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Contro i traumi cerebrali, oggi openday per le famiglie

Associazioni, famiglie colpite e una dinamica compagnia che si occupa del risarcimento danni, insieme per il recupero delle cerebrolesioni. Oggi 5 marzo, si terrà l’open day per le famiglie dei traumatizzati
Francesco Manneschi (cooperativa Nomos), Ivana Cannoni (presidentessa della Atracto Toscana), Miriam Valiani, Cristina Frascati (Confartigianato) e Massimo Gottardo (Giesse)

GROSSETO. Miriam, madre di una giovane ragazza con due figli, si è vista (assieme alla famiglia) all’improvviso stravolgere la vita. In seguito ad una meningite, la figlia, nell’estate 2018, ha subito un trauma cerebrale, e una volta uscita dalle strutture sanitarie che la hanno assistita in tutto e per tutto, si è trovata a dover tornare a casa senza saper bene come muoversi.

Da qui, la sua voglia di aiutare altre famiglie che, come la sua, hanno dovuto affrontare ostacoli veramente difficili da gestire. Il suo impegno è stato inaugurato ieri, 4 marzo 2022, con la presentazione del punto Atracto a Grosseto, fortemente voluto da Ivana Cannoni (presidentessa Atracto Toscana) e Miriam appunto, che farà da referente per il primo nucleo grossetano.

 

 
 
 
 
 
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La presentazione è stata fatta nella sede Confartigianato di Grosseto, e salutata con orgoglio e passione da Cristina Frascati in rappresentanza dell’associazione di categoria, che si schiera al fianco delle famiglie e si dimostra molto legata alle problematiche del territorio.

Presenti anche Ivana Cannoni (la presidentessa della Atracto Toscana), Miriam Valiani (il riferimento dell’associazione per Grosseto), Francesco Manneschi (cooperativa Nomos) e Massimo Gottardo (Giesse).

«La mia storia nasce da una malattia – racconta Miriam – io assolutamente mai avrei pensato di trovarmi in questa situazione. Se la mia famiglia non avesse trovato Ivana, non so come avremmo fatto. Inizieremo con la creazione di un punto di ascolto, che molto probabilmente sarà attivato presso l’ospedale Misericordia, iniziando con un paio di giorni a settimana. Per accogliere familiari nei primi momenti del trauma, che assicuro lascia senza molta possibilità di elaborazione quando colpisce. Domani, 5 marzo, ci sarà un open-day per le famiglie e mi auguro che verranno numerose. Mia figlia è migliorata tanto. Vorrei che si attivassero percorsi di guarigione e terapia anche a Grosseto, senza far affrontare alle famiglie viaggi spesso onerosi e stancanti»

Un momento della conferenza

Oggi 5 marzo, ci sarà l’open day per le famiglie dei traumatizzati, che si terrà nella sede di Confartigianato dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 16.00. Sarà presentata la sede territoriale ATRACTO2 Grosseto e saranno illustrate le iniziative e i percorsi studiati per rispondere alle esigenze del territorio che attualmente carente nell’area della riabilitazione e assistenza di persone affette da cerebrolesioni, le quali una volta uscite dal percorso di riabilitazione intensiva regrediscono nel loro stato cognitivo e fisico.

Insieme, contro i traumi cerebrali

Ivana Cannoni racconta come l’associazione sia nata proprio da un suo impulso: «La Atracto è nata nel 1997, a Montevarchi, in seguito all’incidente subito mia figlia Alessia da piccola, in palestra. Grazie all’aiuto del dott. Mauro Mancuso, abbiamo dato vita a questa associazione che si pone l’obbiettivo di portare assistenza alle famiglie. 
L’associazione dà sostegno ai ragazzi e alle famiglie tramite laboratori, attività formative, punti di ascolto e informativi, fornisce supporto per percorsi riabilitativi, organizza giornate di socializzazione, svolge numerose attività. Spesso le persone colpite rimangono chiuse in casa, noi cerchiamo di farle uscire. Siamo promotori anche di percorsi formativi nelle scuole, proprio per avvertire i giovani dei possibili danni causati anche da incidenti stradali»

L’attività della Atracto, anche a Grosseto, sarà aiutata anche dalla cooperativa Nomos. «Si deve intervenire anche sul contesto familiare, il trauma lo subisce la vittima, ma si ripercuote su tutta la famiglia – precisa Francesco Manneschi -. Noi curiamo molto il percorso riabilitativo e di supporto, ed è anche importante che le vittime dei traumi riescano a mantenere i miglioramenti fatti, senza pause regressive nelle terapie. Ci preme molto che le persone e le famiglie colpite siano inserite in n percorso che parli di autonomia e di recupero, senza ovviamente però false speranze, che andrebbero ai danni di tutti». 

Massimo Gottardo manager della Giesse, prende parola a margine dell’incontro dando un contributo non secondario: «Spesso la cerebrolesione non deriva solo da una malattia, ma spesso è causata da un di infortunio o da un incidente stradale, ad esempio, tutti casi che noi affrontiamo anche per altri danni. Noi ci rendiamo disponibili per le famiglie a confrontarci con le compagnie assicurative che possono essere chiamate in causa, per iniziare anche ad avere anticipi per far fronte alle prime spese, che possono essere anche ingenti. Con noi la famiglia non deve anticipare alcuna spesa, anticipiamo noi per loro le spese legali e di consulenza iniziali, così da dare un ulteriore aiuto al cliente».

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