenti, e che sarà sempre fonte di ispirazione per lui. La prima foto che ha scattato è stata a un airone nella riserva naturale Diaccia Botrona, e sorridendo confessa che era davvero bruttissima. Ma nonostante ciò, da quel momento, la fotografia naturalistica ha fatto parte della sua vita. Con impegno, dedizione e talvolta perfino testardaggine Marco cresce, impara e migliora, conoscendo sempre meglio la macchina fotografica e apprezzando che quel fotogramma, con tutti i suoi pregi e magari anche qualche difetto, poteva trasmettere emozioni straordinarie.
Il National Geographic conquistato dal falco pescatore
Oggi è un professionista e le sue foto fanno il giro d’Italia, il National Geografic nell’ottobre del 2015 ha scelto una sua foto, scattata ad un falco pescatore bagnato dalla pioggia, come l’immagine più bella e caratteristica, tanto da rimanere, per tutto il mese di novembre come copertina dei loro magazine online. Rispetto a quello che le persone possono pensare, per Marco la fotografia non è soltanto tecnica, strumenti e conoscenza, ma è calore colore e sensibilità. È convinto, infatti, che essa possa essere uno strumento incredibilmente potente in tema di comunicazione e di informazione, talvolta addirittura più efficace di una notizia scritta su un giornale o trasmessa in audio dai media.

Le immagini possono arrivare al cuore di chi le guarda in maniera più intensa e sensibilizzare il fruitore della fotografia ad una natura che è tanto spettacolare quanto sconosciuta. «Mostrando le immagini di un paesaggio o di un animale – racconta il giovane fotografo – cerco di mostrare al mondo la ricchezza che ci circonda e che troppo spesso non viene considerata, a chi resta incantato guardando le mie foto rispondo che queste creature ci sono, sono bellissime e sono proprio intorno a noi, ma perché continuino ad esistere hanno bisogno di essere amate e protette».
Fotogrammi fissati nella memoria
La fotografia ha anche un valore sociale, permette infatti di porre una maggiore attenzione ai dettagli del mondo che ci circonda, che altrimenti sfuggirebbero alla nostra percezione, la frenesia della vita di oggi, con persone che corrono alla ricerca di ciò che ancora deve avvenire, rischia di far perdere di vista l’attimo presente, non ci permette di fermarci a riflettere su ciò che accade in quel preciso momento, e l’istante che stiamo vivendo rischia di scivolarci addosso, come una pioggia che quando cade violenta non penetra in profondità il terreno. È per questo motivo che scattare una foto non significa soltanto fermare un’immagine… ma fissare il fotogramma di un momento della nostra vita che scorre veloce e che si lascia indietro attimi che altrimenti verrebbero persi per sempre, è un’opportunità per analizzare un secondo all’infinito, apprezzandone l’incanto.

Il mondo guardato attraverso un obiettivo, racconta Marco, ha tutto un altro aspetto. «L’occhio umano capta una vastità che comprende tutto ciò che ci circonda – dice – ma che non permette di assaporarne i dettagli, scrutare la natura attraverso una macchina fotografica fa sì che pochi tratti di vita si concentrino lì di fronte, che la realtà vada più lentamente e che tutto in quel riquadro diventi più tranquillo, silenzioso, privo del caos del mondo circostante».
Scattare una foto della natura crea un momento di intimità e di connessione con essa tale da permettere di percepire un silenzio dell’anima e catturare un istante che diventa tuo, personale, e che consente di divenire parte integrante di un universo al cospetto del quale, spesso, ci sentiamo lontani, inadatti e poco integrati. La fotografia dunque è l’opportunità di scoprire ed ammirare i meravigliosi doni che madre natura ci ha regalato.