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I due amori di Federico, il calcio e il mare

Federico Sonnini gioca nello Scarlino Calcio ed è responsabile del cantiere navale, di famiglia, il Costa Etrusca Group di Scarlino
Federico Sonnini con la maglia dello Scarlino
Fabrizio Sonnini con la maglia dello Scarlino Calcio

SCARLINO. Al suo interno convivono, agitandosi e completandosi, due mondi: il calcio e il mare. L’unione, inconsueta fino a sfiorare la magia, di queste anime rappresenta l’universo di Federico Sonnini, 23 anni, calciatore dello Scarlino Calcio 2020 in Terza categoria e responsabile del cantiere navale, di famiglia, Costa Etrusca Group di Scarlino.

Calcio e barche, i due mondi di Federico

Difficile trovarlo libero dagli impegni lavorativi. Appuntamenti, telefonate, visite di clienti, riunioni con lo staff, rappresentano un lungo treno, che si snoda per tutta la giornata. «Si, sono sempre giorni intensi, un puzzle sempre diverso, da costruire ora dopo ora senza guardare l’orologio» descrive Federico con un sorriso sulle labbra.

Un'altra immagine di Federico Sonnini
Un’altra immagine di Federico Sonnini

Calcio e barche, come conciliare questi pianeti?

«Non solo si armonizzano, riescono a diventare complementari e amici. Dopo tante esperienze vissute nel territorio calcistico, lontano da casa, quando a 16 anni ti trovi catapultato in ambienti che non conosci, circondato da coetanei francesi, tedeschi, inglesi e spagnoli, alla fine ti accorgi che la mente si è aperta assimilando tutto quello in cui sei stato immerso. Al termine del cammino sei formato, maturato e pronto a ritrovare la famiglia all’interno di una professione capace di coinvolgerti totalmente, ad appassionarti alle sue sfumature, ai suoi risvolti sempre imprevedibili e stimolanti. Famiglia e lavoro uniti sono il massimo orizzonte che puoi raggiungere».

C’è un aspetto del cantiere a cui si sente più legato?

«Sono molto incline a curare al meglio il rapporto umano con il cliente. Devo ringraziare i miei genitori per questo. Loro amano moltissimo questa attività, il contatto con la gente, me lo hanno insegnato trovando terreno fertile. Ho scoperto un mondo intero dietro le strette di mano, le discussioni, le richieste. Mi piace confrontarmi, capire le loro esigenze, risolvere i loro problemi. Mi appaga. In questo non sono solo, il team è essenziale per proseguire, andare avanti, progredire. Ho ringiovanito lo staff con ingressi mirati per dare impulso e entusiasmo all’azienda. I risultati sono stati, e sono, gratificanti».

Adesso il pallone, lo Scarlino Calcio 2020.

«Ad un certo punto volevo smettere con questo sport. Ho toccato con mano il marcio che lo affligge, la totale mancanza di meritocrazia a tutti i livelli. Quando la decisione era praticamente presa, ecco lo Scarlino, il progetto basato su idee chiare, dove tutti sono importanti, dove il livello societario è curato al massimo. Allora ho abbracciato questo sodalizio e l’ho fatto con l’antico entusiasmo, quello del ragazzino che ero».

«Ho ritrovato il divertimento in mezzo al campo, quello necessario per giocare col sorriso. Il gruppo, anche nel calcio è indispensabile sia sano e maturo, è cresciuto fino a diventare adulto, responsabile e in grado di competere nel campionato di Terza categoria. La società ci coccola, non ci manca niente. Il patron Mansi ci viene a trovare spesso e trova sempre le parole giuste per stimolarci e farci sentire orgogliosi di questa maglia, che desideriamo onorare con grande impegno e inossidabile volontà».

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