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Via Almirante, l’opposizione: «Il sindaco è dissociato»

Gori, De Martis e Bartolini: «Vivarelli Collonna trascorre ormai così tanto tempo sui social da essere finito a confondere il mondo virtuale con quello reale»
Il cantiere in via Almirante e De Martis, Bartolini e Gori
Il cantiere in via Almirante e De Martis, Bartolini e Gori

GROSSETO. Prosegue il botta e risposta fra sindaco e Amministrazione e opposizione su via Almirante, via Berlinguer e via della Pacificazione.

Qui le prime due puntate

Ora i capigruppo del Partito Democratico, di Grosseto Città Aperta e del Movimento 5 Stelle, Davide Bartolini, Carlo De Martis, Giacomo Gori replicano al primo cittadino.

«Il sindaco confonde il mondo reale e quello virtuale»

«Apprendiamo dalla stampa che il sindaco di Grosseto imputerebbe all’opposizione i ritardi nell’attribuzione delle nuove denominazioni alle vie del complesso residenziale BorgoNovo, tra cui la triade di via Almirante-via Berlinguer-via della pacificazione nazionale, da cui stanno derivando importanti disagi tanto per coloro che vi hanno acquistato casa e devono prendervi la residenza, quanto per il costruttore».

«Evidentemente Vivarelli Collonna trascorre ormai così tanto tempo sui social da essere finito a confondere il mondo virtuale con quello reale. Nel suo personalissimo mondo virtuale l’opposizione con i suoi atti avrebbe fatto ostruzionismo determinando un ritardo nell’iter amministrativo destinato, in ultima istanza, a consentire l’attribuzione delle residenze».

«Volendo tornare nel mondo reale, è appena il caso di rammentare che da quando la commissione toponomastica presieduta dall’assessore Rossi ha approvato l’intitolazione delle vie in questione, era il 30 gennaio 2023, sul tema neanche un solo atto consiliare dell’opposizione è stato fin qui oggetto di discussione in consiglio (anche perché la mozione dell’opposizione per chiedere la revoca di via Almirante venne bloccata sul nascere da sindaco e presidente del consiglio con un atto, quello sì di ostruzionismo, tanto da subire le censure della prefettura)».

«L’iter amministrativo avviato dalla giunta con la delibera del 13 marzo 2023, con cui erano state recepite le indicazioni della commissione toponomastica e data disposizione per l’inoltro degli atti alla prefettura per l’autorizzazione di competenza, non ha dunque avuto ostacoli se non nei ritardi del sindaco e del suo assessore alla toponomastica Fabrizio Rossi».

«I ritardi dell’Amministrazione»

«Dapprima il ritardo con cui la giunta ha recepito le indicazioni della commissione toponomastica, ben un mese e mezzo per una banale ratifica, poi addirittura due e mesi e mezzo per il semplice inoltro degli atti alla prefettura, così provocando i disservizi di cui oggi fanno le spese tanti cittadini».

«Peraltro il sindaco non solo è vittima di una sorta di dissociazione confondendo il mondo virtuale con il mondo reale, ma è giunto addirittura al punto di dissociarsi da se stesso».

«Appena lo scorso 25 marzo dichiarava infatti alla stampa, unitamente a Rossi, che le tempistiche per addivenire all’intitolazione delle vie e quindi alle attribuzioni delle residenze non sarebbero state brevi dipendendo – non certo dai desiderata delle minoranze – quanto piuttosto, citiamo testualmente, dal completamento del “procedimento di presa in carico dell’intera lottizzazione”, ovvero – precisavano Vivarelli Colonna e Rossi – “solo quando gli atti relativi ai collaudi della viabilità, dei sottoservizi e dell’illuminazione pubblica saranno nella disponibilità dell’Amministrazione comunale”».

«Questo, dunque, il reale motivo dei ritardi secondo il Vivarelli Colonna del 25 marzo, con il quale il Vivarelli Colonna del 20 luglio, che imputa invece i ritardi ad immaginifici ostruzionismi delle opposizioni, dovrà ora mettersi d’accordo».

«Peraltro, al di là di facili ironie, resta serio il problema dei ritardi in cui versa l’amministrazione comunale e delle conseguenze pregiudizievoli che stanno provocando».

«Altrettanto serio, poi, resta il problema di un sindaco che trova normale prendere sistematicamente in giro i suoi concittadini raccontando loro una serie infinita di sciocchezze, e che non è in grado di assumersi la responsabilità del proprio agire (o, come in questo caso, del proprio non agire), come competerebbe ad ogni persona adulta, prima ancora che ad un’istituzione».

 

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