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Vinitaly: rientro col sorriso per i produttori maremmani

Politiche di ingresso cambiate, con meno visitatori, ma questo non ha appannato il successo dei vini maremmani al Vinitaly, ecco cosa hanno detto i produttori
Presentazione di due calici di vino

GROSSETO. Per i produttori di vino maremmani la rassegna del Vinitaly è stata complessivamente un successo. Unica pecca: l’assenza di alcune aree del mondo, poco presenti con agenti e pubblico, quest’ultimo scarsamente presente per via delle politiche di ingresso differenti.

I vini della Maremma piacciono e vanno forte, c’è chi ritorna a ri-assaggiare, c’è chi si affaccia per la prima volta, e da nord a sud, per i produttori, tornare al Vinitaly è stata un’ottima occasione.

Per la Cantina I vini di Maremma, Massimo Tuccio commenta così le giornate di fiera: «Tornare al Vinitaly è segnale di una ripresa la cui base forte è stata dettata da incontri professionali. Buyer e distributori Italiani si sono dimostrati molto interessati ad assaggiare in presenza, condividendo idee e sensazioni con i produttori. Più che un ritorno alla normalità, direi che l’occasione ha rappresentato una ricerca di nuovi incontri e rapporti. Il cui filo conduttore è parlare di ciò che un paese o un cliente cerca dal vino. Sempre di grande impatto rimane la storia che ogni bottiglia cela dietro entro di sé»,

Cantine come Morisfarms, sono tra quelle che tornano dal Vinitaly con più entusiasmo: «Per essere la prima edizione dopo lo stop per la pandemia è andata davvero bene – racconta Ranieri Moris – Questa edizione era molto concentrata sugli operatori. Sono soddisfatto per la risposta del mercato estero, e il ritorno dal mercato italiano è stato altrettanto buono. Reputo la presenza del pubblico altrettanto importante, magari la prossima volta avremo la soddisfazione di vederne di più in fiera. Anche la sera nei ristoranti di Verona, solitamente molto affollati, c’erano meno persone, si vedeva che anche da fuori che il pubblico degli amanti del vino mancava in questa edizione».

Anche Antonella Manuli, della fattoria La Maliosa, sottolinea la mancanza del pubblico come un peccato, ma l’entusiasmo rimane comunque “nelle aspettative”: «Sono stupita dai dati usciti fuori, quel +28% di stranieri non lo ho notato. C’era molto meno pubblico rispetto al solito e molte aree del mondo neanche c’erano. Per noi comunque è stato importante esserci, “mettere di nuovo il naso fuori”. Il risultato è stato quello che ci aspettavamo, con la sorpresa di un interesse da parte di operatori coreani, un mercato dove attualmente non siamo presenti. Una bella soddisfazione è arrivata anche dagli operatori nordeuropei, che hanno potuto assaggiare i vini della nuova annata»

Un dettaglio dello stand della Fattoria la Maliosa al Vinitaly 2022

L’attaccamento al territorio ha premiato anche aziende come la Cantina Santa Lucia, tornate dopo l’edizione 2019 a parlare di vino in una fiera internazionale. Luca Scotto gestisce assieme a suo fratello Lorenzo l’azienda, e si è trovato davanti un caloroso benvenuto: «Mi è sembrata un’ottima ripartenza. Credo che per le aziende della nostra dimensione, piccole o medio-piccole, tornare ad incontrare di nuovo clienti ed operatori sia stato un bene. Anche per via della politica d’ingresso cambiata, questa edizione ha visto meno presenze di appassionati, ma alla fine non possiamo dirci affatto delusi. Forse, da una parte, il meno caos ha premiato il dialogo con chi è riuscito ad esserci». 

Luca e Lorenzo Scotto al Vinitaly, sulla destra delle bottiglie del loro “Tore del Moro” riserva

«I nostri vini hanno avuto un buon riscontro, specialmente il nostro Morellino riserva, che ha avuto molti apprezzamenti. Nell’occasione abbiamo presentato i nostri prossimi vini in anteprima, un bianco e un rosso. Usciranno per il grande pubblico a giugno».

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