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Schianto sulla Castiglionese: «Collisione a 100 Km/h»

La Tiguan che ha preso in pieno la Hyundai viaggiava a quasi 150 chilometri all’ora: ha frenato pochi secondi prima. I risultati della perizia
Un’immagine del terribile incidente

GROSSETO. Tre secondi. Tre virgola cinque. Un lasso di tempo brevissimo, infinitesimale: poi la frenata e lo schianto. È questa la ricostruzione del drammatico incidente successo il 12 giugno 2022 sulla strada provinciale del Padule, quando, alle 4.30 del mattino, la vita di sei ragazzi è cambiata: quattro di loro sono finiti all’ospedale, in condizioni molto gravi, due sono rimasti illesi, ma il trauma per quel terribile incidente, probabilmente, li accompagnerà per sempre. 

La ricostruzione del drammatico incidente

Poco più di un mese dopo, il giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci ha affidato all’ingegner Francesco Del Cesta, l’incarico di ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’incidente per il quale sono indagati i due ragazzi che erano alla guida delle due auto, Riccardo Caramelli, 25 anni, che era al volante della Volkswagen Tiguan, difeso dall’avvocato Luca Montemaggi e Damiano Rosichini, 20 anni, che era alla guida della Hyundai i10, difeso dall’avvocato Riccardo Lottini. 

Era stato proprio l’avvocato del giovane campione di beach tennis a chiedere che venisse fatta una perizia per stabilire la reale dinamica del drammatico incidente. E le conclusioni dei rilievi del consulente del tribunale sono state depositate lo scorso novembre e discusse durante l’incidente probatorio lo scorso 13 gennaio.

All’incidente probatorio era presente anche l’avvocato Francesco Pedone, che assiste uno dei ragazzi che era in auto con Rosichini, Mattia Sarno. I due sono amici da sempre: proprio per questo, ha deciso, in accordo con il suo avvocato, di non nominare un proprio perito. «Non ci costituiremo parte civile al processo – spiega l’avvocato Pedone – proprio perché i due ragazzi sono molto amici. Preservare il rapporto che c’è tra i due ragazzi è la cosa per noi più importante».

Le conclusioni del perito vanno in una direzione precisa: se la Tiguan avesse viaggiato a una velocità inferiore, ovvero se il conducente avesse rispettato i limiti, quel dramma non si sarebbe consumato. Così come se la Hyundai non avesse invaso la carreggiata per fare inversione a U all’altezza della Bofrigor. 

L’auto spostata di 23 metri

La Tiguan stava viaggiando lungo la strada provinciale del Padule a una velocità tra i 140 e i 150 Km orari. Velocità che è stata rilevata anche dalla scatola nera installata sul suv. Un testimone ha raccontato ai carabinieri, pochi giorni dopo lo schianto, di essere stato sorpassato dal suv prima del rettilineo dove poi è avvenuto l’incidente.

I ragazzi che erano sulla Volkswagen avrebbero visto l’auto a bordo della quale c’erano i 4 amici solo tre secondi e mezzo prima dell’urto. «Me la sono trovata davanti all’improvviso, era impossibile evitare l’urto», aveva detto Caramelli ai carabinieri. 

Il ragazzo, una volta sceso dalla sua auto, avrebbe preso a calci l’altra vettura, imprecando contro i giovani rimasti dentro all’abitacolo. «Era in forte stato di agitazione e nervosismo – aveva raccontato un testimone dell’incidente ai militari – nei confronti degli occupanti della macchina di traverso. Avevo il finestrino aperto e non ho sentito nessuna frenata prima dell’impatto».

La frenata, però, c’è stata tanto che l’urto è avvenuto a una velocità, così come è stata calcolata dal perito, di circa 100 chilometri orari. Le due auto, una volta finita la corsa, si sono fermate 23 metri dopo il punto d’impatto. 

I rilievi sul limite di velocità

I sei ragazzi, quella sera, erano stati tutti a Castiglione della Pescaia. I ragazzi che viaggiavano sulla Hyundai avevano festeggiato la fine dell’anno scolastico alla Capannina.

Stavano tornando verso Grosseto quando uno di loro aveva ricevuto la telefonata di una ragazza che chiedeva loro di tornare indietro per passare un po’ di tempo insieme. I quattro amici le avevano conosciute prima, in discoteca. E l’entusiasmo dei 19 anni, insieme a quello della fine della scuola, aveva spinto Rosichini a fermarsi lungo la provinciale, nello spiazzo davanti alla Bofrigor, per fare manovra e tornare indietro. 

I carabinieri, nei primi rilievi dell’incidente, avevano indicato in 70 chilometri orari il limite di velocità imposto sulla provinciale. Ma il perito, dopo il sopralluogo sulla strada dov’è avvenuto il dramma, ha segnalato che in quel tratto, il limite sarebbe di 90 chilometri all’ora. Un chilometro prima, infatti, ci sono le strisce pedonali e un cartello di 50 chilometri orari, poi, a 700 metri dal punto in cui è successo l’incidente, c’è un altro segnale di fine di divieto di questi limite, senza successive indicazioni. Trattandosi di una strada extraurbana, quindi, il perito ha considerato il limite per quel tratto a 90 km orari. 

I ragazzi che erano sulla Hyundai, sentiti dai carabinieri nei giorni successivi, hanno spiegato di non aver visto arrivare la Tiguan. Soltanto uno di loro, che era seduto dietro, sarebbe riuscito a dire «Oh! Oh!», subito prima dell’urto. La Tiguan ha frenato circa 2 secondi prima dell’urto, impattando con l’utilitaria che era ferma di traverso alla carreggiata: probabilmente il venticinquenne è riuscito a vederla soltanto – secondo i calcoli del perito – 135 metri prima dell’impatto. 

I due ragazzi, quindi, avrebbero compiuto violazioni al codice della strada differente: Caramelli, risultato positivo all’alcoltest, non avrebbe rispettato i limiti di velocità mentre Rosichini avrebbe fatto una manovra di inversione in un tratto in cui non era consentita per la presenza della striscia continua. 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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