GROSSETO. Il giorno della comunione di Vera, nel 1944, per raggiungere il luogo dove i parenti della bambina si sarebbero ritrovati per pranzo, l’avevano accompagnata i militari americani con la camionetta. Ancora non era finita la guerra e la piccola non poteva sapere quale sarebbe stato il suo futuro. Quello costruito giorno dopo giorno accanto a Tullio, il ragazzo conosciuto quando aveva appena 16 anni e lui 18, diventato poi uomo, invecchiato accanto a lei. 

Se il mondo fosse una sfera perfetta, il prossimo anno Vera e Tullio avrebbero festeggiato settant’anni di matrimonio. «Babbo non poteva stare senza la mamma e infatti se n’è andato prima». È una carezza la voce di Laura, il giorno del funerale di suo padre. Una carezza interrotta dal pianto che ogni tanto si affaccia nella sua voce. 

Una vita sull’autobus

Tullio Cesaroni se n’è andato nemmeno due mesi dopo il suo 93esimo compleanno. Per trentacinque anni era stato un autista di pullman. Prima per la Cea, poi per la Lazzi, infine per la Rama. 

Al funerale, celebrato sabato 14 giugno nella chiesa di Sterpeto, si sono presentati alcuni ex colleghi dell’uomo, per ricordare il suo sorriso e la sua simpatia. «I bigliettai facevano a gara a farsi mettere di turno con lui – racconta la figlia – Ce lo hanno raccontato anche dopo il funerale. La sua simpatia, le sue battute, conquistavano tutti. E anche con noi, in casa, è sempre stato così». 

Non li guidava soltanto, Tullio, gli autobus. «Era sempre a trafficare con i motori, con le Vespe, con gli autobus – ricorda la figlia – Non l’ho mai visto stare fermo un momento». Quando, dopo 35 anni di lavoro, è arrivato il momento di andare in pensione, Tullio ha scelto di continuare ad occuparsi delle sue passioni. 

La caccia al cinghiale, le lunghe passeggiate per andare a prendere gli asparagi o le lumache. Lo smacco più grosso ricevuto è stato quando a 88 anni, gli hanno tolto la patente. 

Settant’anni d’amore per Vera

Per tutta la sua vita, di costanti ce ne sono state tante. Ma l’amore per Vera è quella che non è mai diminuita. Lei oggi ha 90 anni già compiuti e una lucidità da fare invidia a una quarantenne. «Era come se mamma fosse stata la mente, negli ultimi tempi, e babbo il braccio – ricorda ancora Laura – Sono sempre stati complementari, si sono sempre aiutati». 

Anche quando nella coppia scoppiavano quelle baruffe da innamorati che non segnalavano un disagio ma soltanto un grande amore. 

Vera e Tullio hanno avuto due figli, Laura, che per decenni ha fatto la commessa in un negozio di scarpe e Marcello, professore di educazione fisica in pensione e una nipote amatissima, Giulia, oggi chimica per un’importante casa farmaceutica. 

Una famiglia unita che si è trovata martedì 10 giugno a piangere il 93enne. Ma che oggi, a distanza di 4 giorni, ha deciso di ricordarlo per il suo sorriso, per le sue battute sagaci, per quella simpatia che ha richiamato in chiesa tantissime persone.

A celebrare la messa, insieme a don Mirko, c’era anche don franco Cencioni, che della famiglia Cesaroni è molto amico. Tullio era una persona viva, onesta, solare: a confermarlo, in questi giorni, è stato il via vai dall’appartamento dell’anziano che non si è fermato un momento, per portare un abbraccio alla moglie Vera, ai figli e all’amatissima nipote.