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L’addio a Sabina, la donna che amava il prossimo

L’ultimo saluto a Sabina Carucci in una chiesa gremita e commossa. Le toccanti parole del figlio e di una collega
L'addio a Sabina: un momento del funerale
L’addio a Sabina: un momento del funerale

GROSSETO. Il tempio che l’accoglie porta il nome di Madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la Pace nel 1979. Sabina Carucci sorride per il paragone. Eppure il punto di contatto esiste. Due donne, due missioni, due amori immensi per il prossimo.

È tantissima la gente che si avvicina alla chiesa, sono visi da pronto soccorso, medici, infermieri, colleghi di altri reparti, primari, volontari, gente che l’ha conosciuta, apprezzata. Ora è il momento di salutarla mentre la campana tenue prende il volo e lei, Sabina, come un alito di vento, si avvicina lentamente fermandosi davanti all’ingresso.

Il suo volto attraversa l’aria. Occhiali e sorriso. Questo il suo timbro, prima, durante e dopo la malattia. Un sorriso splendente di vita, vibrante e portatore di fiducia.

Sabina è in terra, appoggiata sopra al tappeto, davanti ha l’altare e il crocefisso e una montagna di fiori. Don Marjan l’accoglie da uomo prima che da sacerdote.

«La sua vita, la sua storia ha generato il bene. Una donna straordinaria, un cuore grande come il sorriso che distribuiva e donava senza confini come Teresa – parole di Marjan – Sabina era al servizio degli altri con passione e umanità, un punto di riferimento per tantissimi. Cosa rimane di Sabina? Il bene, la mente e il cuore, l’amore vero. Lei era gli altri, per questo vivrà per sempre».

Sorriso e occhiali, le mille storie in chiesa

Tra le panche circolano mille storie, mille giorni di servizio insieme, mille difficoltà superate col sorriso e gli occhiali, vittorie, sconfitte nell’eterna lotta con la morte. Sorriso e occhiali in un campo di battaglia giornaliero, orario, senza respiro. Sorriso e occhiali, una meravigliosa bandiera al vento sull’asta della conoscenza, dell’umanità, dell’impegno mai pesante, sempre alimentato da un combustibile assegnato a pochi eletti.

La voce del figlio prende forma: «Mia madre sapeva amare. Amava mio padre da 26 anni, amava noi figli come unica ragione della sua vita. Sappiate che amava anche tutti voi che adesso siete qui. Ha vissuto come voleva, è andata via come voleva lei. Buon viaggio mamma».

La collega la disegna così: «Diffondeva allegria e sorrisi, anche sofferenza e rabbia. Rimaneva sempre e soltanto Sabina. Ciao».

Quando anche l’ultima parola è sfumata, Sabina esce dal tempio per l’ultimo tratto verso la cremazione. La gente si stringe ancora di più in un unico, grande abbraccio.

IL VIDEO DELL’APPLAUSO

Sullo sfondo è apparso un sorriso con gli occhiali.

Autore

  • Giancarlo Mallarini

    Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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