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«Vogliono portare via i cavalli dal Cemivet»

Il consigliere della Lega Tornusciolo presenta un ordine del giorno insieme ad altri colleghi: posti di lavoro a rischio, il Centro quadrupedi destinato a diventare una cattedrale nel deserto
I cavalli del Cemivet

GROSSETO. L’ordine del giorno presentato dal consigliere Gino Tornusciolo e firmato da altri consiglieri e capigruppo verrà discusso durante la prossima assise in Comune. La questione è quanto mai seria: c’è un piano per smantellare il Cemivet. Per portare via i cavalli dal Centro militare veterinario che dal 1870 occupa i terreni lungo la strada Castiglionese, alle porte della città.

La questione, per Grosseto, non è certo secondaria: oltre al prestigio che l’allevamento dei quadrupedi dell’Esercito dà a Grosseto, c’è anche il rischio per decine e decine di posti di lavoro, soprattutto quelli dei civili e del personale delle aziende del territorio che lavorano con il Cemivet

Il Cemivet, l’ente militare più antico di Grosseto

Per capire la portata dell’allarme lanciato dal consigliere leghista, che è anche uno dei militari del Cemivet, basti pensare che il Centro militare veterinario è l’Ente militare più antico della città di Grosseto. 

Nato nel 1870, l’ente ha contribuito in modo significativo allo sviluppo economico e culturale di Grosseto, garantendo lavoro, benessere e tutela del territorio. 590 ettari di terreno agricolo, da sempre il Centro militare, unico in Italia, si occupa di rifornire la forza armata dei cavalli. Cavalli che vengono utilizzati dall’Esercito italiano per scopi istituzionali, dall’attività sportiva agonistica, alla rappresentanza militare e all’addestramento degli allievi delle accademie militari.

Il rischio che ora tutto questo scompaia, diventa ogni giorno più concreto. Parte dell’Esercito, però da anni sta portando avanti un processo di razionalizzazione che prevede il trasferimento dell’allevamento dei cavalli a Montelibretti. Il rischio che Grosseto corre, oltre alla perdita di posti di lavoro di civili e del personale che lavora per le aziende che collaborano con il Cemivet, sarebbe quello di trovarsi con una cattedrale nel deserto alle porte della città.

Le scuderie, infatti, sono vincolate e non possono essere trasformate in nient’altro. E l’allevamento dei cani anti esplosivi per l’Esercito, da solo, non sarebbe sufficiente a garantire gli standard del Cemivet. 

I migliori cavalli certificati dal ministero

Che i cavalli del Cemivet siano tra i migliori che si possono trovare, lo ha certificato anche il ministero delle Politiche agricole, che nel 2017,2018 e 2019 ha premiato l’ente proprio per la produzione di cavalli di razza Sella Italiano

La pioggia di medaglie, che sono state conquistate dai cavalli del Cemivet impegnati anche nelle prove internazionali, aggiungono altro valore. 

Già qualche anno fa però, la scuola di mascalcia che era presente al Centro quadrupedi, è stata trasferita a Montelibretti dove sono state realizzate tutte le infrastrutture destinate ad accoglierla. Infrastrutture pagate con i soldi pubblici, che potevano essere risparmiati lasciando la scuola a Grosseto. 

L’appello alla politica: «Giù le mani dal Cemivet»

Il consigliere Tornusciolo ha chiesto che l’ordine del giorno che sarà presentato durante la prossima seduta del consiglio comunale, venga sottoscritto all’unanimità

«Non si tratta di una questione politica – dice – questa è una questione che riguarda tutti, di destra e di sinistra. Per questo mi rivolgo a tutti i parlamentari eletti nella nostra provincia, affinché anche loro si impegnino per chiedere al ministero della Difesa di non trasferire l’allevamento dei cavalli». 

Sono più di 200 i cavalli attualmente al Cemivet, dove sono impiegati gli ultimi due butteri dell’Esercito italiano. Il piano di assunzioni per i civili, prevederebbe invece l’ingresso di una cinquantina di persone, che sono già inserite nella pianta organica del Centro quadrupedi. 

 

 

 

 

 

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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