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Tesoro a Montecristo, chiesto il processo

La procura ha contestato all’imprenditore quarantaseienne i reati di autocalunnia e sostituzione di persona
Davide Pecorelli con le “monete”

ISOLA DEL GIGLIO. Autocalunnia, sostituzione di persona e presentazione di documenti falsificati. Sono questi i reati contestati dalla sostituta procuratrice Anna Pensabene a Davide Pecorelli, l’imprenditore umbro che era stato trovato lo scorso settembre al largo di Montecristo dove – aveva sostenuto – era stato nascosto il tesoro trafugato due anni prima a Sovana. 

Ora per il quarantaseienne, si apre la strada verso il processo: la pm ha infatti chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo, dopo aver proposto al giudice Marco Mezzaluna, l’archiviazione del reato di ricettazione, che in un primo momento era stato contestato all’uomo. 

Monete nascoste, nessun mistero

Non ci sarebbe quindi alcun mistero da svelare: i carabinieri del nucleo investigativo di Grosseto, insieme ai colleghi della compagnia di Orbetello, che hanno svolto le indagini dopo che l’uomo è stato ritrovato al largo di Montecristo su un gommone che stava rischiando di andare alla deriva, non avrebbero trovato alcun elemento che collegasse il quarantaseienne al tesoro scomparso anni prima a Sovana. 

La storia di Pecorelli, però, sembrava davvero uscita dalla penna di un romanziere: era scomparso 9 mesi prima perché la sua azienda stava attraversando alcune difficoltà, e le sue tracce si erano perse in Albania, dove ha inscenato la sua morte. Poi, il 17 settembre, dopo aver dato un documento falso al noleggiatore di barche dove aveva preso un gommone in affitto per raggiungere Montecristo, munito di piccone e mappe dove erano stati segnati i tre punti in cui avrebbe dovuto trovare il tesoro, era spuntato di nuovo, soccorso dai carabinieri del nucleo per la biodiversità che lo avevano trovato al largo dell’isola. 

È stato quindi nei due giorni del 13 settembre e del 17 settembre che l’uomo avrebbe commesso i primi due reati contestati dalla procura: quello per sostituzione di persona, per aver detto ai proprietari dell’albergo di essere un geologo e di chiamarsi con un altro nome, che era stato riportato sul documento consegnato alla reception. Stesso copione anche di fronte ai carabinieri di Piombino, quando, arrivato in caserma dopo essere stato soccorso in mare, l’uomo aveva dato le stesse generalità. 

Il 20 settembre, poi, Pecorelli era stato interrogato dai magistrati a Perugia: aveva raccontato di sapere che a Montecristo c’era il tesoro e che era andato lì per prenderlo. Per questo la sostituta procuratrice Anna Pensabene ha chiesto il rinvio a giudizio anche per autocalunnia

Ora basterà attendere la fissazione dell’udienza preliminare per sapere cosa deciderà il giudice.

 

 

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