MONTEROTONDO MARITTIMO. Tra i vicoli medievali, le torri dell’Enel e i vapori geotermici, nel paese delle biancane arriva anche l’arcobaleno colorato del Pride. Organizzata dal collettivo Libere arti in pensiero, in collaborazione con Enjoy rainbow people party e Officine papage, per la terza volta viene ospitato a Monterotondo Marittimo, con il patrocinio del Comune. Appuntamento il 3 agosto, alle 19.
«Il più piccolo Pride d’Italia», lo definiscono gli organizzatori, ha trovato sulle Colline Metallifere l’accoglienza e l’abbraccio degli abitanti, oltre che delle istituzioni. In controtendenza con la diffidenza più o meno manifesta che di solito si muove intorno agli eventi della comunità LGBTQ+.
Nel 2004 a Grosseto il primo Toscana Pride
Ma la Maremma, si sa, è in controtendenza. Come lo è stato, quasi 20 anni fa, il suo capoluogo, che il 19 giugno 2004, ospitò per le vie del centro il “Toscana pride”.

Fu un happening tranquillo e colorato, che spaccò la giunta comunale guidata dal primo sindaco di centrodestra a conquistare il Comune: Alessandro Antichi (Forza Italia). Uomo laico e di larghe vedute, fu ben felice di ospitare il Toscana Pride e di dargli il patrocinio. Ma così non la pensava il suo vice, Andrea Agresti (An) che, supportato da uno scatenato vescovo Giacomo Babini, voleva addirittura organizzare un “contro-pride dei normali”, come lo definì.
Antichi, naturalmente, come era nel suo stile, andò avanti. Agresti, da parte sua si rassegnò e, con lui, Babini. Il contro-pride non venne mai fatto. La città accolse gli oltre 20.000 partecipanti dimostrando la sua anima aperta all’accoglienza del nuovo e del differente dal comune sentire.
«Grosseto è così – spiega Antichi ricordando quell’esperienza – non ha mai seguito il pensiero mainstream. Qualcuno la definisce ai margini, gli è stato pure dedicato un film a questi “margini”. Ma forse proprio per questo non segue le mode. Si finisce sempre per usare la frase di Bianciardi, che definì Grosseto una “Kansas City aperta ai venti e ai forestieri”, molto più avanti nel modo di ragionare perché non impostata su nessuna frequenza. Accogliendo il Toscana Pride ho voluto rivendicare anche la mia autonomia di pensiero, oltre che quella dei grossetani»
Quando Claudio Amerighi passeggiava in corso Carducci in minigonna e tacchi a spillo

Grosseto del resto è quella del compianto Claudio Amerighi, scomparso a 61 anni nel 2007, pittore, ma soprattutto personaggio. Eclettico e scandaloso, provocatore e anticonformista, animava la città con le sue feste in stile romano, aprendo la sua casa ai primi hippies e capelloni. Organizzava sedute spiritiche e mostre d’arte alle Clarisse, ex convento di clausura, passeggiava in Corso Carducci su vertiginosi tacchi a spillo, capelli biondo platino, minigonna e pelliccia alle caviglie, esibendo la sua straripante omosessualità.
Gli piaceva scandalizzare e far parlare di sé e quella che poteva sembrare dall’esterno una chiusa città di provincia amava – ricambiata – quel suo figlio eccentrico e anticonformista. Ed era orgogliosa del suo successo.
Grosseto deve aver perso la spinta, cedendo il testimone del Pride a Monterotondo Marittimo e al sindaco Giacomo Termine.
Termine: «un omaggio alle libertà individuale»
Non ha dato solo il patrocinio alla manifestazione, il Comune di Monterotondo, ma anche un contributo economico. «Ho deciso di sostenere la manifestazione e le associazioni che la organizzano per il valore delle libertà personali che rappresentano. Purtroppo il governo sta andando in direzione opposta, con la presunzione di voler regolamentare ciò che appartiene alla sfera individuale: l’affetto fra le persone e ciò che ne consegue. Il mio Comune non avrebbe alcun problema a riconoscere un figlio nato da una relazione omosessuale», spiega Giacomo Termine, che il 3 agosto sarà al Pride.
Un’oasi felice per la comunità LGBTQ+
«Non abbiamo avuto ostacoli né dall’amministrazione, né dalla popolazione – dice Claudia Chiti, presidente del collettivo Libere arti e pensiero di Monterotondo Marittimo – anzi tutti si sono messi a lavorare per organizzare la manifestazione, soprattutto i giovani. Per noi è un segnale, la speranza che nasca una nuova stagione più aperta e meno bigotta».
Ha un sogno, Claudia: «Che un giorno Pride non sia più necessario – spiega – e che si smetta di considerarlo un carnevale. Questa è una manifestazione per dire che la comunità LGBTQ+ esiste e che i disagi che vive nascono dal non essere accettata. Spero vivamente che l’associazione, di cui sono la presidente, riesca a trasmettere la sostanza dell’evento grazie agli interventi che abbiamo organizzato».
Il programma
Il Pride è in programma giovedì 3 agosto, alle 19, all’ex cinema Acli. La prima parte è dedicata a degli interventi: il sindaco Termine, il presidente del Cantiere Queer Arci, Salvatore Bencivenga e il responsabile di Agedo Toscana, Marco Buzzetti.
La seconda parte della serata è dedicata alla festa con i ragazzi del “Rainbow people party“, che portano il loro dj set e uno spettacolo con la drag queen, Angelica Yuston.

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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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