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Scuola al collasso, tagli a docenti e classi

Approvato all’unanimità un ordine del giorno “bipartisan” in Consiglio comunale a Grosseto
studenti a scuola
In arrivo tagli a docenti e classi

GROSSETO. “La scuola al centro” è lo slogan che riassume i contenuti dell’ordine del giorno, approvato all’unanimità  dal Consiglio comunale del capoluogo, nella seduta del 14 luglio.

Il documento punta il dito sulle “disfunzioni” del sistema di istruzione pubblica, sui quali, a Grosseto, i poche settimane fa Cgil, Cisl e Uil avevano anche organizzato, un incontro con i parlamentari eletti in MaremmaIn particolare sui tagli e sulle cosiddette “classi pollaio”.

La presa di posizione, condivisa da tutti i gruppi consiliari (Pd, Fratelli d’Italia, Vivarelli Colonna Sindaco, Lega Salvini premier, Grosseto Città Aperta, Forza Italia, Liberali Riformisti e Socialisti, Movimento 5 Stelle, Gruppo misto), nasce in particolare dalle criticità per il numero elevato di alunni per classe, ma i problemi sono molti di più.

Allarme per la riduzione delle classi e dei docenti in provincia di Grosseto

«Per il prossimo anno scolastico, nella nostra provincia è già prevista una riduzione di 20 classi e una diminuzione dell’organico dei docenti pari a 21.

A questi si aggiungono gli effetti del recente decreto legge 36/2022 che prevede altri tagli agli organici, in particolare nel nostro territorio andremo ad ulteriori meno 40», commentano i segretari provinciali Cristoforo Russo della Flc Cgil, Alfonso Nocchi della Cisl Scuola e Fabio Severi della Uil Scuola Rua, esprimendo soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del giorno..

Sono inoltre previsti, come riportato nel decreto legge 36/2022, ulteriori tagli agli organici per complessivi 9.600 posti (circa 40 in provincia di Grosseto). Contestualmente, il Dpr 81/2009 continua a prevedere un numero di alunni per classe troppo elevato: fino a 29 nella scuola dell’infanzia, 27 nella primaria e 30 nella secondaria.

Stop alle classi pollaio

Tra le azioni prioritarie da mettere in campo, dunque, oltre allo stanziamento di maggiori risorse finanziarie per il rinnovo del contratto e per l’edilizia scolastica, viene richiesta la modifica dei parametri dei numeri degli alunni per classe.

Come sono attualmente, in un territorio ampio e poco popolato come la provincia di Grosseto, portano alla chiusura degli istituti più piccoli nelle zone periferiche e al taglio dell’offerta formativa nelle scuole superiori.

«Come Cgil, Cisl e Uil  – riprendono i sindacati – rappresentiamo 60% dei lavoratori del settore, quotidianamente viviamo il mondo della scuola, conosciamo bene le loro necessità e i problemi organizzativi; è un nostro dovere portare avanti le loro istanze e proporre soluzioni, che possono concretizzarsi  solo con l’azione politica.

Per questo negli ultimi mesi ci siamo fatti promotori di una serie di azioni di protesta e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sullo stato d’emergenza della scuola, che poi ha portato il Consiglio comunale di Grosseto a votare all’unanimità l’ordine del giorno».

L’impegno del Comune di Grosseto

Di fronte a questa situazione, infatti, il Consiglio ha espresso l’urgente necessità di modificare l’ultimo Dpr, di cancellare il taglio di 9.600 posti di lavoro stabilito con il decreto legge 36/2022, di dare avvio a un serio percorso di confronto nell’ottica del rinnovo del contratto di categoria e per riportare la formazione del personale scolastico alla sfera dell’autonomia scolastica e del collegio docenti.

Sarà il sindaco di Grosseto a farsi portatore di queste istanze presso il presidente del Consiglio, il ministro dell’Istruzione, i presidenti di Camera e Senato, i gruppi parlamentari.

«Il nostro auspicio è che tutte le pressioni che vengono fatte al Governo, dalle parti sociali e dalle Istituzioni locali, portino ad un’inversione di tendenza, quindi a investimenti e programmazione; perché disinvestire sulla scuola significa minare il futuro del Paese», concludono i sindacati.

 

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