GROSSETO. Il dato è di quelli che fanno saltare sulla sedia: 20 classi in meno nelle scuole della provincia di Grosseto, dall’infanzia alla scuola media. È quanto emerge dai numeri elaborati dalla Flc-Cgil di Grosseto che ha messo a confronto i dati forniti dall’Ufficio scolastico provinciale.
Nel dettaglio sono 10 classi in meno alla scuola dell’infanzia, 7 alla primaria e 3 alle medie. A questo si aggiungono 21 docenti in meno nell’organico di diritto per il 2022-23.
Tradotto in termini pratici significa aumento delle classi pollaio, con tutto ciò che ne consegue, soprattutto per la qualità della didattica e per gli alunni più fragili. Problema, peraltro, che il ministro Bianchi si era impegnato a risolvere. Senza contare che sono posti di lavoro persi.
Inoltre, nel lungo periodo, se non verrà modificato il decreto legge 36/2022, che prevede il taglio di 40 posti a partire dal 2026 (9.600 in Italia e 600 in Toscana), e non verranno rivisti i parametri della legge Gelmini (Dpr 81/2009), si rischia la perdita di altri classi fino alla chiusura di alcune scuole, nelle aree interne della provincia di Grosseto.
Di questo e di altro si è parlato ieri, 3 giugno, nell’incontro sul futuro della scuola, organizzato dalla Flc-Cgil, in collaborazione con Cisl e Uil scuola, cui hanno partecipato i parlamentari Luca sani (Pd) e Roberto Berardi (Fi) oltre a numerosi amministratori locali.
Russo: Flc-Cgil: «Classi pollaio, pochi insegnanti e poche risorse, così si affossa la scuola pubblica»
«Le dichiarazioni del ministro Bianchi si basano sulle proiezioni del decremento demografico – spiega Cristoforo Russo, segretario provinciale Flc-Cgil – ma non tengono conto delle caratteristiche di ogni territorio. Invece, questa è una discriminante fondamentale poiché, in provincia di Grosseto, la popolazione diminuisce soprattutto nell’interno, dove si rischia la perdita di classi e la chiusura dei plessi. In città, per contro, non avremo nessun sollievo sul problema delle classi pollaio, se non si investe in organico».
«Questa protesta, dunque, non riguarda solo i lavoratori della scuola, ma tutti coloro che credono nell’istruzione pubblica di qualità, che ha bisogno di risorse, di personale, di un sistema di reclutamento che stabilizzi i precari. Se non sarà così, la scuola pubblica verrà definitivamente affossata».
E invece le scelte del ministero sembrano andare in tutt’altra direzione, a partire dal reclutamento: «Si sono inventati un percorso a ostacoli – aggiunge Russo – che non produrrà nulla se non quello di alimentare l’esercito del precariato. Lo dimostra l’ultimo concorso, in cui sono stati ammessi all’orale circa il 10 % dei candidati».
Inoltre per accedere ai concorsi e alle graduatorie è prevista l’acquisizione di 60 crediti formativi contro i 24 degli anni precedenti, con tutte le difficoltà e le spese che chi vuole fare l’insegnante dovrà sostenere per ottenerli, incrementando il sistema delle agenzie formative e università private.
«Su questo punto – aggiunge il segretario provinciale della Uil scuola, Fabio Severi – ieri sera c’è stata un’ampia convergenza dei politici presenti all’incontro che si sono impegnati a fare pressione sul governo affinché i problemi della scuola siano oggetto di emendamenti ad hoc. Ora occorre passare dalle parole ai fatti, individuando le risorse necessarie al rinnovo del contratto e a tutto quanto serve per la scuola».
Un documento in consiglio comunale a Grosseto, contro le classi pollaio
Nell’ultimo consiglio comunale del capoluogo, il consigliere di Forza Italia, Amedeo Gabbrielli, aveva presentato una mozione sulle classi pollaio, con un emendamento a firma dei consiglieri di minoranza Carlo De Martis e Giacomo Gori. Mozione che non è stata discussa perché è mancato il numero legale.
Si è parlato anche di questo, ieri al Giardino dell’archeologia.
I consiglieri comunali di Grosseto (di maggioranza e di minoranza) si sono impegnati a presentare un nuovo documento in consiglio comunale che recepisca le istanze sindacali: classi pollaio, modifica della riforma Gelmini che ha aumentato il numero massimo di alunni per classe, modifiche al decreto legge 36/2022 per scongiurare i tagli a classi e organico.
«La scuola – spiega Alfonso Nocchi, segretario generale della Cisl Scuola di Grosseto – ha dato prova, negli ultimi due anni scolastici segnati dalla pandemia, di grande professionalità, responsabilità e dedizione al lavoro. Siamo preoccupati per i segnali che arrivano a partire dai tagli all’organico.
Il Governo sta disattendendo quanto sottoscritto nel Patto per la scuola, ovvero utilizzare il confronto con le parti sociale come metodo per il cambiamento. Ed è proprio questo che abbiamo chiesto ai parlamentari di riferimento: di farsi portavoce delle nostre istanze, affinché le scelte che interessano il settore della scuola siano prese in maniera congiunta e non imposte dall’alto. In caso contrario né va del lavoro degli insegnati, del personale scolastico, ma soprattutto della qualità della scuola che offriamo ai nostri ragazzi».
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