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Uccisa con 16 coltellate: no al rito abbreviato per Stefanini

La corte d’assise non ha accolto la richiesta della difesa: per la morte di Silvia Manetti sarà celebrato il processo con rito ordinario
Nicola Stefanini con l’avvocato Tommaso Galletti

GROSSETO. È entrato in aula accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria. Seduto accanto a lui, l’avvocato Tommaso Galletti.

È durata poche decine di minuti la prima udienza per l’omicidio di Monterotondo, avvenuto l’11 agosto del 2021. Imputato Nicola Stefanini, 49 anni, accusato di omicidio volontario aggravato: quella sera, al culmine di una lite scoppiata in auto mentre tornava a casa con la sua compagna, Silvia Manetti, la uccise con 16 coltellate. Una – dirà poi il medico legale – quella mortale.

La Corte d’assise

L’avvocato Galletti ha di nuovo chiesto, come già fatto in sede di udienza preliminare, l’ammissione al rito abbreviato. Richiesta alla quale si è opposto il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna. Stessa richiesta di rigetto da parte degli avvocati di parte civile, Riccardo Gambi per la mamma e la sorella di Silvia e Michele Giorgetti, che assiste i figli della donna.

No al rito abbreviato

Dopo una breve camera di consiglio, la corte d’assise composta da Adolfo Di Zenzo, presidente e Laura Previti, giudice, insieme alla giuria popolare, non ha accolto la richiesta della difesa.

Stefanini sarà quindi processato con il rito ordinario. Verranno acquisiti tutti i documenti del fascicolo: in questo modo il processo procederà a passo spedito.

Il pm Giampaolo Melchionna e dietro, gli avvocati di parte civile

Il pm ha chiesto di poter sentire soltanto tre testimoni, il luogotenente che ha svolto le indagini, il medico legale che ha fatto l’autopsia e la sorella di Silvia.

Le parti civili hanno invece chiesto di poter fare l’esame diretto di Stefanini. Richiesta alla quale si è opposto il difensore di Stefanini, che sarà interrogato dal pm Melchionna.

L’avvocato Galletti, oltre a dare parere favorevole all’acquisizione di documenti, chiede anche che sia sentito lo psichiatra che ha scritto la perizia sull’imputato.

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