MANCIANO. Ancora una predazione. Ancora su un gregge protetto. Questa volta ad essere stato colpito è quello dell’azienda Poggio Filippone (località Stellata) di Athos Crociani.
Il titolare dell’azienda era sicuro che le sue pecore fossero ben custodite, dentro a un recinto con le classiche reti elettrosaldate, quelle che dovrebbero tenere lontani i predatori, impedendo anche che si arrampichino. Tutto questo non è bastato. Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre, infatti, il lupo (o ibrido) è riuscito a predare sette capi e a ferirne altri due.
I genitori di Athos sono tra i fondatori del caseificio di Manciano, lui ha iniziato ad allevare pecore da quando aveva 22-23 anni. Con alle spalle circa 50 anni di esperienza, si è trovato scoraggiato davanti all’ennesima predazione. La precedente era avvenuta in campo aperto, nei primi periodi dell’anno. «Avevano preso 2-3 capi – racconta Crociani – però lì erano all’esterno, questa volta sono entrati dentro. I due capi rimasti probabilmente ce la faranno, ma così sentirsi al sicuro è davvero sempre più difficile. La predazione è avvenuta non lontano da casa».
Mirella Pastorelli, presidente del Comitato pastori d’Italia, solidarizza con l’allevatore. «Questo ennesimo danno per l’azienda sembra far riflettere l’allevatore sull’eventuale chiusura dell’impresa- racconta Pastorelli – Il danno non è quantificabile. Oltre agli animali morti, la predazione si ripercuote su tutto il branco».
Un problema nazionale
Pastorelli definisce quella delle predazioni una vera piaga. «Non solo per gli allevatori, ma anche per lo Stato italiano – precisa – così chiudono le aziende, se ne vanno posti di lavoro, il paesaggio e le campagne non vengono presidiate. Spariscono le produzioni di qualità e si dà spazio a incendi e dissesto idrogeologico. Il problema delle predazioni è discusso da anni e mai risolto – scandisce – Sta decretando la morte della zootecnia, per assecondare ideologie metropolitane di chi non conosce veramente i problemi di chi produce le eccellenze a marchio made Italy».
«Le predazioni sono all’ordine del giorno – prosegue Pastorelli – e stanno coinvolgendo anche i cani domestici, oltre che mucche, capre e asini. Nelle campagne i predatori prolificano e sono in numeri oramai fuori controllo. Minacciano le grandi aziende e mettono a repentaglio la sopravvivenza delle piccole. Il quadro è allarmante per l’economia nazionale: è necessario ribadire l’incompatibilità dell’attività della pastorizia con l’eccessiva presenza del lupo».
L’appello del Comitato
La presidente del Comitato pastori d’Italia chiede al governo che ribadisca con forza all’Europa l’importanza della richiesta sul declassamento del lupo. «Da specie “rigorosamente protetta” dovrebbe essere declassato a “specie protetta“ – conclude – i numeri ora dimostrano palesemente che la specie non è più a rischio o in via di estinzione. Inoltre, se il governo ha a cuore la situazione della zootecnia chiediamo che approvi il piano lupo con il contenimento, non deve restate in silenzio davanti al grido disperato degli allevatori».
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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