GROSSETO. Negli ultimi tempi, almeno in alcune materie, sono i giudici amministrativi e quelli della Corte costituzionale a… legiferare. O, almeno, a correggere le leggi fatte male. Leggi incomplete, imprecise, incostituzionali, leggi fatte in fretta, tanto che i giudici sono costretti a intervenire. E il legislatore, che sia nazionale, o in qualche caso regionale, ad adeguarsi.
È il caso degli autovelox, tema sul quale decine di sentenze hanno modificato radicalmente il quadro, tanto che, al momento, nessuna macchinetta in Italia può fare le multe. Alcuni Enti se ne fregano e vanno avanti, lo stesso alcuni corpi delle forze dell’ordine, ma la questione è seria e anche la magistratura ordinaria ci sta mettendo le mani, sequestrando gli apparecchi. E in alcune zone d’Italia ci sono sindaci che sono stati denunciati per frode.
Lo stesso succede con gli impianti generatori di energia da fonti rinnovabili. Tutto nasce nel settembre 2023, quando il Parlamento europeo ha sostenuto il nuovo obiettivo del 42,5% di energie rinnovabili entro il 2030, sebbene i paesi dell’Ue siano invitati a puntare all’obiettivo del 45%. Il decreto Aree idonee del Governo Meloni recependo l’obiettivo, prevede di installare 80 GW dal 2021 al 2030, quindi l’Italia dovrebbe fare spazio a nuovi impianti per un minimo di 10,38 GW/anno – che diventano 12 GW/anno per rispettare i target.
Di questi 4,2 GW sono in Toscana. E la nostra regione, per rispettare i target, sarebbe anche in forte ritardo.
Una corsa agli obiettivi che, in un sostanziale vuoto legislativo, o comunque con leggi a maglie larghissime, ha consentito per qualche anno il proliferare di un’infinità di richieste di autorizzazioni, di cui una buona parte a solo scopo speculativo e, in qualche caso, in aree di pregio. Autorizzazioni presentate direttamente al ministero scavalcando i Comuni e la Regione. Ne sappiamo qualcosa in Maremma, con impianti ipotizzati anche in mezzo ai vigneti del Morellino, ma la Val di Cornia è nella stessa situazione.
Ma anche qui la magistratura amministrativa è intervenuta. Lo spartiacque è la sentenza 9155 del Tar Lazio pubblicata lo scorso 13 maggio sulle aree idonee a ospitare gli impianti, con la quale ha accolto il ricorso avanzato da molti operatori italiani tra cui l’Associazione nazionale energia del vento (Anev).
Il Tar del Lazio ha accolto molti dei motivi di ricorso: in particolare ha annullato l’articolo 7, commi 2 e 3, del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 con obbligo, per le amministrazioni ministeriali di rieditare i criteri per la individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili.
Ma il Tar del Lazio non ha fatto solo questo. Ha dato al legislatore 60 giorni dalla notifica della sentenza per riscrivere il decreto. Quindi entro la settimana prossima, la scadenza è il 12 luglio, il ministero dell’Ambiente dovrà elaborare un nuovo decreto nazionale Aree idonee.
A cascata dovranno adeguarsi anche le Regioni, a partire dalla Sardegna che, forse esagerando un po’, ha reso inidoneo agli impianti il 99% del proprio territorio.
Il caso interessa anche la Toscana, visto che la legge, non ancora approvata, era in discussione in consiglio regionale e prevedeva il 70% del territorio fuori dalle aree idonee. Adesso la nuova legge regionale, riscritta sulla base delle indicazioni del Tar e in attesa del nuovo decreto, è praticamente pronta.
Il documento unitario del Pd della Maremma e della Val di Cornia
In questo contesto questa mattina, sabato 5 luglio, il Pd della Maremma e della Val di Cornia hanno presentato un documento comune, firmato dalle due segreterie, proprio sul tema delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
All’incontro hanno partecipato Leonardo Marras, assessore regionale al Turismo ed Economia, Gianni Anselmi, consigliere regionale, Marco Simiani, deputato, Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto, i segretari provinciali del Pd Giacomo Termine (Grosseto) e Simone De Rosas (Val di Cornia-Isola d’Elba), Cinzia Tacconi della segreteria provinciale Pd di Grosseto con delega all’ambiente e Bice Ginesi, sindaca del Comune di Scansano.
Durante la conferenza stampa, i rappresentanti del Partito Democratico hanno ribadito con forza la propria posizione: la transizione energetica è una priorità, ma deve essere governata con serietà e visione, garantendo il coinvolgimento delle comunità locali, la tutela del paesaggio e della vocazione agricola dei territori.
«La sentenza del Tar del Lazio – spiegano i segretari provinciali Pd Termine e De Rosas – di fatto riapre la partita legislativa, facendo emergere tutte le criticità di un sistema normativo fragile e tardivo, e riavvolge il nastro delle norme che autorizzavano le installazioni di impianti pressoché ovunque nella nostra regione, esponendo i nostri territori al gravissimo rischio di deturpazione dei paesaggi più pregiati della Val di Cornia e di tutta la provincia di Grosseto».
«Il governo ora dovrà decidere se impugnare questa sentenza al Consiglio di Stato oppure accettarla. Noi chiediamo al governo di accettarla arrivando in tempi rapidissimi ad un nuovo Dm per consentire alle Regioni di approvare delle leggi che pongano limiti e correttivi alla disciplina nazionale. Alla Regione Toscana chiediamo di portare avanti con determinazione il percorso della legge regionale sulle aree idonee e non idonee con il coinvolgimento dei Comuni interessati, per difendere la bellezza dei paesaggi, la qualità dell’agricoltura, il lavoro di chi vive e investe nei territori, senza cedere alle logiche speculative delle multinazionali dell’energia».
Multinazionali dell’energia che hanno solo da guadagnare da questi investimenti, vendendo l’energia a caro prezzo e non restituendo nulla al territorio, pur consumando ampie fette di suolo. Peraltro l’immissione di energia in rete da fonti rinnovabili non avrà alcun effetto sulle bollette di aziende e cittadini, se non rischiare di aumentarle, visto quanto l’energia stessa viene pagata dai gestori delle reti che la distribuiscono agli utenti finali.

«La legge regionale dovrà favorire il riutilizzo di aree urbanizzate, degradate o dismesse – dicono ancora De Rosas e Termine – prima di autorizzare interventi su terreni agricoli; chiarire e limitare il ricorso all’agrivoltaico, che deve essere riservato solo agli imprenditori agricoli professionali, con un piano di miglioramento agricolo e ambientale allegato; assicurare una distribuzione equa del peso della transizione energetica tra i diversi Comuni, evitando di penalizzare quelli delle aree interne».
«Non siamo contrari agli impianti rinnovabili, siamo contrari agli impianti sbagliati, nei luoghi sbagliati e decisi senza ascoltare nessuno. La transizione ecologica deve essere un progetto condiviso con le comunità locali».
(Nel video le interviste a Cinzia Tacconi, Bice Ginesi, Gianni Anselmi e Simone De Rosas)
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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