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«Ti amo, io morirò»: la lettera dell’omicida

Il quarantenne era convinto di avere un tumore al pancreas: Madalina non lo avrebbe seguito in Romania
Giampiero Bagnati processo Luminita
Giampiero Bagnati durante la ricostruzione dell’omicidio

GROSSETO. Prima di ucciderla, le aveva scritto più di una lettera. Parole d’amore e disperazione, nelle quali non si trova però traccia dell’orrore che si sarebbe manifestato con tutto il suo carico di dolore quando i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della procura sono arrivati sulla porta a vetri della dependance di Pescia Fiorentina, a Capalbio. Era il 7 dicembre 2020 quando fu trovato il corpo senza vita di Elena Madalina Luminita, uccisa dal marito Adrian, con 27 colpi di coltello.

La paura di morire e il desiderio di tornare in Romania

«Ti amo, sei la mia vita. Presto io morirò e lascerò tutto a te». Sono queste le parole che Adrian aveva scritto a Madalina pochi giorni prima della tragedia. Parole che l’avvocato Paolo Malasoma, che difende il 40enne, ha letto una delle lettere che sono state sequestrate dai carabinieri nella dependance, insieme ad altri documenti.

Omicidio di Capalbio- la lettera
Omicidio di Capalbio- la lettera

«Amore perdonami…. fammi 40 messe di ricorrenza. Fai la tua vita – scriveva Adrian – Fai figli e dai a loro il mio nome…Adrian. Rimani con il mio cognome». Adrian pensava di morire di lì a poco. Credeva di essersi ammalato gravemente e per questo aveva lasciato diverse lettere indirizzate alla moglie. 

«Ti amo tanto – prosegue la lettera – Io perdono tutti voi. Morirò, perdonatemi tutti. Sei la più bella del mondo, grazie di tutto». A queste parole d’amore ne seguivano altre: «Dà l’organo e le casse a Fanu – disponeva in quella sorta di testamento – L’organo della Romania a Ionela. Vi amo tanto, io sto morendo. Amore ti aspetterò». Parole che sono state tradotte dalla lingua romena.

L'avvocato Paolo Malasoma
L’avvocato Paolo Malasoma

La lettera letta in aula confermerebbe, secondo il legale di Adrian, che l’uomo che in quei giorni era fortemente depresso tanto da assumere psicofarmaci, non era lucido. «Era convinto di avere un tumore al pancreas – dice il legale – e voleva tornare in Romania. Era sicuro di morire presto».

Adrian aveva mandato Madalina a farsi prescrivere delle analisi dal suo medico di famiglia. Il dottore sarà uno dei testimoni della prossima udienza.

L’avvocato Malasoma ha chiesto che il suo assistito sia sottoposto a perizia psichiatrica. «Quando ha commesso l’omicidio – aggiunge – non era certamente lucido. Era certo di morire e voleva tornare in Romania». Madalina però aveva detto di no. Non voleva lasciare Capalbio, dove ormai aveva messo radici solide.

La coppia era arrivata in Italia dieci anni prima. Aveva vissuto per un periodo in Calabria, poi si era trasferita a Capalbio.

27 coltellate per uccidere la donna

Il pomeriggio del 6 dicembre, secondo la ricostruzione fatta in aula mercoledì 23 febbraio da Giampiero Bagnati, carabiniere del nucleo di polizia giudiziaria della procura, l’uomo ha scatenato la sua furia omicida sulla moglie, uccidendola con 27 coltellate. Tante ne ha contato il medico legale Mario Gabbrielli durante l’autopsia, confermando le risultanze in aula, di fronte alla sostituta procuratrice Valeria Lazzarini e al presidente della corte d’assise Adolfo Di Zenzo e alla giudice Laura Previti.

Prima e dopo, Adrian aveva tentato di chiamare il 118 più volte. «Stava cercando di contattarlo per se stesso – dice l’avvocato Malasoma – perché stava male». Accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, Adrian ha assistito all’udienza in silenzio, seduto accanto al suo avvocato. Ha tenuto lo sguardo in basso, per tutta la durata dell’udienza, mentre sul maxi schermo sistemato in aula scorrevano le immagini del corpo di Madalina martoriato dalle coltellate, con gli occhi sbarrati e i segni del fuoco che aveva appiccato nell’appartamento.

Le aveva scritto parole d’amore e morte, in quelle lettere. La fine però non è arrivata per Adrian, ma per Madalina. Uccisa dall’uomo che le aveva scritto di volerla lasciare libera di avere dei figli, perché lui se ne sarebbe andato presto. Di amarla, prima che la sua mano si armasse di quel coltello che l’ha trafitta 27 volte.

 

 

 

 

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