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Dall’Ucraina a Grosseto, nella casa del partigiano Nello

Bracalari ha accolto a Grosseto una bambina e la madre, fuggite da Leopoli. La piccola ha potuto anche collegarsi con la sua maestra per fare i compiti
Nello Bracalari con la bimba ucraina, nella sua casa di Grosseto
Nello Bracalari con la bimba ucraina, nella sua casa di Grosseto

GROSSETO. «”Dove si mangia in 6 si mangia anche in 8″ dicevano i miei genitori, pronti sempre a dare una mano, soprattutto in tempo di guerra, quando il pane non bastava per tutti. E io questa lezione l’ho imparata bene. Ora sono i profughi dall’Ucraina che hanno bisogno e io ho aperto le porte di casa mia, a Grosseto, a una madre con la sua bambina, scappate dal loro paese».

Il partigiano Nello Bracalari non solo la lezione l’ha imparata, ma anche questa volta è un esempio per tutti: per la sua generosità, la sua lucidità e la sua grande voglia di esserci, di fare qualcosa di concreto, aiutando una bimba ucraina e sua madre a ritrovare un po’ di normalità lontano dalla guerra e dal loro Paese martoriato.

Madre e figlia sono arrivate alcuni giorni fa da Leopoli, fuggite quando le bombe hanno cominciato ad avvicinarsi, prima che anche la città ponte tra l’Ucraina e l’Europa, fosse sotto l’attacco dell’esercito russo. 

Nonostante i suoi 94 anni (li compie il 23 aprile) e gli acciacchi dell’età, il partigiano Nello non ci ha pensato due volte ad accogliere la richiesta di una amica di famiglia ucraina e  a ospitare nella sua casa la figlia della donna e la nipotina di 7 anni.   

La bimba a lezione a distanza con la sua maestra, a Leopoli

Bracalari ha affidato a un post sul profilo facebook la sua gioia per aver dato almeno qualche momento di serenità alla piccola e alla madre. «Questa bambina di 7 anni viene dall’Ucraina e insieme alla mamma è mia ospite a seguito degli eventi di guerra che hanno colpito il loro Paese», scrive.

«Malgrado i tristi fatti di guerra che vengono evocati nelle telefonate con il padre e altri familiari, la bambina ha portato anche un po’ di gaiezza. Oggi (il post è del 16 marzo) ci ha fatto esultare di gioia quando, con il tablet, è riuscita a prendere contatto con la propria insegnante e svolgere i compiti a distanza».

«Tutti abbiamo esultato, ma io, in particolare, sono andato con il pensiero a otre 80 anni fa, quando noi ragazzi di campagna andavamo a scuola in paese lungo le mulattiere e attraversando fossati, camminando per 2, 3 chilometri», commenta Nello Bracalari, nel suo stesso post.

Proteggiamo le conquiste dell’umanità da questa guerra assurda

«Non facciamoci portar via queste conquiste della scienza e dell’umanità da questa guerra assurda», è l’appello di Nello Bracalari, riferito in questo caso alla scuola, al diritto all’istruzione. Nato nel 1928, lui la guerra l’ha vissuta e prima ancora ha vissuto, giovanissimo, l’antifascismo e la Resistenza, impegnandosi come staffetta partigiana. Conosce bene le bombe, la paura, le privazioni.

«In casa mia, dividevamo il pane, quando c’era, con chi non aveva da mangiare. Mia madre era sempre pronta a spalancare le porte e accogliere le persone che avevano bisogno. Per me è naturale continuare a farlo e ringrazio la nostra amica che mi ha dato la possibilità di essere utile e di poter fare qualcosa, per dare un tetto e un minima serenità a chi rischia di perdere tutto»

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