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«16 coltellate, una sola quella mortale»

Depositata l’autopsia sulla salma di Silvia Manetti, la donna uccisa dal compagno dopo la cena per festeggiare l’anniversario
Silvia Manetti
Silvia Manetti

MONTEROTONDO MARITTIMO. La morte di Silvia Manetti è stata «pressoché immediata». Lo scrive il professor Mario Gabbrielli, ordinario di medicina legale, nella perizia depositata in Procura. Perizia nella quale sono tati riportati i risultati dell’autopsia fatta sulla salma della donna uccisa nella notte tra l’11 e il 12 agosto a Monterotondo Marittimo.

Nicola Stefanini
Nicola Stefanini

A confessare il femminicidio è stato il compagno della donna, Nicola Stefanini, operaio di 48 anni tuttora rinchiuso nel carcere di Grosseto.

Uccisa sulla strada verso casa

La coppia era stata a cena in un ristorante a Gavorrano, quella sera. Avevano festeggiato il loro terzo anniversario quando, sulla strada verso casa, avevano cominciato a litigare. Nicola ha arrestato la marcia, ha tirato fuori un coltello con una lama lunga più di 10 centimetri che gli avevano regalato alcuni amici. E aveva colpito Silvia, che era seduta accanto a lui: 16 coltellate, ha contato il medico legale, tutte nella regione del collo.

Fendenti sferrati con la sinistra: Nicola Stefanini, infatti, è mancino.

La morte – scrive Gabbrielli – «è stata causata da anemia meta-emorragica»: è stato il colpo sferrato alla gola della quarantaseienne, quello che le ha reciso carotide e giugulare, ad ucciderla, «lesione alla quale conseguì anossia cerebrale: la morte fu pressoché immediata».

Difeso dall’avvocato Tommaso Galletti, Stefanini è in carcere a Grosseto, dov’è stato portato dopo essere stato arrestato dai carabinieri che stanno ancora svolgendo le indagini, coordinati dalla sostituta procuratrice Anna Pensabene.

L’uomo aveva subito confessato il terribile femminicidio, chiamando i carabinieri: al momento il capo d’imputazione provvisorio, è per omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela.

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