GROSSETO. Un lupo fu ritrovato nel 2017 scuoiato e appeso a un cartello stradale, con sopra un pezzo di cartone in cui c’era scritto: «No agli abbattimenti. Sì alla prevenzione :)». La carcassa dell’animale era appesa a testa in giù e si trovava in una strada fra Suvereto e Monte Rotondo Marittimo. A processo, è finito Salvatore Fais, 34 enne, accusato di essersi impossessato del lupo e di averlo ucciso. L’allevatore doveva rispondere di furto, maltrattamento e uccisione di animale: oggi, giovedì 18 luglio, in tribunale, il reato di maltrattamento è stato depennato dalla lista delle accuse.
L’uomo, difeso dall’avvocato Carlo Valle, è stato incastrato dal Dna: le sue impronte digitali sullo scotch e sui lacci, che reggevano le zampe anteriori del lupo, e il cellulare del Fais si era agganciato anche alle cellule telefoniche del luogo, qualche ora prima del ritrovamento.
In aula c’erano i Ris, reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, che hanno spiegato come sono arrivati ad incastrare Fais. Ovvero, grazie alle impronte digitali del 34enne rilevate sul posto.
La multa pagata e i Ris in aula
Il giudice Andrea Stramenga, su richiesta dell’avvocato Valle, ha applicato il “ne bis in idem” sull’aggravante del maltrattamento, per il pagamento di una multa.
Il principio giuridico va a decretare l’impossibilità di essere processati due volte per lo stesso reato. Lo stesso principio, il “ne bis in idem”, che l’avvocato Carlo Valle aveva già proposto per richiedere il proscioglimento di Fais, visto che aveva pagato una multa regionale di 700 euro.
Un’istanza, però, che il giudice Stramenga aveva rifiutato, perché il codice penale prevede un pagamento di una multa fino a 6mila euro per l’uccisione di un animale.
L’avvocato Valle ha riproposto lo stesso principio, ma questa volta sul reato di maltrattamento. Istanza accettata dal giudice.
I Ris in aula hanno detto in aula di aver trovato delle tracce di Dna del Fais su alcuni lacci e sullo scotch del cartello. Quel giorno di aprile 2017 sul posto c’erano anche i lacci di cattura del lupo, che, però, i militari non hanno analizzato.
I prossimi attesi in aula per testimoniare sono i veterinari che hanno fatto l’autopsia sulla carcassa.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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