ROCCASTRADA. Purtroppo, le predazioni ai danni degli allevamenti non si arrestano. L’ultima è avvenuta nella frazione di Sticciano. Nella notte di domenica 7 febbraio un branco di lupi ha assalito il piccolo gregge domestico di un’azienda agricola. I predatori hanno “abbattuto” la rete per assalire i capi, prendendone sei. Cinque sono morte, una sta lottando per la vita.
L’imprenditore titolare dell’azienda, Mario Calossi ha paura anche per i nipoti: «Mi sono trovato faccia a faccia con un lupo grande come un vitello – racconta – Se ci fossero stati i miei nipoti? Non voglio nemmeno pensarci».
Ora suo piccolo gregge domestico non c’è più: «I lupi hanno buttato giù le reti. Sono entrati e le hanno ammazzate. I recinti non bastano: sono animali affamati che trovano il modo per entrare – sottolinea Calossi – Ho sporto regolare denuncia. Sono venuti a fare il sopralluogo carabinieri e polizia municipale. Ma così non si può continuare».
«Così gli agricoltori sono destinati a sparire»
«Quella contro i predatori è una battaglia che gli agricoltori perderanno se non corriamo presto ai ripari» – sostiene Calossi.
I lupi, infatti, sono tornati anche dopo. «Sono tornati nelle due notti successive – racconta – Ora temiamo per i vitellini. Non ne possiamo più. La presenza dei lupi nei pascoli di Luigi Monni, alla Madonnina, è diventata insostenibile già dal 2019. Gli attacchi sono già stati una decina. Il lupo attacca di giorno. Siamo costretti a guardare a vista il gregge e a chiuderlo nel capannone – precisa – I pastori, senza una soluzione, diventeranno loro una specie in via di estinzione».
Secondo una recente stima di Coldiretti Grosseto nell’ultimo decennio le predazioni hanno causato la scomparsa di 500 allevamenti ovini e di almeno 40 mila capi in tutta la provincia. Mettendo a rischio la sopravvivenza della filiera lattiero casearia locale come la ricotta di pecora grossetana, la caciotta e lo stesso pecorino toscano Dop.
Sono oltre 150 gli invece gli smarrimenti di pecore e capre denunciati nei primi undici mesi del 2022: uno su due imputabili alle predazioni. «Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – spiega la direttrice provinciale, Milena Sanna – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città. Da tempo stiamo chiedendo di definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati».
«Lupi e predatori sono la principale causa della chiusura delle aziende agricole di questi territori ma ora sono sempre di più una emergenza per la collettività – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Non danneggiano più soltanto i raccolti o mangiano pecore e capre ma invadono le strade provocando incidenti mortali, vivono pericolosamente negli ambienti urbani. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana e Delegato Confederale per Grosseto – Le aziende agricole stanno combattendo una battaglia che non possono vincere senza strumenti normativi adeguati per ristabilire un equilibrio che sia sostenibile e ripristinare la sicurezza».
Lupi, ma anche cinghiali
«Cinghiali e lupi non sono più un problema dei soli agricoltori e per le imprese agricole» dice Coldiretti Grosseto. «Dagli incidenti stradali (uno ogni 41 ore) ai sempre più frequenti “faccia a faccia” con il lupo arrivato ormai alle porte di casa, la presenza fuori controlli di ungulati e predatori rappresenta una minaccia reale per la sicurezza e la salute dei cittadini» chiosa l’associazione.
L’azienda colpita, di Mario Calossi, è accerchiata infatti anche dai cinghiali. «Si fanno i turni la notte per difendere i vigneti. – racconta Calossi – Stanno distruggendo la materia prima che è la campagna».
Coldiretti ha stimato che in Toscana siano 300 mila gli esemplari presenti. Uno ogni 12 abitanti.
Sempre in Toscana, su sollecitazione di Coldiretti, è stata modificata la legge 310/2016. Consentendo agli agricoltori-cacciatori di intervenire direttamente contro gli ungulati per proteggere i raccolti, dopo averne segnalato la presenza nei propri fondi. Ora anche il Governo nazionale si muove. «È una prima misura – conclude la direttrice Sanna – Quello che chiediamo è un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della Legge 157 del 1992 che consenta di estendere i piani di controllo coordinati dalla Regioni ed arrivare così ad un contenimento drastico».
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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