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Non andare all’ospedale quando piove

Davanti alla nuova ala c’è un nuovo parcheggio ma non basta. Quello dall’altra parte della strada si allaga tutte le volte che piove e ogni buca nasconde un pericolo
Il parcheggio sterrato dell'ospedale in un giorno di pioggia
Una foto del parcheggio allagato

GROSSETO. Prima serve telefonare al Cup. C’è da aspettare. Poi serve essere inseriti nelle liste d’attesa per la visita. Pure lì, spesso, c’è da aspettare. Anche mesi. Poi arriva il giorno stabilito. Non c’è da aspettarsi che sia un giorno di sole.

E se il giorno di pioggia arriva, per chi deve andare all’ospedale Misericordia di Grosseto, può rivelarsi particolarmente difficile anche solo lasciare la macchina.

Davanti alla nuova ala c’è un parcheggio ben sistemato, però decisamente insufficiente per tutti gli utenti e i dipendenti che giornalmente devono accedere alla struttura. Quando piove, capita di vedere le auto parcheggiate anche sui marciapiedi. Sia per la vicinanza all’entrata, sia per evitare quello che c’è dall’altra parte.

Il parcheggio dove le buche diventano laghi

Dall’altra parte della strada, infatti, c’è un altro parcheggio che fotografa come era prima tutta l’area circostante: fondo sterrato e divisori in legno a delimitare i settori. Fosse ben accessibile, potrebbe quasi rimanere anche così. Il problema è che, quando piove, le buche (sempre più profonde e pericolose) si trasformano in laghi dei quali non si conosce la profondità. E se la pioggia è più consistente del solito, non è raro imbattersi in una grande distesa d’acqua.

Parcheggiare così è un’impresa e per gli “sventurati” che non riescono a trovare parcheggio nella nuova area ben sistemata, il destino spesso è quello di bagnarsi. Quando va bene. Se non inciampare e farsi anche male.

Per il tracciato da seguire fino al posto auto scelto, parlano le sospensioni dell’auto. Va ingranata una marcia corta ed è sempre bene prestare particolare attenzione.

Nei giorni di pioggia comunque non è solo il meteo a creare problemi. Ci sono ancora portatori di handicap che entrano in ospedale visibilmente agitati perché qualcuno ha occupato uno dei posti per disabili senza avere il tesserino.

 

 
 
 
 
 
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