In coma per la meningite: «Racconto l'incubo di mia figlia» | MaremmaOggi Skip to content

In coma per la meningite: «Racconto l’incubo di mia figlia»

La figlia di Miriam è stata 10 giorni in coma: quando si è svegliata si è trovata improvvisamente davanti ad ostacoli giganteschi e ha avuto voglia di reagire
Miriam accanto al suo libro, frutto anche del percorso fatto con sua figlia

GROSSETO. Miriam si è trovata all’improvviso in un universo parallelo. Nel giugno 2018, infatti una meningite ha colpito la sua giovane figlia, travolgendo la vita dei genitori e della stessa famiglia della figlia, che è madre di due bambini.

«In un attimo la nostra vita si è capovolta: il trauma non è solo di chi lo subisce, ma si ripercuote su tutta la famiglia – racconta Miriam con commozione – L’infezione al lobo frontale di mia figlia la ha costretta ad un coma farmacologico di 10 giorni, dal quale si è risvegliata non sapendo più né mangiare né parlare».

Il responso medico fu spiazzante, dice Miriam: «Il neurologo me lo disse subito, dovevamo paragonare il cervello di mia figlia a un giovane prato primaverile bruciato da una gelata, non c’era la speranza che tutto rifiorisse, alcune cose sarebbero state recuperate, forse, altre purtroppo no».

 

 
 
 
 
 
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«Ci siamo trovati davanti ad un fenomeno molto simile all’elaborazione di un lutto. Perché la figlia che conoscevo prima, non c’era più, eppure era sempre lì, davanti ai miei occhi – descrive Miriam – È molto difficile da spiegare. L’impegno con mia figlia è costante. Ogni piccola conquista è per tutti noi un tesoro. Vedo che mia figlia dentro di sé ha tutto, capisce, magari non riesce ad esprimersi, ma sotto comunque qualcosa c’è sempre».

«Finché siamo stati in ospedale, le cure c’erano, il sistema sanitario devo dire non ha dato di che lamentarmi. È il rientro a casa l’ulteriore scoglio da affrontare – racconta ancora Miriam –  Ci siamo sentiti spaesati, non sapevamo a chi fare riferimento. Spesso la terapia per persone colpite come mia figlia si traduce nell’impiegarle in piccoli lavoretti. All’inizio è mancato molto un supporto che ci aiutasse a farle fare qualche attività, a farci capire come gestire la situazione».

L’impegno di Miriam per le persone con traumi cerebrali

Da qui, la voglia di Miriam di creare i presupposti anche per altre famiglie in difficoltà, di migliorare la condizione delle persone colpite da traumi cerebrali, per assistere e orientare le famiglie coinvolte verso terapie e strutture che possano dare un supporto concreto.

Miriam

«Ivana Cannoni, presidente Atracto mi ha aiutato molto – dice Miriam – poter replicare questo supporto anche sul territorio maremmano, intanto con un primo punto di riferimento a Grosseto, molto probabilmente all’ospedale Misericordia, sarà un segnale forte. Le famiglie di chi ha subito un trauma, non possono essere lasciate sole. Avere persone con dell’esperienza alle spalle che possono dare suggerimenti e aiuti, fa la differenza».

La sede territoriale di Atracto2-Grosseto (Associazione traumatizzati Cranici Toscana) e le sue attività saranno presentate infatti nei prossimi giorni alla città, grazie anche al supporto di Confartigianato Grosseto e della Cooperativa Nomos.

«Spero in future collaborazioni con le istituzioni e con il Coeso magari, per portare avanti progetti per persone vittime di traumi cerebrali, perché ognuno ha bisogno di un percorso specifico – sottolinea Miriam -. Io li chiamo “invisibili”: prima quando non ero direttamente coinvolta, non facevo molta attenzione ai problemi che potevano affrontare alcune persone colpite che vedevo. Adesso, essendoci dentro, mi accorgo che le famiglie si fanno carico di molte difficoltà, e non tutte ce la fanno»

“Appunti di un viaggiatore”, il libro di Miriam con le foto di Marco Mugnaini

 

Il libro

Già da prima che questo incidente si verificasse, Miriam stava scrivendo un libro di aforismi e fotografie, con la collaborazione di Marco, un suo caro amico fotografo. Il libro si intitola “Appunti di un viaggiatore“. «Ha visto la luce dopo che mia figlia ha subito questo trauma, e alcuni aforismi riguardano anche la condizione familiare – racconta Miriam – Abbiamo deciso che il ricavato andrà all’Atracto, proprio a sostegno di tutte le famiglie colpite».

 

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