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Grifone, a Ponsacco l’orgoglio della squadra

I biancorossi, rigenerati nello spirito dal tecnico Liguori, hanno dato una grande risposta. Ora faccia lo stesso la società
La festa dei biancorossi del Grifone a Ponsacco
La festa dei biancorossi del Grifone a Ponsacco

GROSSETO. L’urlo del Grifone arrivato da Ponsacco non va smarrito. In una situazione societaria tremendamente complicata e delicata sul piano economico quanto di immagine, lo scatto d’orgoglio della squadra ha il sapore, per adesso sconosciuto, di un successo ricercato e ottenuto con grande vigore.

Ponsacco non era un esame facile, lo zero in classifica non contribuiva certo all’ottimismo, venendo anche miscelato alle ultime vicende del sodalizio di nuovo negative. Invece Liguori e il suo drappello sono stati più forti, pure intelligenti, a trovare l’insieme giusto per mostrare i denti, salire di rendimento, essere squadra. In pratica la rosa si è spogliata completamente dai grattacapi che pendono come stalattiti, ha stretto un patto, è scesa in campo per giocare. L’immagine è bella: una formazione serena all’interno di tempeste passate, un presente e un futuro che non prevedono bel tempo.

La squadra ha ritrovato l’autostima

Il tecnico Liguori ha il merito, in un periodo breve di tempo, di aver stimolato i biancorossi dotandoli di una autostima perduta in quattro sconfitte consecutive. Un lavoro encomiabile.

Adesso la società dovrebbe imitare lo spogliatoio, muoversi per trovare le giuste soluzioni per raddrizzare una casa pericolosamente instabile. E lo deve fare in fretta, senza sfuggire a nessuna soluzione, anche la più estrema.

L’urlo del Grifone va raccolto con guanti di velluto per non sciupare nemmeno una virgola dell’impresa di Ponsacco. Perché di impresa si tratta.

Tutto questo non vuol dire che da adesso in poi il Grifone pedalerà in discesa, il calendario è molto lungo e difficile, ma a Ponsacco sono emerse quelle qualità finora mancanti al gioco biancorosso, come rabbia agonistica e unità di squadra.

Se poi si aggiunge una perla come Rotondo il viso dell’Uccellaccio diventa più bello.

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