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Omicidio di Istia, il padre della donna fuori dal carcere

Benedetta Marzocchi, la cinquantenne accusata di aver ucciso sua madre, è stata interrogata dal giudice. Il notaio Marzocchi ha aspettato che lasciasse via Saffi prima di allontanarsi

GROSSETO. Maglietta e pantaloni neri, sguardo verso il basso, capelli semi raccolti sulla nuca. Benedetta Marzocchi, la donna di 50 anni accusata di aver brutalmente ucciso sua madre, Giuseppina De Francesco, ha lasciato il carcere di via Saffi alle 16.45. Lunedì 26 giugno era infatti fissato l’interrogatorio di convalida del fermo, disposto venerdì 23 dal sostituto procuratore Giampaolo Melchionna

Fuori dal carcere, in una giornata di caldo afoso e sole, c’era il suo babbo, il notaio Alessandro Duccio Marzocchi. Si è allontanato lungo via Saffi quando il furgone della penitenziaria è di nuovo partito per portare la donna a Firenze. Forse ha fatto in tempo a vederla un attimo. Non si è avvicinato alla porta dalla quale Benedetta è entrata ed uscita. 

È rimasto in disparte, probabilmente sperando che sua figlia lo vedesse, che lo potesse sentire vicino nonostante le gravi accuse che le sono rivolte. Nonostante sia l’unica persona che al momento dovrà rispondere della morte di sua madre. Nonostante il dolore, enorme, della perdita dell’amata Pinuccia e quello, profondo come l’abisso, della consapevolezza che a toglierle la vita sia stata proprio la loro figlia. 

In silenzio davanti al giudice

La cinquantenne, difesa dall’avvocato Enrico De Martino del foro di Siena, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice Marco Mezzaluna. L’udienza di convalida è durata appena 25 minuti. Il tempo di mettere a verbale la scelta della donna, che da venerdì scorso è rinchiusa nel carcere di Sollicciano, a Firenze. 

«Si è avvalsa della facoltà di non rispondere – ha detto l’avvocato De Martino, appena uscito dal carcere – perché la situazione è ancora fluida, delicata». Il giudice Mezzaluna, deciderà entro domani, martedì 27 giugno, se la donna resterà in carcere. 

«Quello che però per noi è importante – aggiunge l’avvocato – è che sia avviato un percorso di assistenza e di supporto che per noi è pregiudiziale, come quello che sta seguendo a Sollicciano». La donna è sotto controllo psichiatrico nel carcere femminile fiorentino, dove è stata trasferita dopo il fermo per omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela. «Non è in regime di detenzione – specifica l’avvocato – ma è seguita dalla psichiatria del carcere». 

Una situazione che non è possibile definire, aggiunge l’avvocato, prima di allontanarsi. «Bisogna fare piccoli passi», conclude. 

Omicidio di Istia: Il padre di Benedetta Marzocchi fuori dalla casa circondariale di Grosseto
Il padre di Benedetta Marzocchi fuori dalla casa circondariale di Grosseto

Il padre di Benedetta fuori dal carcere

Benedetta Marzocchi è arrivata dal carcere di Sollicciano a bordo di un furgone della polizia penitenziaria, nel primo pomeriggio di lunedì. In carcere, prima dell’interrogatorio durato appena 25 minuti, ha incontrato il suo avvocato. 

Era lucida, oggi, la donna accusata di aver ucciso sua madre nella villa di via Circonvallazione a Istia d’Ombrone. Villa che è ancora sotto sequestro. 

Fuori dal carcere c’era invece il babbo della donna, il notaio Alessandro “Duccio” Marzocchi. Non si è avvicinato al portone del carcere ma è rimasto a distanza. Quando Benedetta è uscita per salire sul furgone della penitenziaria, l’anziano padre con il passo malfermo, appoggiato al suo bastone, si è allontanato.

C’era troppo dolore, su quel selciato bollente del primo lunedì d’estate. Troppo, probabilmente, per incrociare lo sguardo perso della donna che soltanto domani conoscerà il suo destino imminente. 

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