Gregge assalito dai lupi, l'allevatore si arrende | MaremmaOggi Skip to content

Gregge assalito dai lupi, l’allevatore si arrende

Mirella Pastorelli: «Reti e cani da guardiania non salvano le greggi, sono utopie, racconti di persone ignare del lavoro in campagna»
Due pecore uccise dal lupo, trasportate da un trattore
Due dei capi uccisi durante la predazione

SOVANA. 3 agnelli uccisi e 13 pecore disperse. Questo il bilancio dell’ennesimo attacco dei lupi a un gregge di pecore. Questa volta è toccata all’azienda di Lorello Biondi, in località Pianetti (Sovana).

Anche questo ennesimo attacco accoglie la piena solidarietà del Comitato pastori d’Italia e della sua presidente, Mirella Pastorelli. «Non possiamo stare in silenzio – dice Mirella – Lorello mi ha detto che intende chiudere l’azienda, il lupo oramai è il re delle campagne, ben poco rimane agli allevatori e ai pastori. Questa è una grande sconfitta per un intero comparto. È un danno a livello nazionale, sia per l’ambiente che così viene esposto a frane e incendi, sia per l’occupazione: gli agricoltori lavorano, producono e pagano le tasse».

Non solo pecore

Purtroppo, sembra che non solo le pecore siano vittime dell’innalzamento del numero dei predatori. «Alcuni giorni fa un lupo ha sbranato un cane tra due abitazioni in località di Sant’Andrea, nel comune di Magliano in Toscana. Ormai il lupo o ibrido che sia, non ha più paura e si avvicina ai centri abitati con grande disinvoltura», racconta Pastorelli.

«La situazione è sfuggita di mano»

«La situazione è sfuggita di mano – riprende – e se non verranno prese serie misure concrete, la figura del pastore, l’emblema della Maremma sarà solo un nostalgico ricordo. Dinanzi a tale scenario non sono accettabili le risposte di un luminare come Il professor Luigi Boitani che continua a dire che il lupo è un animale innocuo per l’uomo e che le reti e i cani da guardiania salvano le greggi. Sono utopie e affermazioni da leggenda metropolitana, racconti di persone ignare della vita e soprattutto del lavoro in campagna».

Contro le “leggende metropolitane”

«È bene, certo, studiare sui libri – precisa Pastorelli – ma per certi mestieri è necessaria anche la conoscenza diretta. Il professore alla trasmissione “L’arena” ha detto che gli allevatori si lamentano e basta, che nessuno parla delle sovvenzioni che ricevono. Quando la Pac la conoscono in molti, meno si conoscono invece fondi legati alla tutela del lupo. Lo scorso agosto ha screditato sempre la stessa categoria, quella volta sul Corriere della Sera».

Non le manda a dire la presidente del Comitato. «Il professor Boitani probabilmente è vissuto nelle Università, non sa qual è la differenza tra allevamento e pastorizia – rimarca Pastorelli – tra allevare sulle Alpi e in Appennino, non sa cosa vuol dire difendere dalla predazione i bovini anziché gli ovini, non è mai stato in Lessinia. Altrimenti capirebbe come la solita formula “cani e recinti” in questo contesto non ha proprio senso».

«I danni creati dal lupo, in termini economici non sono la sommatoria dei capi morti come nella semplificazione proposta dal professore – precisa – da rimborsare con qualche spicciolo, ma sono un problema molto più complesso che non può essere liquidato in questa maniera e che mette in seria difficoltà un intero comparto produttivo, al di là dei pochi o tanti capi uccisi».

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