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Covid, contagi in aumento, ma attenzione anche agli altri virus

Parla l’infettivologa Cesira Nencioni, direttrice delle malattie infettive di Grosseto: «Le buone regole imparate negli anni di pandemia valgono sempre e il Covid non è l’unico virus da cui difendersi»
Cesira Nencioni
Cesira Nencioni

GROSSETO. È di pochi giorni fa l’appello del presidente della Regione, Eugenio Giani, a vaccinarsi contro l’influenza stagionale e soprattutto contro il Covid, rivolto in particolare agli anziani e alle persone più fragili. Dati alla mano, infatti, nell’ultimo periodo si è registrato un aumento significativo di casi: «336 contagi al giorno e 250 di media, quando nell’ultima metà di agosto non venivano superati i 150», dice Giani.

I casi stanno aumentando in generale in Italia e in Europa, lo dicono i report del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che invita a «proteggere con la vaccinazione anti Covid gli over 60 e i più fragili».

Nencioni: «Non è lo stesso Covid, ma è necessario proteggersi»

Cesira Nencioni, direttrice del reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Grosseto, non ha dubbi sull’importanza della prevenzione per il Covid, come per gli altri virus influenzali, vaccinandosi e adottando comportamenti prudenti.

Il Covid fa meno paura?
«Non siamo più in presenza di una pandemia ma di un virus endemico che ha perso indubbiamente aggressività, ma che continua a essere pericoloso nei soggetti anziani e in chi soffre di gravi patologie. Quindi, soprattutto nei contatti con queste persone, è importante essere prudenti. Il Covid resta comunque un virus subdolo, anche se le ultime varianti, tutte derivate da Omicron, sono meno pericolose».

È difficile immaginare un Covid-19 al pari di un’influenza stagionale
«Diciamo che ha fatto il suo percorso. I virus sono parassiti endocellulari obbligati, che quindi hanno bisogno di “installarsi” in una cellula vivente. Se uccidono gli organismi che possono ospitarli, non hanno possibilità di sopravvivere. Per questo mutano aumentando capacità di diffondersi, ma, come nel caso del Covid, diminuendo l’aggressività.
Purtroppo, all’inizio, ha trovato un terreno vergine per proliferare, essendo un virus “nuovo” per il quale non avevamo gli anticorpi e, soprattutto, che si trasmette per via aerea, la forma più difficile da controllare. Ovviamente ha trovato anche condizioni storiche favorevoli che hanno facilitato i contagi da un continente all’altro, fino all’esplosione della pandemia».

Come è cambiato l’approccio medico al Covid?
«All’inizio non conoscevamo l’evoluzione della malattia perché, a differenza degli altri virus influenzali, le fasi successive a quella iniziale potevano essere diverse da persona a persona. Ogni volta ci trovavamo davanti a una situazione differente e non sapevamo se si sarebbe evoluta in una forma più grave oppure no. Per fortuna sono stati messi a punto i vaccini, che hanno rallentato e indebolito il virus, e le cure per l’infezione come gli anticorpi monoclonali». 

Non c’è solo il Covid a cui stare attenti

Che cosa dobbiamo aspettarci con l’abbassamento delle temperature e la riapertura delle scuole?
«È difficile a dirsi. Non c’è da fare allarmismo, l’aumento di casi di Covid che si sta registrando in questi giorni era atteso, anche in virtù di un complessivo ritorno alla normalità nella vita sociale. Questo non significa che non dobbiamo più proteggerci e proteggere i pazienti anziani e i fragili».

Ma non è solo il Covid il virus a cui stare attenti
«Certamente, tanto che l’ultima circolare ministeriale sui tamponi per l’accesso alle strutture sanitarie, in presenza di sintomi consiglia la ricerca anche di altri virus influenzali e parainfluenzali. Come infettivologa, mi piacerebbe che il tampone diventasse una regola generale per l’accesso in ospedale dei pazienti con sintomatologia respiratoria».

Quindi anche mantenere un comportamento attento e responsabile?
«La prevenzione dovrebbe essere una regola aurea, ma questo vale per tutte le malattie infettive, non solo per il Covid. Dovremmo fare tesoro dei comportamenti anticontagio che questi anni di pandemia ci hanno insegnato. Prima era una conoscenza limitata alle professioni sanitarie, ora tutta la popolazione sa come si trasmette una malattia per via aerea e quali sono le contromisure da adottare.
Dunque, educazione, rispetto, attenzione e prudenza, perché il Covid c’è ancora e non va sottovalutato. E proteggendosi dal Covid ci si protegge da tutti gli altri virus influenzali».


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