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Femminicidio di Monterotondo: Stefanini risponde al pm

Interrogatorio fiume in carcere: l’operaio è accusato di aver ucciso la compagna con due coltellate alla gola
I carabinieri nel luogo dell’omicidio a Monterotondo Marittimo

MONTEROTONDO MARITTIMO. Cosa è successo la notte tra l’11 e il 12 agosto, quando Nicola Stefanini, operaio di 48 anni, ha ucciso con due coltellate la compagna, Silvia Manetti, 46 anni,  mentre stavano tornando a casa, dopo aver festeggiato il loro anniversario di fidanzamento? Perché l’uomo ha accostato l’auto, ha preso il coltello e ha sferrato quei due fendenti al collo della donna, lasciandola poi morire dissanguata nell’abitacolo della loro auto, lungo la strada che porta dritta al centro di Monterotondo Marittimo?

Nicola Stefanini
Nicola Stefanini

È questo il contenuto del lungo interrogatorio che si è svolto la scorsa settimana nel carcere di via Saffi, di fronte alla sostituta procuratrice Anna Pensabene, ai carabinieri che stanno svolgendo le indagini e al difensore di Stefanini, l’avvocato Tommaso Galletti.

Un interrogatorio fiume, quello della scorsa settimana, cominciato intorno alle 10,30 e finito quasi 4 ore dopo. Un interrogatorio durante il quale Stefanini ha risposto alle domande del pm, assumendo «un atteggiamento collaborativo», che è servito a chiarire alcuni dei punti rimasti ancora in sospeso.

Stefanini non ha nascosto le proprie responsabilità: la notte dell’omicidio è stato lui a chiamare i carabinieri e a dare l’allarme, dicendo che Silvia era morta.

Silvia Manetti
Silvia Manetti

La comunità di Monterotondo è rimasta sotto choc e ha anche organizzato, durante l’estate, un’iniziativa per ricordare la donna che aveva scelto il borgo sulle colline metallifere per vivere con il suo compagno e con i figli di lei.

Iniziativa che è stata molto partecipata.

Le indagini sul terribile femminicidio potrebbero quindi concludersi presto: poi, per Stefanini, sarà fissata l’udienza preliminare. Per ora l’uomo resta rinchiuso nel carcere di via Saffi.

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