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«Il sindaco querela l’Anpi? E io mi autodenuncio»

Lettera di Gian Piero Ciambotti: «Solidarietà agli inquirenti, mi autodenuncio per vari reati, fra cui aver cantato Bella ciao»
La protesta dell'Anpi Palazzoli, di spalle mentre parla il sindaco @maremmaoggi
La protesta in piazza Dante il 25 aprile

GROSSETO. Da Gian Piero Ciambotti, ex sindacalista e ora militante dell’Anpi, ci arriva questa lettera.

Lettera scritta dopo che Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha deciso di sporgere denuncia per le contestazioni ricevute a Maiano Lavacchio e in occasione del 25 aprile.

Ciambotti: «Ecco tutti i miei reati»

Questo scrive Gian Piero Ciambotti.

«Il signor Vivarelli Colonna ha presentato querela, con accuse assurde, verso coloro che lo hanno contestato il 22 marzo a Maiano Lavacchio e il 25 aprile a Grosseto».

«Volantinaggio non autorizzato, tentativo di sabotaggio dell’impianto audio, tentativo di violenza privata, diffamazione, manifestazione abusiva e, gravissimo, voltare le spalle e cantare bella ciao. Reati che nel ventennio, nel modo in cui sono stati commessi,  avrebbero portato almeno ad un lungo soggiorno a Ventotene o a qualche altra amena località. Oltre ovviamente a un salutare pestaggio».

«Ma quest’ultimo, a suo modo, il signor Vivarelli Colonna lo ha ricordato con quel suo video nella palestra: “Dio dammi la forza…per un comunista in meno”».

«Il vero motivo di questa mia non è far polemica con il signor Vivarelli Colonna, sarebbe tempo perso, ma quello di esprimere la mia solidarietà agli inquirenti che saranno costretti a una faticoso esame di video, di foto e anche di sottoporre a un’attenta perizia l’impianto audio».

«Mia intenzione è aiutarli nel loro lavoro autodenunciandomi pubblicamente per i “reati” che ho commesso».

  1. Ho distribuito i volantini della sezione Anpi “E. Palazzoli”
  2. Ho girato le spalle al signor Vivarelli Colonna, in quel caso nella sua funzione di sindaco, durante il suo intervento
  3. Ho cantato “Bella ciao”.

«Non credo che i crimini commessi avranno particolari conseguenze, ma se dovessero averne sarebbe per me motivo di orgoglio aver difeso la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero come previsto all’art. 21 dalla nostra Costituzione».

 

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