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È ufficiale: il Grifone in mano a Guida

L’ufficializzazione arrivata dall’assemblea dei soci, ma in città continua a montare il malumore e la preoccupazione per le sorti della società
Al centro Salvatore Guida

GROSSETO. La giostra continua a girare, le fuoriuscite si amalgamano alle entrate, le lettere si inseguono, i comunicati pure. In pratica non c’è pace per il Grifone, che ha perso l’appetito e il sonno. Cronologicamente le ultime (forse) novità sono rappresentate dalle dimissioni di Nicola Di Matteo dalla carica di presidente, la nomina di Salvatore Guida ad amministratore unico della società e il conseguente allontanamento di Luigi Cinelli. Questo si manifesta nell’annuncio ufficiale a firma del dg Pierluigi Petritola redatto al termine dell’assemblea dei soci dell’Unione Sportiva, che si è tenuta il 12 settembre, e indirizzata a Cinelli, l’ex ad.

Polemiche e veleni

Una baraonda sconclusionata di cui si è vestito l’inizio della stagione biancorossa facendo arrossire la Maremma. L’unico, per ora, che ha dato voce alla città è il vicesindaco, e assessore allo sport, Fabrizio Rossi, le cui parole di sdegno hanno fatto vibrare vetrate e campanili. Il succo di Rossi, rivolto ai vertici del sodalizio  sportivo è racchiuso in queste parole: «Fate le cose per bene o ridateci la società. Occorre rispetto per Grosseto e la tifoseria».

Muso duro, quindi, senza peli sulla lingua o inutili similitudini, un ultimatum senza veli. «Sarà poi il Comune a trovare la giusta sistemazione al Grosseto calcio», conclude Rossi lanciando un sasso nello stagno.

Una pietra raccolta da Giovanni Lamioni, imprenditore nostrano e figura di spessore, pronto a intervenire in soccorso del Grifone annaspante. Lamioni è uscito allo scoperto anticipando il termine inteso per dicembre-gennaio previsto dal suo progetto sottotraccia. Le peripezie a catena hanno fatto da pungolo significativo. Vedremo come andrà a finire questa faccenda veramente ingarbugliata. Ma la città ha già fatto la sua scelta e a questa si dovrà interfacciare l’attuale proprietà.

Ma si può continuare. Il quadro si arricchisce di altre brutture. Il protagonista è Umberto Quistelli, il quale ha descritto l’interno della società non propriamente con colori delicati. L’ex direttore sportivo ha parlato di stipendi non ancora saldati, di giocatori a cui è stato chiesto di pagarsi il ritiro, della volontà del sodalizio di far lasciare gli alloggi di Roselle ai calciatori.

La matassa è talmente annodata su se stessa, che è impossibile stabilire chi siano i buoni e chi i cattivi, chi è sincero, chi non lo è. Quello di cui ci si rende conto è che la squadra, oltre che insicura in campo, è sbigottita dalle tante parole e fatti in libera uscita. In queste condizioni, al di sopra del panorama tecnico, fisico e tattico, è impossibile fare calcio. Invece del silenzio stampa applicato per difendere lo spogliatoio, occorre ben altro per tranquillizzare chi ci lavora con questo gioco.

Sicurezza e futuro, per ora, sono lontani anni luce.

 

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