Omicidio, quanti misteri: aggressione o lite. I punti fermi Skip to content

Omicidio, quanti misteri: aggressione o lite. I punti fermi

Omicidio di Istia ancora senza indagati. Molti i dubbi da chiarire: quanti erano nella villa la mattina di giovedì? E davvero c’è stata un’aggressione?
I rilievi dei carabinieri nella villa di Istia e, nel riquadro, la vittima, Giuseppina De Francesco in Marzocchi
I rilievi dei carabinieri nella villa di Istia e, nel riquadro, la vittima, Giuseppina De Francesco in Marzocchi

ISTIA D’OMBRONE. Sono solo due le cose assolutamente certe, al momento: una donna è stata uccisa, in modo violento e, al momento, al di là dei sospetti, non c’è nessun indagato per il reato di omicidio.

In mezzo a queste due certezze c’è un mondo di indagini, di persone sentite, di ricostruzione del quadro familiare e delle ore precedenti ai fatti di ciascuno dei componenti della famiglia Marzocchi.

Non è certa, nonostante il primo esame del medico legale, neppure la dinamica della morte di Giuseppina De Francesco in Marzocchi, 76 anni, moglie di Alessandro Duccio Marzocchi, 82 anni e madre di Benedetta, 50, e Alfonsino, 52.

Sul corpo non ci sono segni di arma da fuoco, mentre ci sono numerosi tagli, ma un’arma non è stata trovata. Quando è stata trovata era riversa a terra accanto ad un armadio, con uno specchio in frantumi accanto e in un lago di sangue.

L’autopsia in programma lunedì 12 mattina dovrebbe dare qualche risposta in più.

I Marzocchi: Istia, Grosseto e Punta Ala

Il mondo della famiglia Marzocchi, nonostante un lungo periodo passato a Milano, si divide fra Punta Ala e Istia, solo di recente la famiglia ha affittato una casa in via Damiano Chiesa a Grosseto, perché la villa di Punta Ala è in ristrutturazione.

Proprio nella casa in centro a Grosseto vive Duccio e ci viveva pure la moglie Pinuccia.

Il nonno di Benedetta e Alfonsino e padre di Duccio, Alfonso Marzocchi, deceduto nel 2014, è stato il notaio di Punta Ala. Aveva l’ufficio in corso Carducci a Grosseto, ma riceveva due giorni alla settimana a Castiglione. E ha rogitato metà degli immobili della frazione “vip” castiglionese.

La sua villa di Punta Ala è un capolavoro di architettura. Progettata dall’architetto Walter Di Salvo, il progettista di mezza Punta Ala, dalla chiesa della Consolata alla Vela, alle principali ville sulle colline, si trova a Poggio del Barbiere.

A picco sul mare, in legno e vetro, ispirata al genio di Frank Lloyd Wright, risale al 1962. Avendo bisogno di lavori di ristrutturazione, la famiglia, che a Punta Ala è residente, si è trasferita a Grosseto.

Villa Marzocchi a Punta Ala (foto Marco Del Francia)
Villa Marzocchi a Punta Ala (foto Marco Del Francia)

Ma testimoni sostengono che mercoledì sera la figlia Benedetta fosse proprio nella villa, per una festa con gli amici, tanto che la ditta che fa i lavori è stata avvertita di non andare la mattina dopo, perché c’era qualcuno dentro che dormiva. Certo è che Benedetta, la sera tardi del mercoledì, o la mattina presto del giovedì, giorno del delitto, è tornata a Istia.

Anche la villa di Istia, subito sotto al cuore medievale della splendida frazione grossetana, è un capolavoro di architettura, progettata dall’architetto grossetano Giuseppe Chigiotti, amico di famiglia da sempre.

Molto grande, su due piani, un bel parco attorno, è di fatto da tempo abitata solo da Benedetta.

Così ha deciso la famiglia al ritorno da Milano, per consentire alla donna un percorso per tornare a una vita normale, dopo alcuni problemi avuti nel corso degli anni, come quando, nel 2012, in preda a una crisi di nervi, danneggiò la chiesa di Istia compiendo sacrilegio, al punto che la chiesa è dovuta essere riconsacrata.

La villa Marzocchi in via Circonvallazione a Istia
La villa Marzocchi in via Circonvallazione a Istia

Il quarto anello della famiglia è Alfonsino Marzocchi, 52 anni. Spesso in giro per l’Italia e per il mondo, quando torna a Grosseto si appoggia da una parte o dall’altra. Dalla sorella o dai genitori. 

Il giorno del delitto a lungo non è stato trovato. Telefono spento. Solo la sera ha chiamato lui la zia, sorella della madre uccisa, che era nella casa di via Damiano Chiesa a dare conforto a Duccio: «Sono ad Anzio, monto in macchina e corro a casa». A Grosseto è poi tornato venerdì 9 mattina.

Numerosi testimoni, però, dicono di averlo visto a giro per Istia nei giorni precedenti il delitto. Quindi era a casa con la sorella. Anche i suoi movimenti, in fondo per andare ad Anzio ci vogliono tre ore, sono al vaglio degli inquirenti.

La mattina di giovedì 8, giorno del delitto

Il delitto avviene, si presume, fra le 8 e le 9 del mattino. L’ambulanza e l’automedica arrivano intorno alle 9, i carabinieri pochi minuti dopo.

Quando i sanitari della Croce Rossa entrano in casa, dopo una chiamata fatta al 118 da Benedetta stessa, oppure, dal padre Duccio avvertito da Benedetta, trovano in casa lei, in stato di choc e leggermente ferita e la madre Giuseppina, già morta. Sono loro a chiamare i carabinieri, dato che appare evidente la morte violenta.

Qui la ricostruzione è al vaglio degli inquirenti. In casa a Istia è arrivata prima la madre che cercava la figlia, oppure la figlia tornata presto dalla festa di Punta Ala? Se non addirittura la sera prima?

E il fratello Alfonsino era in casa? Oppure era già partito per Anzio? La casa non ha telecamere e nelle vie attorno ce ne sono poche, difficile ricostruire i movimenti in modo chiaro.

Tutto ruota attorno a quella mezz’ora, massimo un’ora, in cui le due donne sono insieme nella casa. C’è stata una lite fra loro che poi è degenerata oppure le due donne sono state aggredite da “uomini incappucciati” come ha detto più volte Benedetta ai carabinieri che la piantonano nel suo letto in psichiatria a Grosseto?

Una cosa è certa, non ci sono segni di effrazione delle porte, che però spesso venivano lasciate aperte per permettere al grosso cane terranova di entrare e uscire dalla casa e, soprattutto, non manca niente di prezioso.

Il cane terranova viene portato fuori dalla villa di Istia
Il cane terranova viene portato fuori dalla villa di Istia

Quando Benedetta sarà “escussa”, termine tecnico che significa interrogata ufficialmente e quindi per questo indagata, dovrà dare molte risposte al pm Giampaolo Melchionna. Lo stesso il fratello Alfonsino.

Tanti tasselli da mettere insieme per ricostruire la dinamica e il movente del delitto. E poi procedere a un fermo di indiziato di delitto, sempre che l’indiziato ci sia.

 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati