GROSSETO. Dopo le contestazioni del 20 marzo e del 25 aprile, il primo cittadino del Comune ha mantenuto la promessa. Ha presentato la querela alla procura. Come annunciato, è diretta nei confronti di quanti hanno leso la dignità del primo cittadino e dell’istituzione che rappresenta.
Ma riguarda anche chi ha offeso l’immagine e l’onore di Antonfrancesco Vivarelli Colonna come persona, travisando ed attribuendogli un pensiero politico che non gli appartiene.
«In una logica di dignità istituzionale – dice Vivarelli Colonna – corre l’obbligo di dare seguito a quanto già annunciato. Nella giornata di oggi giovedì 11 maggio, ho dovuto mio malgrado presentare querela per quanto avvenuto».
In più occasioni il sindaco di Grosseto ha preso le distanze da accuse «inverosimili e incompatibili con la carica ricoperta» sostiene il primo cittadino. Anche con un video Facebook pubblicato alla vigilia del 25 aprile, il Vivarelli Colonna aveva dichiarato quanto fossero lontane dalla sua carica. Il sindaco, infatti, già dal suo insediamento, è chiamato a giurare fedeltà alla Costituzione: ispirata a valori e principi antifascisti.
«Esiste un principio di libertà»
«La presentazione della querela assume – sostiene il primo cittadino – una valenza di difesa istituzionale. Le manifestazioni autorizzate si devono svolgere nell’ambito di quanto previsto» Cosa che non è avvenuta nel corso delle celebrazioni della commemorazione dei Martiri d’Istia e della Festa della Liberazione.
«Esiste un principio di libertà che deve essere garantito a quanti partecipano alla manifestazione – rimarca il primo cittadino – a quanti vogliono ascoltare e a quanti si trovino a subire, loro malgrado, situazioni incresciose e come tali da condannare».
Così il sindaco sostiene che non si possano tollerare: «Manifestazioni abusive o derivazioni delle stesse non autorizzate».
Il diritto di critica è tollerabile. «Ma ciò che non lo è – dice il primo cittadino – è l’andare oltre e trasformare, come fatto da una parte dell’Anpi, un’opinione dissenziente in atti e fatti lesivi della dignità istituzionale e della persona».
Diffamazione aggravata, tentativo di violenza provata e organizzazione di contromanifestazione abusiva
Anche il 25 aprile era stato ripetuto il copione delle contestazioni avvenute a Maiano Lavacchio. Il volantinaggio non autorizzato, il tentativo di interruzione dell’amplificazione audio durante il discorso commemorativo del sindaco, le offese, le ingiurie, il voltare le spalle e cantare “Bella ciao” per interrompere la celebrazione, come sostiene Vivarelli Colonna, sono considerati tutti atti che hanno impedito al sindaco il normale esercizio delle proprie funzioni istituzionali.
A fronte di tutto questo, il primo cittadino, assistito dal suo avvocato di fiducia Andrea Vasellini, chiede al procuratore della Repubblica di stanza a Grosseto di esaminare gli atti rappresentati nella querela e valutare se esistano elementi sufficienti per procedere penalmente. Nei confronti dei soggetti ritratti in foto e video, ma anche nei confronti di tutti coloro che, come da indagini, risulterebbero responsabili dei reati di diffamazione aggravata, tentativo di violenza privata e organizzazione di una contromanifestazione abusiva.
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