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Niente luna park, il Comune vince al Tar

Niente luna park a Pratoranieri, il Comune vince al Tar: il ricorso era stato presentato dalla ditta che lo voleva montare
I lavori di installazione del luna park a Pratoranieri
I lavori di installazione del luna park a Pratoranieri

FOLLONICA. Quella sul luna park, che stava per essere montato a Pratoranieri, era forse una delle sentenze più attese degli ultimi anni.

Questa mattina, 7 giugno, il Tar della Toscanasi è pronunciato sul ricorso amministrativo presentato dalla ditta proprietaria delle giostre contro l’Amministrazione Comunale che lo scorso anno le aveva negato l’autorizzazione: la seconda sezione del tribunale ha dato ragione al comune riconoscendo la legittimità delle ragioni addotte in sede di dibattimento.

I carri del luna park

Luna park, una battaglia durata un’intera estate

La diatriba era cominciata la scorsa estate quando Gabrio Picci, legale rappresentante della società Santerini s.a.s. si vide rifiutare l’autorizzazione per pubblico spettacolo ed intrattenimenti fa farsi su un terreno compreso tra via Don Leone e viale Italia in prossimità del Villaggio Svizzero. L’area però non rientrava nell’elenco di quelle individuate dalla Giunta comunale per accogliere i cosiddetti spettacoli viaggianti ed artisti di strada senza contare che, in base allo strumento urbanistico comunale, i parchi divertimento non potevano essere realizzati in aree private. Questi i motivi per i quali gli uffici preposti respinsero la richiesta del Picci che fece immediatamente ricorso al Tar.

Al suo si aggiunse in un secondo momento quello dell’azienda agricola Mariani Massimo s.n.c. proprietaria di una parte del terreno che avrebbe dovuto ospitare l’impianto (particella 818) e che la stessa proprietà aveva dato in comodato alla società Santerini.

Nel corso di tutta la scorsa stagione, l’eventualità dell’allestimento su più di due ettari di una decina di macro installazioni tra cui otto volante, montagne russe, giostre acquatiche, senza considerare il traffico veicolare e l’inquinamento acustico conseguente aveva tenuto banco soprattutto negli ambienti dell’accoglienza locale; la vicinanza infatti di strutture ricettive, abitazioni private e il vincolo paesaggistico vigente su quell’area, avevano messo in agitazione proprietari e gestori di quelle stesse strutture che avevano costruito la propria economia proprio sulla tipicità naturalistica della zona.

Su questo il giudice della seconda sezione è stato chiarissimo, “la scelta non è né irragionevole né sproporzionata, avendo il Comune di Follonica ritenuto necessario mantenere un controllo in un settore paesaggisticamente e urbanisticamente invasivo come quello dei parchi divertimento stagionali, i quali possono incidere in modo particolare sulla visuale, sulla circolazione stradale e sulla dotazione di parcheggi, e possono recare disturbo ad altre attività economiche oltre che ai cittadini residenti nelle vicinanze”.

“La pianificazione di un quartiere – specifica il sindaco Andrea Benini –  non può e non deve essere lasciata nelle mani di un privato cittadino, è una scelta che viene studiata e disegnata attentamente, con cura, ed è soprattutto una decisione che passa attraverso un processo democratico. Non abbiamo mai ammesso che si potesse mettere in atto un abusivo cambio di destinazione d’uso del territorio nel nostro Comune e [..] soprattutto non può essere un privato cittadino a decidere le sorti di un intero quartiere”

 

 

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