Omicidio di Cernaia, il pm: «Condannate Guerra a 30 anni» | MaremmaOggi Skip to content

Omicidio di Cernaia, il pm: «Condannate Guerra a 30 anni»

La richiesta del sostituto procuratore Giampaolo Melchionna: «Motivi economici il movente dell’omicidio. Ha sparato per rapinare lo spacciatore»
L'avvocato Lorenzo Mascagni e il pm Giampaolo Melchionna
L’avvocato Lorenzo Mascagni e il pm Giampaolo Melchionna

GROSSETO. Jeans, giacca gessata, scarpe da ginnastica scure.

Ha aspettato di conoscere il suo destino seduto accanto all’avvocato Lorenzo Mascagni, suo difensore, Filippo Guerra, l’impiegato cinquantenne accusato di aver ucciso la sera del 20 agosto del 2020,  Dekhir Abdelilah, 22 anni, giovane marocchino che spacciava sulla strada di Cernaia.

Nell’aula della corte d’assise del tribunale di Grosseto, il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna ha ricostruito davanti alla presidente Laura Di Girolamo e al giudice Marco Bilisari, quello che è successo quella notte, quando l’impiegato «per motivi economici», ha sottolineato il pm, ha fatto fuoco utilizzando il fucile del padre. Trent’anni di reclusione, ha chiesto il pm, spiegando che «non si tratta del massimo della pena – che sarebbe stato l’ergastolo- ma il massimo della pena scontabile. Guerra ha collaborato in sede processuale, permettendoci di produrre tutti gli atti. Per questo applico le attenuanti generiche».

Problemi economici risolti con lo sparo

Era distante circa 400 metri dal varco controllato dalle telecamere di Targamanent, nella zona della Chiocciolaia, la piazza di spaccio allestita da Abdelilah, dove usava portare delle armi, un machete, un coltello, che utilizzava per difendersi ma anche per punire i consumatori insolventi.

«Nel mese di agosto – ha detto il pm- le condizioni economiche di Guerra erano notevolmente peggiorate. L’imputato, dopo l’omicidio, ha rapinato lo spacciatore». Quel giorno, poco dopo le 17.30, l’auto dell’imputato passa sotto alla telecamera per uscire alle 17.50. Un quarto d’ora, hanno calcolato gli investigatori, il tempo impiegato per uccidere il ventiduenne.

Omicidio che è stato confessato da Guerra: più volte ha cambiato versione ma ha sempre sostenuto di aver sparato accidentalmente.

Due sono le contraddizioni: ha raccontato di essersi recato tre volte a Cernaia e di essere andato sempre lì portando il fucile con sé ma di aver trovato il Dakir solo la terza volta. Lo spacciatore – ha sostenuto Guerra – voleva vedere il fucile, voleva vedere come si fa a sparare. Versione che cambia in aula, quando dichiara di aver portato il fucile soltanto la terza volta, nonostante abbia già incontrato in precedenza lo spacciatore almeno una volta.

«Non chiede i soccorsi, non dice nulla a nessuno, lava subito i panni e soprattutto invita il padre a portare il fucile a Pereta – aggiunge il pm Melchionna – tutti comportamenti, questi, che non consentono di credere all’accidentalità dello sparo».

La squadra mobile ha cercato comunque di trovare prove che confermassero la versione di Guerra e il 28 agosto, nel corso del secondo sopralluogo a Cernaia, è stata trovata anche la bottiglia utilizzata come bersaglio, così come aveva spiegato Guerra dicendo che a sparare era stato Dakhir e che lui lo aveva ucciso accidentalmente mentre lo stava disarmando.

 

Rapina per i soldi e per la droga

Dakhir quel giorno aveva una buona disponibilità economica: aveva tre cellulari, soldi e droga. Beni che secondo il pm sono stati portati via da Guerra, dopo lo sparo.

I telefoni cellulari dello spacciatore sono spariti: da quel momento in poi non è stato generato traffico. 《Il proposito di portare a termine la rapina – dice il pm- è chiaro. L’omicidio è stato premeditato, perché attraversava un periodo di enorme difficoltà economica, aggravato dal suo stato di tossicodipendenza. In un solo colpo avrebbe avuto buona disponibilità economica e avrebbe anche ripianato i suoi debiti. I quei giorni tocca il punto più basso della sua condizione economica》. Per il pm, il fatto che fosse stato lo stesso Dakhir a chiedere al Guerra di portare il fucile dà all’impiego un assist perfetto. 《Così come il gioco del tiro al bersaglio – dice nel corso della requisitoria il magistrato – che gli offre la possibilità di sparare a poca distanza. Non di può poi nemmeno stabilire se il colpo alla bottiglia sia stato sparato dopo, per sostenere la tesi dell’accidentalità》.

Guerra doveva vedere Abdelilah da solo, non doveva quindi esserci il socio in affari dello spacciatore. 《Per questo fa tre sopralluoghi – dice ancora – per trovarlo da solo》.

Faceva un uso smodato di cocaina ed aveva spese insostenibili per le sue possibili. Guadagnava 1.100 euro al mese, ma comprava uno o due grammi di cocaina al giorno, al costo di 50-80 euro a dose. 《Ha raccontato che riusciva ad arrotondare facendo l’istruttore di kitesurf – dice il pm- ma era impossibile vista la sua dipendenza. Voleva farci credere di avere una grande disponibilità economica che però nell’indagine non è risultata》. Gli unici aiuti economici erano quelli che riceveva dal padre.

Negli ultimi tempi rubava nei supermercati e comprava cocaina a credito. Una situazione economica disperata, quella dell’impiegato, che comprava la droga per sé e per la donna della quale si era invaghito. E che, per ottenere le dosi, avrebbe avuto anche rapporti con lo spacciatore.

La sera dell’omicidio Guerra aveva disponibilità economica. 《Tanto che si reca da una prostituta – aggiunge il pm- portando con sé i soldi per pagarla》.

Il pm Melchionna ha chiesto quindi la condanna a 24 anni per l’omicidio e altri tre anni e sei mesi per la rapina e il porto d’armi abusivo e altri 2 anni e 6 mesi e 600 euro di multa per l’utilizzo abusivo del bancomat. Il pm ha chiesto la confisca di quanto sequestrato e l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena.

 

 

 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati