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Coldiretti: «Troppi lupi, le aziende chiudono»

In Toscana le predazioni sono circa 500 all’anno. Le aziende chiudono e il campanello d’allarme per i rischi ambientali legati all’abbandono delle campagne suona sempre più forte
Due pecore uccise dal lupo, trasportate da un trattore
Due pecore uccise dal lupo in un recente attacco a Sovana

GROSSETO. La Coldiretti Toscana tira le fila di un impietoso bilancio. «Sono quasi 2.500 le predazioni in Toscana a danno delle aziende zootecniche nell’ultimo quinquennio. 500 all’anno – precisa l’associazione – Più di una al giorno. Le aziende ovicaprine sono le più colpite dalla presenza eccessiva di predatori».

Anche il Maremma il morso del lupo continua a farsi sentire. Nell’ultimo periodo alcuni allevatori hanno chiuso le proprie aziende proprio per via delle predazioni. Poco meno di un anno fa un pastore di Manciano, letteralmente esasperato dai continui attacchi, portò i capi uccisi davanti al Comune.

I numeri: 7mila capi uccisi, 3300 lupi

Coldiretti sottolinea alcuni dei dati di una indagine targata Ispra. Parlano di 7 mila capi uccisi in Toscana negli ultimi 5 anni. Quasi il 17% degli allevamenti è stato danneggiato quattro o più volte considerando l’anno solare. «Le predazioni rappresentano anche un costo per la collettività che ha dovuto sborsare, per i soli indennizzi delle mattanze, 2,7 milioni di euro nel periodo 2015-2019» dice Coldiretti Toscana.

Secondo lo studio di Life WolfAlps EU gli esemplari di lupo in Italia sarebbero intorno ai 3.300, di cui quasi 2.400 nelle regioni della zona peninsulare. La probabilità di presenza in Toscana è elevata: ha colonizzato la quasi totalità degli ambienti idonei e non è più inusuale incontrarlo anche vicino alle abitazioni come testimoniato da foto e video. Gli avvistamenti sono quotidiani e cresce la preoccupazione degli abitanti. 

Per il 72,7% dei campioni identificati si tratta di lupi

Dalle analisi genetiche sui campioni raccolti nell’area peninsulare dall’indagine Ispra sono stati identificati geneticamente 513 individui di lupo. Il 72,7% non avrebbe mostrato alcun segno genetico di ibridazione recente o antica con il cane domestico, l’11,7 % mostrava invece segni di ibridazione recente e il 15,6% ha mostrato segni di più antica ibridazione.

Nel quinquennio 2015-2019, a livello nazionale, il numero delle predazioni accertate è cresciuto del+23,5%.

La presenza di ibridi e cani inselvatichiti, oltre a mettere a rischio la purezza del lupo, è un ulteriore pericolo per le aziende che devono essere risarcite del danno. Gli stessi veterinari che vengono interpellati in caso di predazione, infatti, possono essere messi in difficoltà nel distinguere la causa della morte degli animali. Talvolta non si è in grado di distinguere se l’aggressione sia imputabile al lupo od a un cane inselvatichito.

Non sempre poi tutti gli allevatori fanno richiesta di indennizzo. Speso perché sono legati all’osservanza di precise “misure anti-lupo” ma anche perché per riceverlo spesso le aziende devono aspettare molti mesi e alcune maturano la decisione perfino di chiudere i battenti.

«Gli allevatori, sin dai tempi dei tempi, hanno convissuto in pace con i lupi – dice il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – Oggi ci troviamo ad affrontare un fenomeno che non viene gestito. Le predazioni sono la principale causa della chiusura di molti allevamenti nella nostra regione al pari dei cinghiali per le aziende agricole tradizionali, con gravi ripercussioni sulla biodiversità, sull’occupazione e sulla manutenzione del territorio. Dobbiamo ritrovare un equilibrio sostenibile che preservi la specie del lupo in purezza senza però rappresentare una pesante criticità per la sopravvivenza delle aziende e gli allevamenti».

Le richieste al governo

Coldiretti Toscana crede che non sia più rinviabile un piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche. Che guardia alle azioni intraprese da Paesi come Francia e Svizzera per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati. «Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude Coldiretti Toscana – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città».

Marco Simiani
Marco Simiani

Nel frattempo, cifre alla mano, si è mosso anche il gruppo Pd alla Camera dei deputati del quale fa parte il maremmano Marco Simiani. Con un’interpellanza ha posto ai Ministri dell’agricoltura, dell’ambiente e della salute due domande precise.

  • Quali iniziative urgenti intendano intraprendere i Ministri interrogati, anche insieme con gli enti locali e le Regioni coinvolte, per introdurre gli strumenti più idonei a garantire un giusto equilibrio tra la presenza del lupo e quella degli allevatori. Per salvaguardare al tempo stesso le attività di reddito per le comunità locali e la conservazione e la valorizzazione delle peculiarità faunistiche ed ambientali del territorio.
  • Quali interventi urgenti stiano promuovendo i Ministri interrogati per prevenire e contrastare il fenomeno dell’ibridazione lupo-cane, quali siano stati fino ad oggi i risultati ottenuti e quali misure si intenda adottare per arrivare all’eradicazione dei cani inselvatichiti.

L’interpellanza urgente, a prima firma della presidente Chiara Braga, è stata firmata anche dai deputati Pd Stefano Vaccari (capogruppo commissione agricoltura) Marco Simiani (capogruppo commissione ambiente), Augusto Curti, Christian Di Sanzo, Antonella Forattini, Sara Ferrari, Emiliano Fossi, Silvio Lai, Stefania Marino, Nico Stumpo, Nicola Zingaretti e Valentina Ghio.

Coldiretti attende risposte

Ora l’associazione attende risposte concrete. «Bene l’interpellanza presentata dal gruppo parlamentare del Pd, a firma dell’On. Simiani – dice Coldiretti Grosseto – interpreta perfettamente lo spirito e l’approccio degli agricoltori che è quello di riportare un giusto equilibrio, sostenibile e sopportabile».

«Ora ci attendiamo da parte del Ministero dell’agricoltura, una risposta celere e chiara alle giuste domande avanzate dal gruppo del Pd – conclude l’associazione – Con l’onorevole Simiani ci siamo rapportati più volte, c’è un confronto schietto su questa tematica e su altre che riguardano da vicino la nostra agricoltura. L’obiettivo comune è difendere le attività agricole nel rispetto di un equilibrio che dobbiamo ritrovare per salvare l’attività zootecnica presidio dei nostri territori che rischia l’estinzione».

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