GROSSETO. La Lucio Corsi mania sembra non avere limiti, tanto che adesso si possono trovare in vendita degli oggetti trasformati in feticci che il cantante ha semplicemente toccato per caso durante una visita.
È il caso del tavolino sul quale il cantante ha improvvisato un’esibizione all’interno del nel negozio Usa e Riusa di Grosseto, in via Trebbia, ad inizio marzo.
Facciamo un passo indietro.
Lo scorso 10 marzo Lucio Corsi fa visita al negozio dell’usato Usa e Riusa Grosseto e lì improvvisa un’esibizione suonando una tastiera amatoriale mentre tre bambine cantano “Volevo essere un duro”. La titolare del negozio riprende la scena e la posta su Facebook e il video ottiene migliaia di visualizzazioni (MaremmaOggi lo ha raccontato qui).
Pochi giorni fa il tavolino sul quale era poggiata la tastiera amatoriale è poi comparso sulla pagina Facebook Grosseto Marketplace, dove veniva venduto proprio con il valore aggiunto del tocco dato dal cantante maremmano.
La titolare del negozio Usa e Riusa di Grosseto, che ha il tavolino in conto vendita, non ha però gradito l’exploit ed è subito intervenuta per chiarire la situazione.
Il tavolo verrà restituito al proprietario
La titolare del negozio Usa e Riusa è subito intervenuta dissociandosi dal tentativo di vendita e ha ritirato l’oggetto.
«Usa e riusa si dissocia da questo post – si legge su Facebook – Lo trovo veramente spiacevole! Lucio è un amico, dolcissimo nel suo modo di fare e ha suonato carinamente con le piccole creando un’atmosfera di musica e magia. Mi sono permessa di condividerlo il post di Lucio che suona perché chi segue Usa e Riusa sa che ci piace condividere insieme i momenti passati al mercatino, con caffè e dirette. Quel video non era stato pubblicato per pubblicizzare il negozio ma per condividere una gioia! Una cosa bella, serena, pulita, dolce e semplice! Punto. Quindi trovo scorretto fare un post privato scrivendo vendo tavolo suonato da Lucio Corsi. Il tavolo verrà restituito al proprietario. Non ne voglio proprio sapere niente di questa buffonata».
